Sala I – II (VIII sec. – I sec.) Preromana

Le prime due sale del Museo Archeologico presentano la civiltà  dei Veneti, che si sviluppò durante il primo millennio a.C. in un”€™area che coincide pressappoco con la regione attuale. Gli influssi culturali provenivano da varie direzioni, ma dall’VIII secolo a.C. alla romanizzazione si sviluppa una cultura sostanzialmente unitaria.
Di questa popolazione ci parlano i numerosi materiali sporadici, come spilloni, fibule di bronzo, bronzetti, destinati ai santuari e ad un contesto funerario.
Unici monumenti di scultura del mondo paleoveneto sono le stele funerarie patavine, lastre rettangolari, che sorgevano sulle tombe riservate a personaggi di alto livello sociale.
Nei corredi tombali i paleoveneti, oltre a porre un vaso panciuto contenente le ceneri del defunto, usavano sistemare tazze di bronzo e vari oggetti di ornamento.
Preziose testimonianze dimostrano che i luoghi di culto, le stipi votive, meta di infermi e devoti, erano situate vicino a fonti o corsi d’acqua e contenevano vasi e tazzine fittili, ma anche cavallini, cavalieri, figurine virili e femminili, di gambe e braccia umane.

Tra le stele presenti al Museo quella più nota è quella dedicata ad una patavina, Ostiala, andata in sposa al romano Gallenio, datata al I seolo a.C. Su tale monumento è raffigurato il viaggio agli Inferi: sopra una biga in corsa, trainata da una coppia di cavalli, vi sono la defunta vestita alla moda paleoveneta, il marito che la sta guardando in atto di estremo saluto, e l’auriga.

L’importanza del cavallo nella vita economica dei Veneti antichi è testimoniata da una particolare sepoltura, dove in un’unica fossa, è collocato un maschio di circa vent”€™anni sopra un giovane cavallo, ucciso intenzionalmente per il rito funerario.

(Padovanet – rete civica del Comune di Padova)