Le vie dell’interiorità. Tra esperienza umana ed esperienza spirituale cristiana

Il binomio interiorità-esteriorità, il confronto esterno-interno della persona è l’oggetto principale della riflessione attorno all’esperienza spirituale umana e cristiana. Su questo tema si svilupperà il seminario-laboratorio proposto nell’aa 2023/2024 dall’indirizzo di Teologia spirituale del ciclo di licenza della Facoltà teologica del Triveneto, dal titolo Le vie dell’interiorità. Tra esperienza umana ed esperienza spirituale cristiana.

Nel percorso saranno sviluppati temi di carattere antropologico (Giorgio Bonaccorso), biblico (Daniele La Pera), teologico-spirituale (Luciano Luppi e Marzia Ceschia), pedagogico (Antonio Bertazzo).
I processi di esteriorizzazione si presentano come un richiamo intenso e coinvolgente che orienta scelte, atteggiamenti, stili relazionali per poter affermare la propria persona e il valore di sé nell’apparire, nel riconoscimento sociale, nell’approvazione. A tali processi si accompagnano e si oppongono varie dinamiche di pensiero, di affetti, di volontà che sostengono e orientano la personale interiorità per ritrovare il valore e la stabilità di sé quale tesoro già presente.
Ne parliamo con padre Antonio Bertazzo, che coordina la proposta assieme a padre Daniele La Pera.

Quale percorso di ricerca intende offrire il seminario?
«Il percorso proposto è una ricerca della definizione di interiorità nei suoi riferimenti culturali, religiosi, spirituali. La premessa da cui prende avvio la riflessione è di ordine antropologica: ogni persona, aprendo gli occhi su questa vita, costruisce, in rapporto alle possibilità evolutive di ogni stadio di vita, una forma di coscienza di sé. Tale realtà è strumento di definizione della personale identità soggettiva. Ciò che mostrerà all’esterno, ciò che muoverà la persona ad agire è preceduto e si accompagna a ciò che viene elaborato interiormente: motivazioni, sentimenti, principi, valori, intenzionalità. Anche la disposizione alla trascendenza è una dinamica interiore che può maturare, divenendo principio guida delle scelte di vita. Il seminario intende sviluppare questa ricerca di definizione dell’identità assumendo vari aspetti multidisciplinari».

L’esperienza spirituale cristiana si trova a confrontarsi con la tendenza attuale di una spiritualità non religiosa, lontana dalle forme della tradizione cristiana. È uno scontro o può nascere un incontro?
«L’esperienza spirituale non religiosa di oggi, così come viene definita talvolta in modo generico, è espressione della capacità di andare oltre la realtà e dare vita alla dinamica di trascendenza di sé, indipendentemente dal riferimento al divino in senso personale. Si può immaginare, creare una dimensione superiore a sé senza necessariamente provare la sua esistenza. Tale movimento può sollecitare fiducia, sicurezza, permette di creare anche un senso alle proprie domande e ricerche interiori. Il tutto si presenta, comunque, come una naturale ricerca di risposte al senso di esistenza, di ricerca di relazione totalizzante. Spiritualità non religiose rispondono, alla fine, a bisogni di assoluto, ricercati però nell’esaltazione dell’individuo e nell’affermazione della sua individualità. È una gnosi contemporanea che assume forme diverse nelle sue espressioni, ma non è nuova nell’orizzonte dell’umanità. L’esperienza cristiana si afferma come un dono dello Spirito santo che accompagna a conoscere il Padre per mezzo del Figlio. Questa affermazione vera, ma così ‘culturalmente’ estranea a oggi, almeno nelle fasce adulte e giovanili, può trovare una porta socchiusa in coloro che sono ricercatori di interiorità, anche mediante le forme e le pratiche non religiose».

… ed eventualmente in quali forme, con quali esiti?
«L’evoluzione delle modalità rimane un po’ sconosciuta. Nell’orizzonte posso scorgere una possibilità: riscoprire la bontà della meditazione cristiana come forma di preghiera importante. La tradizione cristiana ha un’eredità importante in questo senso, ma non sempre è stata apprezzata, valutando tutte le forme meditative della spiritualità come proveniente dall’Oriente e quindi non compatibili con la preghiera cristiana».

Ci sono oggi dei percorsi pedagogici all’interiorità già tracciati?
«I percorsi da sempre validi sono quelli che permettono di attuare un approccio alla realtà mediante la triade del vedere (ascoltare), valutare, agire. La carenza che talvolta si verifica nei processi educativi è il passaggio della valutazione, ossia del considerare con ampiezza di visione la realtà considerata, non solamente in vista della soluzione talvolta così fondata sulla funzionalità di essa. Molto validi, in ambito credente cristiano, i percorsi rinnovati della preghiera meditativa, dell’ascolto della Parola di Dio, degli esercizi spirituali».

E quali nuove vie educative possono essere individuate?
«Credo necessaria la via dell’ascolto. Quello vero comporta l’allargare lo ‘spazio interiore’ in cui ci si può lasciare interrogare dalla realtà della natura, delle relazioni, dell’incontro, del prossimo e del futuro che non concede sicurezze, eppure così interrogante. Sarà un modo per riscoprire il “qui e ora” considerato come spazio dello Spirito che agisce e porta a compimento la sua opera facendo riscoprire la verità della persona».

Paola Zampieri

Il seminario-laboratorio Le vie dell’interiorità. Tra esperienza umana ed esperienza spirituale cristiana, si terrà il martedì, dalle ore 14.15 alle 16.45, a partire dal 26 settembre 2023 (primo semestre 26/9/2023 – 20/12/2023; secondo semestre 20/2/2024 – 29/5/2024).

Info tel. 049-664116, [email protected]

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(Facoltà Teologica del Triveneto)