Obesi 5,6 mln italiani, esperti ‘dolcificanti utili per ridurre calorie’

Unione Italiana Food – Gruppo Edulcoranti, ‘un aiuto anche per 17 milioni di persone in sovrappeso’

Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) – L’obesità in Italia colpisce l’11,4% della popolazione. Un dato ancora più allarmante se si guarda al sovrappeso, che coinvolge quasi 1 persona su 2 (46,3%). Gli esperti sono unanimi sul tema: l’aumento dell’attività fisica e l’adozione di un’alimentazione equilibrata e corretta sono aspetti chiave per la prevenzione. Ecco perché, in occasione della Giornata mondiale dell’obesità (4 marzo), Unione Italiana Food – Gruppo Edulcoranti pone l’accento sull’importanza di promuovere una corretta alimentazione tra le persone che soffrono di questa patologia e intende incoraggiare un dibattito sul ruolo degli edulcoranti nella riduzione del consumo di zucchero, in linea con i consigli degli esperti.
“In un momento in cui i tassi di obesità sono in aumento – spiega Luca Piretta, medico gastroenterologo, nutrizionista e professore di allergie e intolleranze alimentari presso l’Università Campus Biomedico di Roma – i dolcificanti con poche o senza calorie possono essere uno degli strumenti all’interno di una strategia nutrizionale più ampia per aiutare a ridurre l’apporto calorico e controllare il peso corporeo nell’ambito di una dieta equilibrata e di uno stile di vita sano e rispettando le dosi giornaliere accettabili stabilite dalle agenzie per la sicurezza alimentare”.
L’emergenza obesità è tutta nei numeri: quasi 1 miliardo le persone obese nel mondo e saranno 1,9 miliardi entro il 2035. Anche in Italia – si legge in una nota – i tassi di obesità sono in aumento con 5,6 milioni di persone, ovvero l’11,4% della popolazione. Un dato ancora più allarmante se si guarda all’eccesso di peso, che colpisce il 47,3% degli adulti e il 27,2% di bambini e adolescenti, e alle conseguenze che questa malattia può generare. Sovrappeso e obesità, infatti, sono responsabili di oltre 64.000 decessi, ovvero del 10% di tutti i decessi.
Secondo il V Italian barometer obesity report, realizzato da Ibdo Foundation in collaborazione con Istat, le persone in eccesso di peso sono più di 17 milioni e 5,6 milioni soffrono di obesità – dettaglia la nota – Un dato, quest’ultimo, in lieve calo rispetto al picco del 2021 (oltre 6 mln, pari a circa il 12% della popolazione adulta), ma nettamente superiore a 20 anni fa quando si attestava all’8,5%. Si tratta, quindi, di un fenomeno in crescita in Italia come nel resto del mondo, anche se a livello europeo paesi come Malta o Irlanda registrano oltre il 60% della popolazione obesa e in sovrappeso, mentre il nostro è tra i Paesi con la più bassa incidenza nella popolazione adulta. Ma non per questo il problema può essere sottovalutato, visto che coinvolge 23 milioni di persone in Italia.
Per questo motivo Piretta non ha dubbi: “è opportuno sottolineare il loro ruolo nella lotta contro l’obesità, senza mai trascurare gli aspetti fondamentali della prevenzione”, ovvero una dieta attenta alle indicazioni delle linee guida per una “sana alimentazione in relazione alla proporzionalità degli alimenti da assumere e alle giuste porzioni nonché al corretto timing dei pasti e all’equilibrio del microbiota intestinale e ad un’attività fisica regolare. Ricordiamo – sottolinea l’esperto – che l’obesità è una malattia multifattoriale che tiene conto di tante variabili, come la predisposizione genetica e gli stili di vita. Su quest’ultimo aspetto si può intervenire, attraverso l’educazione alimentare e l’educazione all’attività fisica”.
Sovrappeso e obesità non sono la stessa cosa. Si definisce in sovrappeso una persona con un Indice di massa corporea (Imc) compreso tra 25,0 e 29,9 kg/m², mentre l’obesità implica un eccesso significativo di peso corporeo che supera o eguaglia l’IMC di 30 kg/m. Sia il sovrappeso che l’obesità possono aumentare il rischio di sviluppare una serie di problemi di salute, tra cui diabete di tipo 2, malattie cardiache, ictus, ipertensione, malattia da reflusso gastroesofageo, apnea ostruttiva del sonno e problemi articolari, tra gli altri. Tuttavia, l’obesità è una condizione più grave e comporta un rischio maggiore per la salute.
Il consumo di alimenti o bevande con dolcificanti ipocalorici, come alternativa allo zucchero, può contribuire a ridurre l’assunzione complessiva di zucchero giornaliera. Se incorporato in una dieta equilibrata e uno stile di vita sano, questo approccio può contribuire a ridurre l’apporto calorico complessivo, come evidenziato da revisioni sistematiche e meta-analisi di studi randomizzati controllati.
Piretta – riferisce la nota – ha sviluppato con il Gruppo Edulcoranti di Unione Italiana Food un vademecum con alcuni consigli pratici su come combattere l’obesità (anche con l’aiuto dei dolcificanti) attraverso una dieta sana e bilanciata e stili di vita salutari: 1. adozione di un’alimentazione equilibrata ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre per sviluppare un microbiota intestinale più in linea con un soggetto magro; 2. attività fisica regolare per almeno 150 minuti (se moderata) o 75 minuti (intensa) ogni settimana, tra cui camminare, correre, andare in bicicletta o nuotare: 3. rispettare i tempi dei pasti (crononutrizione) è un aiuto alla prevenzione dell’obesità. Saltare la prima colazione è un fattore di rischio per l’aumento del peso e per molte delle patologie correlate.
E ancora: 4. mantenere il consumo di zuccheri semplici sotto il 15% delle calorie totali giornaliere; 5. non sottovalutare il sonno. Dormire tra le 7 e le 9 ore a notte è fondamentale per la memoria, gli ormoni e, soprattutto, per la funzione immunitaria, in quanto la mancanza di sonno può influire negativamente sulla regolazione dell’appetito e sulle scelte alimentari, sia per chi è sovrappeso che per chi non lo è; 6. monitoraggio del comportamento alimentare e del peso è considerato uno strumento essenziale negli interventi comportamentali di perdita di peso. Nel parlare di monitoraggio, non s’intende solo il cibo e le bevande consumate, ma anche lo stato emotivo che può avere effetti sull’alimentazione. Ecco perché – conclude la nota – è sempre consigliato consultare dei professionisti, come un nutrizionista o uno psicologo, per ricevere consigli e supporto personalizzati.

(Adnkronos)