Cultura

Venezia: oggi al lido italiani registi per un giorno in ‘italy in a day’

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Venezia, 2 set. – Italiani registi per un giorno, precisamente il 26 ottobre 2013: viene presentato oggi al Lido il film collettivo ‘Italy in a day’ (fuori concorso), curato da Gabriele Salvatores, frutto dei 44.197 filmati inviati in risposta all’invito a realizzare un video in quella specifica giornata. Un’altra Italia quella rappresentata invece nel doc, anch’esso fuori concorso, ‘La zuppa del demonio’ di Davide Ferrario: l’Italia dello sviluppo industriale, anzi dell’idea di sviluppo industriale che ha attraversato il Novecento, raccontata montando spezzoni di documentari industriali di tante fra le principali aziende italiane.

Sul fronte del Concorso arriva in laguna ‘Nobi’ (‘Fuochi nella pianura’) del regista giapponese Shinya Tsukamoto, che anche protagonista del film, ambientato su un’isola delle Filippine al termine della Seconda Guerra Mondiale e incentrato su un soldato giapponese malato che si salva dall’artiglieria nemica e resta solo, alle prese con la giungla e con la necessit di sopravvivere.

(Adnkronos)



Venezia: martone, non ho resistito alla sfida di un film su leopardi

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– Venezia, 1 set. (Adnkronos/Cinematografo.it) – Leopardi, chi era davvero costui? ‘Il giovane favoloso’, come da titolo del nuovo film di Mario Martone, in Concorso alla 71esima Mostra del cinema di Venezia. Dal 16 ottobre nelle sale italiane con 01 Distribution, prodotto da Palomar e Rai Cinema, interpretato da Elio Germano, che cresce nella casa-biblioteca-prigione di Recanati, tra il padre Monaldo amorevole ma soffocante (Massimo Popolizio), una madre anaffettiva, fratello Carlo e sorella Paolina che sono complici (Edoardo Natoli e Isabella Ragonese). A 24 anni riesce finalmente a lasciare la cittadina, e portare la sua ribellione genuina prima a Firenze, dove convive con l’amico napoletano Antonio Ranieri (Michele Riondino) e sperimenta una cocente delusione d’amore per Fanny (Anna Mouglalis), e poi a Napoli, tra la vitalit plebea e il Vesuvio.

“Ho portato a teatro le ‘Operette morali’, con inaspettato successo: non ho potuto resistere alla sfida del film, la cui drammaturgia deriva dalle poesie, le lettere, lo Zibaldone leopardiano”, dice Martone, sottolineando come “il pensiero di Leopardi si alza mentre il corpo si rattrappisce: centrale il rapporto tra corpo e scrittura, una temperatura non solo intellettuale, ma umana”.

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Venezia: verdone, fra italiani qualcosa mi ha convinto e oggi vedo martone

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Venezia, 1 set. – Carlo Verdone, giurato al Concorso di Venezia 71, aveva detto a inizio Mostra che se qualche film italiano lo avesse convinto si sarebbe fatto “non in quattro ma in mille”, per sostenerlo e fino a questa mattina di italiani ne visti due su tre, ‘Anime Nere’ di Munzi e ‘Hungry hearts’ di Costanzo. Qualcuno lo ha convinto? “Non lo posso dire per correttezza”, risponde Verdone all’AdnKronos. Anche senza fare nomi? Verdone cede: “S, c’ qualcosa che mi ha convinto, assolutamente s, ma devo vedere ancora il film di Martone e devo vedere ancora tanti altri film.

“Il bello e’ che andando avanti scopri un film che e’ piu’ importante di quello che hai visto e ‘scavalla’, magari tutti sono d’accordo su uno e improvvisamente arriva come un outsider e bam! Ci ricambia le idee… Questo e’ il divertente, pero’ anche il delicato, quindi bisogna ragionare con molta ponderatezza, perche’ dobbiamo aiutare il talento vero. Gli autori hanno lavorato tanto, bisogna fare le cose bene o perlomeno onestamente”.

Pi in generale sul lavoro e l’atmosfera in giuria, Verdone dice che “e’ un ruolo molto molto duro, perche’ la giuria inflessibile, ognuno ha le proprie idee e le porta avanti, per anche interessante ascoltare i pareri di chi in disaccordo con te perch ti aiuta ad aprire un po’ la mente, o riflettere su una critica dell’opera che stai vedendo: forse ti era sfuggita una cosa, e quello te la fa notare, oppure sta dicendo una sciocchezza e allora tu controbatti. Insomma questo contraddittorio e’ molto positivo, pero’ e’ una giuria molto intellettuale e sara’ molto difficile, anche se alla fine arriveremo, per forza di cose, a scegliere sicuramente il miglior film, i migliori talenti”.

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Venezia: oggi martone porta ‘il giovane favoloso’ al lido

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Venezia, 1 set. – Dal colle di Recanati alla spiaggia del Lido, passando per gli scogli del Golfo di Napoli: approda oggi alla Mostra del cinema di Venezia ‘Il giovane favoloso’ di Mario Martone, ovvero la vita di Giacomo Leopardi, unico titolo in Concorso della giornata. Con Martone buona parte del cast ovvero Elio Germano , Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis e Isabella Ragonese.

Per l’altra sezione competitiva della Mostra, quella di Orizzonti, viene presentato ‘Near deat experience’ di Benoit Delepine. Fuori concorso ‘Nymphomaniac volume II (long version) director’s cut’ di L.ars von Trier. Nella giornata anche la consegna del Premio Robert Bresson 2014 a Carlo Verdone, da parte della Fondazione Ente dello Spettacolo (Feds) e della ‘Rivista del Cinematografo’, in accordo con il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e il Pontificio Consiglio della Cultura.

Il premio, istituito nel 1999, viene assegnato ogni anno ”al regista che abbia dato una testimonianza significativa del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale dell’esistenza”, nelle precedenti edizioni stato attribuito a: Giuseppe Tornatore, Manoel de Oliveira, Theo Angelopoulos, Krzysztof Zanussi, Wim Wenders, Jerzy Stuhr, Zhang Yuan, Daniel Burman, Walter Salles, Aleksandr Sokurov, Mahamat Saleh- Haroun, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Ken Loach e Amos Gitai.

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Venezia: rondi protagonista al lido, ero partigiano e mi accusano di essere di destra

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Venezia, 31 ago. Al Lido, per Venezia Classici, stato presentato oggi il doc ‘Gian Luigi Rondi – Vita cinema passione’, firmato dal regista Giorgio Treves, un’ottima occasione, il doc e la presentenzione dello stesso, per “togliersi qualche sassolino dalle scarpe”, come ha detto il decano dei critici cinematografici italiani (classe 1921), in servizio permanente effettivo dal 1945.

“Spesso i colleghi, in questi anni recenti, mi hanno definito un critico di destra, questo perch scrivo per un giornale (‘Il Tempo’, ndr) considerato di centro o di destra. Mi domando perch non ricordare il mio essere stato partigiano con il Movimento dei Cattolici Comunisti?! Io non lo avevo mai fatto prima perch per me la vita partigiana e’ stata una cosa seria e non volevo usarla come un ombrello”. “Alla domanda di rito su quando sono nato ho risposto ‘nel 1921, quando a Genova si fondava il Pci, il 10 dicembre, per non mescolarmi con l’orribile data della marcia su Roma'”, ha aggiunto Rondi.

Questi e altri sassolini che volano nel doc che ripercorre la vita di Rondi, critico e storico del cinema, saggista e organizzatore culturale, ma anche dialoghista, sceneggiatore, regista di documentari e attore, attraverso le sue parole (“le nostre conversazioni sono durate dieci giorni, abbiano girato oltre 20 ore”, ha sottolineato Treves) e con il contributo di testimoni come Gilles Jacob, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Francesco Rosi, Paolo e Vittorio Taviani, Pupi Avati, Gina Lollobrigida, Margarethe von Trotta, Adriano Ossicini e altri. Voci dal vivo mixate con rari materiali d’archivio.

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Venezia: ‘belluscone’ c’e’, franco maresco no

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– Venezia, 31 ago. (Adnkronos/Cinematografo.it) – Accolto molto favorevolmente alle due proiezioni stampa, arriva oggi per il pubblico ‘Belluscone – Una storia siciliana’ di Franco Maresco, che il Festival di Venezia presenta nella sezione Orizzonti. Non sar della partita il regista, per, che all’ultimo ha preferito disertare il Lido. “Conferenza stampa annullata”, questa la semplice nota con cui, gi da questa mattina, l’organizzazione del Festival annunciava l’assenza di Maresco. Baster vedere il film, per, per comprendere in parte le ragioni del gesto: da sempre schivo e riservato, Maresco diventa a suo modo coprotagonista di ‘Belluscone’. Che, come racconta Tatti Sanguineti nel film, di fatto un’opera mai terminata: lo storico e critico cinematografico arriva a Palermo per cercare di mettersi in contatto con il regista, misteriosamente sparito in un altro dei suoi ormai abituali silenzi, e poco a poco ricostruisce le vicissitudini del film.

Un film che avrebbe voluto raccontare il rapporto unico tra Berlusconi e la Sicilia, attraverso le disavventure dell’impresario palermitano di cantanti neomelodici, organizzatore di feste di piazza, Ciccio Mira, imperterrito sostenitore di Berlusconi e nostalgico “della mafia di un tempo” e dei due artisti della sua ‘scuderia’, Erik e Vittorio Ricciardi, che in cerca di successo decidono di esibirsi nelle piazze palermitane con la canzone scritta dal primo dal titolo ‘Vorrei conoscere Berlusconi’.

Quale il nesso tra le feste di piazza, i cantanti neomelodici, la mafia e Berlusconi? E’ una storia che, secondo il film, inizia da lontano, che coinvolge l’allora mammasantissima di Villafranca, Stefano Bontade, che rievoca gli inizi della ‘televisione commerciale’, la fine della Dc e della Prima Repubblica, la ‘discesa in campo’ di Berlusconi. “Se un giorno Berlusconi decidesse di svelare i suoi segreti, che cosa pensa possa venire fuori?”, chiede ad un certo punto Maresco al senatore Marcello Dell’Utri: “Un sacco di cose, per esempio anche qualche mistero sulla morte di Mattei”. Poi succede qualcosa, un intoppo tra microfono e registratore, quello che aggiunge Dell’Utri perso per sempre. Anche il film di Maresco? Forse. O forse no.

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Venezia: standing ovation in sala grande per ‘anime nere’

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Venezia, 29 ago. Standing ovation e oltre 10 minuti di appausi nella Sala Grande del Palazzo del Cinema del Lido di Venezia per la proiezione ufficiale in concorso del primo film italiano che concorre per il Leone d’Oro: ‘Anime Nere’ di Francesco Munzi. Commossi di fronte all’accoglienza cosi’ calorosa del pubblico della Mostra, il regista e il cast del film, che era gia’ stato apllaudito questa mattina nella proiezioni in anteprima per giornalisti e critici accreditati.

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Venezia: ’99 homes’ di barhani demolisce il sogno americano

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– Venezia, 29 ago. (Adnkronos/Cinematografo.it) – Bolla immobiliare, mutui, proprietari sfrattati, speculazione per pochi e miseria per tanti: Orlando, Florida, ma potrebbe essere altrove. E’ 99 Homes, diretto dall’aficionado del Lido Ramin Barhani (dall’esordio Mash Push Cart del 2005 a At Any Price del 2012), interpretato da Andrew Garfield, Michael Shannon e Laura Dern, in Concorso a Venezia 71.

”E’ un argomento che conoscete bene anche in Italia, un argomento globale: questo tipo di corruzione sistemico nel mondo, chi fa i crimini va sottobraccio al governo. Siamo stati tanto tempo in Florida, vicino ad avvocati che si occupano di frodi, nei motel della classe media, con persone che vivono in case incredibili e i poveretti in stamberghe. Ero confuso dal livello di corruzione, mi scoppiava la testa, per fortuna ho avuto due attori grandissimi che hanno fatto ricerche pure loro per entrare nel personaggio”, dice Barhani. Ma aggiunge: ”E’ quasi impossibile sopravvivere al mondo senza farsi corrompere, quasi tutti siamo corrotti, anche io, ma almeno quando si giovani la corruzione ancora non esiste”. Se Shannon, nel ruolo di uno scaltro immobiliarista, ha incontrato ”chi fa quel che fa il mio Mike nel film”, Garfield si ”concentrato sulla parte delle vittime: mi ha stupito quanto volontariamente sia vulnerabile la gente e insieme quanto sia disposta a condividere le proprie storie, perch ingiusto, irrazionale quanto le successo. E’ impossibile fare un film cos senza onorare le persone che questa cosa la sperimentano ogni giorno, sulla propria pelle”.

Il focus sul Mike di Shannon lo mette Barhani: ”Fa parte del sistema, non una persona cattiva, viene dalla classe operaia e anche lui deve sopravvivere. Dal ’79 i regolamenti sono cambiati, meglio, la deregulation attraverso la lobby dei costruttori ha portato benefici solo ai ricchi, sia per colpa dei democratici che dei repubblicani, e ha portato alla crisi finanziaria e edilizia che dalla Florida si estesa in tutto il mondo. Nessuno finito in prigione per questo, il sistema fatto per chi vince e la gente s’ stancata. Questo il pugno allo stomaco del film, il 99% delle persone in sala la pensano cos: ora di cambiare”.

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Venezia: sanguineti senza freni, io non sono bruno vespa

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Venezia, 29 ago. – Tatti Sanguinetti porta a Venezia Classici Documentari, come regista, il doc ‘Giulio Andreotti – Il cinema visto da vicino’, sul divo Giulio e la settima arte. Il documentario costruito con il montaggio di spezzoni di film e immagini d’epoca sull’ossatura formata da brani della monumentale intervista che Andreotti aveva concesso, a ‘puntate’, a Sanguineti e Pier Luigi Raffaelli dal 2003 al 2005. L’avvio e’ luciferino, con Andreotti che si dilunga su un film che lo appassiono’, ‘Il dottor Jekyll e Mr. Hyde’: “Andreotti sorpende con questa dichiarazione angelicata luciferina, ‘ho conosciuto molti uomini che nei giorni pari erano dei cherubini e nei giorni dispari dei demoni’. Questa cosa -spiega Sanguineti all’Adnkronos- non solo una indicazione di poetica o di intelligenza o di strategia comunicativa, Andreotti doppio o Andreotti che rimbalza le accuse che gli fanno, ma e’ anche una specie di dichiarazione di metodo: c’e’ una domanda che viene come a caso, c’e’ una risposta maliziosissima, sornionissima, che l’Andreotti di sempre, poi ci sono io che torno alla carica, che rompo le palle”.

Dalle domande di Sanguinetti esce un Andreotti umorista ma anche glaciale, che fa paura: “Certo perche’ io non sono Bruno Vespa, non sto nel minestroncino riscaldato della settimana politica appena trascorsa. Svario, sono sorprendente, passiamo dalla Bergman a Rossellini, dal seminario a Gassman, De Sica, il Papa, Maria Goretti, i pensionati che hanno fame, forse solo appetito. Ho imparato che bisogna mettersi d’accordo ma bisogna soprendersi. Devo accoltellarti mentre ti intervisto, se c’ un po’ del tuo sangue l’intervista e’ piu’ bella”.

Il materiale su Andreotti nella mani di Sanguineti e’ tantissimo, piu’ che abbastanza perche’ questo doc abbia un seguito, ma questo, dice lui, “lo dobbiamo chiedere all’Istituto Luce che il produttore maggioritario del film, io sono il coproduttore e mi piacerebbe tanto ma non lo so. Qualcuno dovr scucire qualche soldino, che fino ad ora non stato scucito”, afferma Sanguineti e aggiunge: “Sto parlando del mio partner, lo Stato cinematografico, l’Istituto Luce, la Rai cui questa cosa stata proposta, offerta e che non ci ha mai cagato. Scusami presidente”.

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