The Manhattan Transfer & New York Voices

 

altUn trionfo di swing, bepop e jazz ieri sera al Gran Teatro Geox con il doppo concerto dei Manhattan Transfer  e dei New York Voices.  Inserito nella XIV edizione del Padova Jazz Festival, rassegna organizzata dall’associazione Miles con Veneto Jazz, il concerto ha potuto vantare una grandissima partecipazione di pubblico di tutte le età, dagli storici fan dei Manhattan fino ad un pubblico giovane affascinato dal gruppo newyorkese, arrivato ormai a quasi quarantanni di carriera.

Il concerto non ha certamente deluso le aspettative. I due gruppi si sono alternati sul palco per oltre due ore di concerto esibendosi ora separatamente ora dando vita a vere e proprie jam session canore affrontando sia proprie produzioni, sia grandi classici jazz di Duke ellington, Ella Fitzgerald e Miles Davis rivisitati e riarrangiati per voce.

I Manhattan Transfer paiono non aver risentito dell’ormai non più giovane età. In questa che è stata l’ultima tappa del tour europeo prima di tornare negli Stati Uniti, hanno conquistato il pubblico padovano, proponendo classici della loro carriera quali il notissimo Soul to Food, dall’album Brazil, e brani più recenti come The Sidewinderd, inserito nell’album State of Mind di Yaron Gershovsky e soprattutto Tutu, che ha visto Cheryl Bentyne affrontare un classico di Miles Davis sostituendo con la sua voce straordinaria la partitura prevista nell’originale per la tromba.

Altrettanto coinvolgenti i New York Voices, più “giovani” rispetto ai Manhattan Transfer,  ma non per questo meno in grado di offrire uno spettacolo di altissima qualità alternando classici del jazz con musica sudamericana, tra cui una Invitacion di Ignacio Cervantes, arrangiata ed eseguita rigorosamente a cappella, pezzi rhythm&blues e brani più pop. Vista la versatilità del quartetto, formato da Damon Meader, Lauren Kinhan, Peter Eldridge e Kim Nazarian, non stupisce che possano vantare collaborazioni con artisti del calibro di Ray Brown, Bobby McFerrin, la Count Basie Orchestra e George Benson.

Sicuramente la collaborazione con i Manhattan Transfer ha dato i suoi frutti sul palco del Gran Teatro Geox, ieri sera dove i due gruppi hanno dato vita a un concerto a otto voci molto suggestivo. Oltre alla bravura tecnica di entrambi quello che maggiormente saltava agli occhi era proprio il divertimento e il piacere da parte di tutti nel cantare assieme, arrivando fin a mescolarsi tra loro e improvvisare una gara canora con le donne da una parte e gli uomini dall’altra, “competizione” indiscutibilmente vinta dal gruppo maschile con una folgorante Caravan di Duke Ellington.

Ad una tale combinazione di talento il pubblico non poteva che reagire positivamente. Forse ancora trattenuto ad inizio concerto, si è via via scaldato coinvolto dallo show richiamando più volte sul palco gli artisti dopo il finale previsto – una Birdland dal ritmo trascinante- rinunciando ad alzarsi dalla poltrona solo a chiusura definitiva del sipario.

 

Giuseppe Bettiol

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