Comune di Padova: approvato in Giunta l’inserimento della casetta Ricci Curbastro e dell’edificio a L dell’ex Macello di via Cornaro nell’elenco dei Beni Comuni

Approvate ieri in Giunta due delibere grazie alle quali due edifici di proprietà comunale vengono inseriti nella disponibilità dei “Beni Comuni” quei luoghi cioè – come recita l’articolo 2 del Regolamento dei Beni Comuni, che sono individuati come “beni urbani e rurali, materiali e immateriali, pubblici e privati, anche confiscati alla criminalità organizzata che le/i cittadine/i e l’Amministrazione riconoscono funzionali al benessere della comunità e dei suoi membri, all’esercizio dei diritti fondamentali della persona e all’interesse delle generazioni future”.

Grazie alle due delibere approvate ieri sono entrati a far parte dell’elenco dei Beni Comuni del Comune di Padova l’edificio adibito in passato ad abitazione del custode della scuola primaria Ricci Curbastro alla Guizza e il fabbricato dei servizi accessori (meglio conosciuto come “edificio a elle”) all’interno del Complesso dell’ex Macello di via Cornaro. 

Il primo dei due edifici è perfettamente agibile ed è quindi immediatamente utilizzabile  per le iniziative di tipo civico e collettivo previste dal Regolamento, mentre quello all’ex Macello di via Cornaro deve essere restaurato. Il progetto è già pronto così come è disponibile il finanziamento necessario, per cui calcolando i tempi necessari al bando e ai lavori si prevede di poterlo utilizzare tra circa un anno.

L’assessora alla sussidiarietà Francesca Benciolini spiega: “Parliamo del Regolamento dei Beni Comuni  che ha l’obiettivo di sostenere tutte le iniziative che arrivano dal territorio e perseguono l’interesse generale. Lo abbiamo approvato oramai qualche anno fa e che cerchiamo di offrire come strumento in tutte quelle occasioni dove vediamo che una valorizzazione delle iniziative che partono dal territorio può aiutare  a perseguire il bene comune. Con le due delibere sosteniamo due nuove iniziative: una è proposta dalla assessora  Cristina Piva, perché riguarda un edificio accessorio ad una scuola e non più utilizzato, l’altra è una di quelle sulle quali abbiamo lavorato di più in questi anni, e che è stata al centro di un dibattito molto vivace e complesso: oggi siamo contenti perché questa parte dell’ area dell’ex Macello viene ufficialmente definita bene comune. La storia di quell’area è lunga 40 anni ricchi di intrecci, di attività, di presa in carico da parte  di tanti cittadini e associazioni; in questo momento non è pensabile che sia tutta Bene Comune  come era richiesto dalle associazioni, ma era importante che fosse ufficialmente riconosciuto che in quegli spazi si è sviluppata una esperienza di cittadinanza attiva importante che non può essere dimenticata e cancellata. Vogliamo che quello spazio rimanga aperto alla cittadinanza, luogo di incontro e di attività  a beneficio di tutti i cittadini. Abbiamo già avviato un incontro con le realtà che ci avevano chiesto di dichiarare questi spazi  Bene Comune e quindi il percorso  per dare vita alle attività all’ ex Macello è già avviato“.

L’assessora alla partecipazione Margerita Colonnello aggiunge: “Per l’edificio dell’ex Macello ci sono già i fondi ed anche il progetto, nel giro di un anno dovremo vedere la rinascita dell’ edificio e quindi abbiamo questo tempo per individuare una comunità di riferimento che se ne prenda cura. Ricordiamo che le comunità di riferimento si costituiscono come assemblee e sono aperte alla partecipazione di singoli e associazioni e che quando si tratta di luoghi fisici come questi, non sono sedi di nessuno ma luoghi per tutti.  Esiste già una comunità che vuole prendersi carico dell’ edificio a L dell’ ex Macello,  ma nel corso dell’anno passato abbiamo ricevuto diverse lettere da varie realtà e associazioni che si volevano aggiungere a questa progettualità; abbiamo quindi già fatto una prima audizione di ricognizione con tutte le realtà che ad oggi, con l’invio formale di lettere o mail, hanno esplicitato il  loro interesse a partecipare a questa assemblea. Tutti dovranno cooperare tra loro, nessuno potrà avere l’uso esclusivo di questo spazio“.

L’assessora alle politiche educative e scolastiche Cristina Piva sottolinea: “Abbiamo pensato di mettere a disposizione  questo spazio che era la casa del custode della scuola Ricci Curbastro alla Guizza. Ha un ingresso autonomo rispetto alla scuola, ed è quindi possibile utilizzarla anche a scuola in attività, attualmente non ha nessuna funzione possibile da un punto di vista scolastico ed è invece oggetto di interesse da parte delle associazioni del quartiere, come Sant’Egidio, Cosep il Sestante, che lì dentro pensano di lavorare con la comunità del quartiere Guizza,  con gli anziani, con i ragazzi, nei doposcuola, offrendo un servizio di portierato di quartiere, e credo che questo tema del prendersi cura della comunità  in un luogo che è al centro del quartiere sia molto importante.  L’edificio è perfettamente agibile e a norma per cui potrà essere utilizzabile subito”.

(Padovanet – rete civica del Comune di Padova)