Variante del PTCP: primo importante confronto tra Provincia e Comuni

PTCP incontro variante coi sindaci

Si è tenuto oggi presso la sede della Provincia di Padova il primo incontro finalizzato alla definizione del percorso partecipato per la redazione della Variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).
A fare gli onori di casa, il Vicepresidente della Provincia di Padova, Daniele Canella. In Sala del Consiglio, molti sindaci, assessori e tecnici dei comuni del padovano. 

Sul tavolo, la necessità di aggiornare gli strumenti di pianificazione territoriale per adeguarli alle profonde trasformazioni in atto: un lavoro imponente e necessario, per il quale sono stati illustrati agli amministratori i vari passi teorizzati dall’Ufficio Pianificazione Territoriale–Urbanistica della Provincia, insieme all’architetto Giancarlo Ghinello, responsabile incaricato del progetto (qui sotto in allegato le sue slide di presentazione).

Assieme ai Sindaci, agli amministratori e ai tecnici comunali, abbiamo discusso degli aggiornamenti necessari per adeguare gli strumenti di pianificazione territoriale alle trasformazioni in atto, iniziando dalla fondamentale fase di analisi e aggiornamento del quadro conoscitivo“, il commento del Vicepresidente Canella.
Sarà l’occasione per ripensare la strategia del sistema produttivo, attualizzandolo alle esigenze delle imprese. Allo stesso tempo, sarà fondamentale considerare il ripensamento delle tematiche legate all’energia, alla difesa del suolo e alla sostenibilità ambientale, inclusa la lotta ai cambiamenti climatici, nonchè alla rigenerazione urbana.
Sarà anche l’occasione per discutere della viabilità, studiando con il piano il riassetto a seguito della costruzione del nuovo Ospedale di Padova Est e delle nuove linee del tram attualmente in fase di implementazione, ma anche del GRA, la grande viabilità anulare esterna alla città che avrebbe dovuto abbracciare la cintura urbana.
Serve rivedere la progettazione di una viabilità che colleghi tutti questi elementi in un unico quadro coerente. Pensiamo anche di inserire nella pianificazione un piano della ciclabilità su base provinciale, delineando gli sviluppi ciclabili sia per l’aspetto urbano che per quello turistico e rurale.
Vogliamo rendere questo nuovo PTCP uno strumento partecipato e integrato, unendo crescita e tutela del territorio. Continueremo a lavorare insieme ai Comuni per redigere una variante condivisa che porti ad uno sviluppo sostenibile e concreto per l’intero territorio provinciale. Un percorso lungo, ma grazie alle risorse destinate e alla forte volontà politica dell’Amministrazione Provinciale, oggi abbiamo compiuto il primo deciso passo”.

DOMANDE E RISPOSTE

Quali sono gli obiettivi fondamentali dell’assetto del territorio provinciale delineati nel P.T.C.P.?

1. Destinare in modo diverso le parti di territorio in relazione alla loro prevalente vocazione;
2. Localizzare le maggiori infrastrutture e le principali vie di comunicazione;
3. Regimazione, cioè stabilire linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica ed idraulico-forestale;
4. Indicazioni sulle aree nelle quali sia opportuno istituire parchi o riserve naturali;
5. Condividere una pianificazione territoriale provinciale, a tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza.

Come è organizzata e qual è la sequenza delle attività attinenti alla variante al PTCP vigente?

La variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) vigente prevede una serie di attività organizzate in una sequenza logica che può essere così riassunta:
1. Revisione e aggiornamento delle analisi territoriali per comprendere le dinamiche di sviluppo dettate da scenari tendenziali profondamente cambiati;
2. Revisione delle strategie del Piano per allinearle al mutato quadro giuridico-normativo;
3. Considerazione delle criticità legate alla crisi edilizia che ha generato i “Piani Casa” e le “Varianti verdi”;
4. Considerazione delle norme sul contenimento del consumo di suolo e delle limitazioni alle trasformazioni;
5. Considerazione delle criticità idrogeologiche derivanti da fenomeni estremi dovuti ai cambiamenti climatici in atto e conseguenti piani di difesa;
6. Considerazione del mutamento degli scenari internazionali (in particolare crisi energetica e conflitti);
7. Recepimento degli esiti del primo monitoraggio del Piano;
8. Redazione della variante al PTCP, mantenendo la forma del Piano basata su un approccio di coordinamento che privilegia azioni di convincimento piuttosto che di comando;
9. Adozione della variante al PTCP (orientativamente, fra tre anni).
 

 

(Provincia di Padova)