Un “Patto per il Clima” per salvare l’ambiente e le risorse naturali della Regione

Il Patto per il clima lanciato dai Verdi ha avuto la capacità di rilanciare l’attenzione sullo stato di salute del pianeta e di fornire un punto di riferimento, per quanti intendono affrontare in modo concreto il nodo dell’emergenza climatica.
UN PATTO PER IL CLIMA E LA DIFESA DEI BENI COMUNI

L’uso massiccio dei combustibili fossili per fornire l’energia richiesta da questo modello di sviluppo, ha portato le emissioni dei gas serra, a livelli così elevati da produrre il disastro climatico in atto. Gli esperti dell’IPPC, il gruppo intergovernativo dell’ONU sui cambiamenti climatici, sollecitano per questo un’immediata decrescita delle emissioni, al fine di poter contenere l’aumento della temperatura media, tra i 2 e i 2,4 gradi. Un’operazione relativamente semplice, visto che il costo stimato è appena dello 0,12% del PIL mondiale, ma che evidentemente si scontra con gli attuali livelli di comando globale che passa in particolare proprio sul controllo delle fonti d’energia. Attendersi provvedimenti pianificati dagli attuali assetti di governo, può rivelarsi fatale, non può far altro che alimentare sterili aspettative come i vari protocolli dell’ultimo decennio, tanto permissivi quanto disattesi.

Eppure gli effetti del Global Warming non sono più ascrivibili ad una semplice previsione della comunità scientifica mondiale, ma rappresentano purtroppo una tragica realtà con la quale tutti ci ritroviamo quotidianamente a confrontarci. Riduzione delle precipitazioni, eventi atmosferici estremi, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei livelli dei mari, desertificazioni, etc. sono fenomeni con i quali stiamo già convivendo, per i quali stiamo affrontando costi sociali ed economici ormai elevatissimi anche nel nostro Paese.

Il Patto per il clima lanciato dai Verdi (e sottoscritto da semplici cittadini, delle associazioni ambientaliste e animaliste, delle associazioni per la difesa dei diritti civili e umani, dei consumatori, delle realtà civiche, del mondo del volontariato e cooperazione sociale, del mondo agricolo, del commercio equo e solidale, dei comitati di cittadini, dei sindacati, del mondo della ricerca e della scienza, dell’impresa, delle professioni e della cultura), ha avuto la capacità di rilanciare l’attenzione sullo stato di salute del pianeta e di fornire un punto di riferimento, per quanti intendono affrontare in modo concreto il nodo dell’emergenza climatica. E’ una proposta su cui dobbiamo tutti operare per estendere e massificare l’adesione, ma affinché l’iniziativa non resti rinchiusa nei recinti della politica, crediamo fondamentale riportare questa discussione nel tessuto reale della società, riteniamo necessario innervarla in percorsi concreti di cambiamento.

Partiamo da una Pianura veneta dove la superficie edificata ha raggiunto il 20% del territorio, dato che non ha riscontro in nessuna regione italiana. Partiamo da una Regione dove il consumo di cemento è di circa 1.100 kg/abitante contro una media nazionale di 800 Kg ed una media europea di 500 Kg. Il tutto alimentato da 6 cementifici (3 concentrati nell’area di Este-Monselice) che si approvvigionano tra le 500 le cave ancora attive, che utilizzano carbone e pet coke come combustibile. Impianti che emettono in atmosfera quantitativi di PM10 e di Ossidi di azoto paragonabili a quelli prodotti da tutti i grandi centri urbani della Regione e che vanno ad aggiungersi alle emissioni prodotte dalle centrali termoelettriche e dalle decine di industrie presenti nel territorio.

Partiamo dal fatto che nell’ultimo decennio i veicoli registrati in Veneto sono aumentati del 40%, superando la media di un veicolo ogni due abitanti e che le stesse percentuali d’aumento (+40%) si registrano nel traffico autostradale, mentre l’utilizzo dei mezzi pubblici si è ridotto di 1/3 e il 90% delle persone e delle merci viaggia su gomma.

I corsi d’acqua presentano tassi d’inquinamento che li rendono inservibili e pericolosi, la cementificazione selvaggia e le attività industriali stanno inesorabilmente prosciugando le falde acquifere, la rete degli acquedotti è obsoleta e arriva a disperdere il 40% dell’acqua potabile.

La qualità dell’aria nei centri urbani e nelle periferie industriali, è ormai saldamente vicina alle soglie d’attenzione e di forte rischio per la salute. I livelli di particolato sono costantemente fuorilegge provocando aumenti sensibili nella mortalità e malattie all’apparato respiratorio delle fasce più deboli della popolazione.

Le cime dei colli, le sommità di palazzi e condomini, ogni centro e periferia urbana sono stati sommersi da un’esponenziale installazione d’antenne radio-TV e della telefonia mobile. Insieme alle basse frequenze degli elettrodotti, hanno portato i campi elettromagnetici ben al di sopra delle soglie di rischio per la salute umana.

Il grido d’allarme per l’insostenibilità è lanciato da anni dai gruppi e dalle associazioni ambientaliste, dai Comitati, dagli amministratori più sensibili, ma la spirale sembra inarrestabile. Le pressioni per ripartire con le grandi opere viarie, con i governi nazionali e locali di centrodestra come di centrosinistra, si sono fatte sempre più pesanti e così in ogni Provincia e in ogni Comune, i cittadini cercano di contrastare piccole e grandi opere viarie che distruggono il territorio e compromettono in modo irreversibile il paesaggio.

Anche perché, attorno a questi progetti viari s’inseriscono prepotentemente pianificazioni di nuove zone industriali ed artigianali, di mega-centri commerciali, di multisale e di centri direzionali destinati a richiamare nuovo traffico e conseguenti pressioni sull’ambiente.

I Parchi e le aree verdi stanno subendo un attacco speculativo senza precedenti. Basti pensare all’aumento dell’edificabilità previsto in molte aree del Comune di Padova e allo stravolgimento del Piano Ambientale del Parco Regionale dei Colli Euganei. Culture e prodotti transgenici hanno invaso i nostri terreni agricoli e gli scaffali dei supermercati. E’ questo il quadro in cui registriamo uno dei fenomeni più importanti ed interessanti sul piano dei conflitti sociali ed ambientali di questi ultimi anni, rappresentato dall’esplosione molteplice e variegata di comitati spontanei, forme associative ed aggregative autorganizzate, a difesa del territorio, della salute, della qualità della vita.

Dalle lotte contro l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, della terra, alle battaglie contro l’elettrosmog, la cementificazione e il consumo del territorio, fino alla richiesta sempre più forte di rimodellare le città, farle diventare più giuste, più libere, più degne di essere vissute da tutti. Esperienze che s’intrecciano con l’estensione dell’agricoltura biologica, con la diffusione dei Gruppi d’Acquisto Solidali, con il Commercio Equo, con l’associazionismo per l’affermazione dei diritti delle persone e per la difesa dei diritti degli animali, con le sperimentazioni nell’uso delle energie rinnovabili e la Bio-architettura.

Una trama ricca e complessa di conflitti, progetti, nuove idee che ha attraversato e continua ad attraversare i nostri territori, in un contesto dove i processi di "globalizzazione" sono intrecciati, a forme sempre più articolate e diffuse di "localizzazione" che mettono in crisi le vecchie istituzioni politiche e la loro fissità, cambiano i modi di vita, le relazioni sociali, gli interessi comuni e collettivi. E l’esperienza contro la nuova base Dal Molin a Vicenza rappresenta una potente testimonianza!

Tutto questo rappresenta il punto di partenza per costruire nel mese di Novembre a Padova un grande appuntamento tra quanti hanno sottoscritto o intendono sottoscrivere il “Patto per il Clima”, dove alla denuncia si coniughi un percorso concreto di cambiamento e di difesa dei “beni comuni”, a partire dal basso… unica garanzia di trasformazione dello stato delle cose presenti.

FEDERAZIONE PROVINCIALE DI PADOVA DEI VERDI

Francesco Miazzi – referente regionale del “Patto per il Clima” dei Verdi del Veneto

Per aderire al PATTO per il CLIMA basta inviare una emial ad uno dei seguenti indirizzi:
[email protected], [email protected], [email protected]

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