VENETO, IL MANGIAFIABE: STORIE E FAVOLE REGIONALI SUL CIBO

VENETO, IL MANGIAFIABE: STORIE E FAVOLE REGIONALI SUL CIBO

Alla presentazione del libro “Il Mangiafiabe” organizzato dall’Osservatorio Agromafie di Coldiretti con Donne Impresa è intervenuto a sorpresa anche il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia per sottolineare come il cibo sia elemento chiave di tante storie e considerato il patrimonio agroalimentare regionale i racconti veneti sono anche di alta qualità. Dall’inizio dell’umanità: dal pomo dell’Eden colto da Eva ed offerto ad Adamo alla manna del deserto e il vino alle nozze di Cana, per arrivare alle favole, con ad esempio il cestino per la nonna di Cappuccetto Rosso e la casetta di marzapane di Hansel e Gretel ed ancora filastrocche e racconti ispirati a prodotti come il Re di Fava, Cecio e Prezzemolina. Questi ultimi, in particolare, fanno parte della raccolta di novelle curata da Bianca Lazzaro nel volume oggi al centro del convegno tenutosi a Venezia nei Giardini Reali di San Marco dall’Osservatorio Agromafie con Donne Impresa Coldiretti Veneto. L’appuntamento, salutato dalla Presidente di Venice Gardens Foundation Adele Re Rebaudengo e dall’Assessore alla Mobilità e Trasporti Renato Boraso è stato introdotto dal direttore di Coldiretti Veneto Marina Montedoro che ha precisato la bellezza del luogo riaperto nel 2019 il cui restauro è stato premiato a livello europeo. Il volume corredato da illustrazioni di Lucia Scuderi e pubblicato da Donzelli Editori percorre la tradizione popolare da Nord a Sud d’Italia attraverso una ricerca narrativa meticolosa e tradotta dai dialetti locali in molti casi. Un patrimonio culturale che grazie al linguaggio semplice esprime tutti i contenuti agroalimentari regionali, i mestieri, le credenze, i detti e proverbi tramandati dalle generazioni dei campi. “La pratica contadina e la vita in campagna sono alla base del modo di vivere e di pensare dell’uomo occidentale. Dai Greci ai Romani – scrive il Procuratore Giancarlo Caselli nella prefazione – sono stati realizzati poemi memorabili dedicati all’agricoltura. Questa opera intende esaltare le radici di una civiltà che continua ad operare in stretta connessione tra natura e cultura”. La lettura dal vivo di alcuni passi a cura dell’attrice Tiziana De Masi ha sottolineato i temi legati all’educazione alimentare dei bambini. “Fame e miseria condite sempre da furbizia – ha spiegato il giornalista Nunzio Primavera autori di numerosi saggi – vanno interpretati come insegnamento ai più piccoli affinchè superino quella che Freud chiama la fase orale. Ora i modelli pedagogici filtrano usi e costumi: nell’era dei social, rispetto alla minaccia di “andare a letto senza cena”, funziona meglio il divieto dell’uso dell’Iphone. Ma non si deve dimenticare che in un vicino passato la società usciva affamata dalle guerre del secolo scorso”. Marcello Maria Fracanzani Consigliere della Corte di Cassazione e componenti del Comitato Scientifico dell’Osservatorio nella sua relazione ha evidenziato il tratto femminile che traspare proprio in copertina dove è ritratta una donna che prepara da mangiare.

“Che la donna sia in cucina è un luogo comune che lega l’Europa. Che non vi abbia fatto solo da mangiare è invece scoperta recente. Ha usato quella magia che è dare forma alla fantasia ed ha servito in tavola pietanze condite con favole per rendere più appetitoso quel poco che aveva. A pensare bene, ogni specialità lungo l’italico stivale è l’ingegno della donna di riuscire a saziare l’uomo con il poco, pochissimo, che si aveva: dai ghiummareddi pugliesi, alla coda alla vaccinara romana, al frico friulano è un tripudio di scarti ed avanzi che si fanno fiaba. È la magia del fare, del far star bene che i greci chiamano karìzo, i latini Caritas ed ha varcato perfino gli oceani per diventare l’I care di una fortunata campagna elettorale. Ma in fondo, il karìzein è una delle cinque parole che i greci avevano per definire l’amore cui noi, barbari regrediti ed in miseria, dedichiamo una parola sola. Potremmo allora dire: Pane, amore e fantasia; e sembrerebbe il titolo di un film.

Ma è la radice della genuinità, delle distintività, della sacralità stessa del cibo e di chi vi si accosta per preparalo o per consumarlo. Il rispetto che si deve a ciò che non è merce e deve esulare dal mero rapporto domanda/offerta, alla ricerca di un prezzo tanto più “buono” quanto più è ribassato.

La diversità, la distintività è un valore, senz’altro in Italia, sicuramente in Europa. E l’invito è alla presentazione del prossimo libro sulle più belle fiabe di tutt’Europa di cibi e magia”.

Un assist che Chiara Bortolas presidente nazionale delle imprenditrici agricole di Coldiretti ha colto al volo ricordando il valore della reciprocità delle famiglie rurali. “Per ingannare il tempo, il freddo e la povertà gli agricoltori si riunivano nelle stalle a fare filò – ha rivelato – al caldo tra gli animali domestici, la comunità assumeva importanza. Questa modalità sempre valida di stare insieme anche nella preghiera, nelle parole dette e ripetute come litanie che lasciavano una morale è stata esportata nelle migrazioni dei popoli. Genitori e figli hanno perpetuato questo rito andando in Brasile, Francia, Belgio, Germania e Svizzera portando con loro un bagaglio culturale forte che è stato l’anello di collegamento tra l’Italia e resto del mondo.

(Coldiretti Padova)