“Le aziende padovane in salute. Ma il 2008 ha un profilo incerto”

Riportiamo l’intervento integrale del presidente di Unindustria Padova, Francesco Peghin, alla conferenza stampa di inizio anno svoltasi questa mattina nella sede dell’Associazione.

"Un cordiale benvenuto a tutti e grazie di essere intervenuti.

Con questa conferenza stampa di inizio anno vorrei avviare, con il vostro aiuto, una consuetudine da proseguire in futuro, per fare insieme il punto della situazione, riflettere sulle prospettive dell’industria padovana, i rischi e le opportunità, le azioni da intraprendere per rendere il sistema Padova sempre più competitivo.

Desidero, prima di tutto, rivolgervi l’augurio di un grande 2008 sul piano professionale e personale.

Stiamo lavorando affinché sia un grande 2008 per l’Associazione.

AZIENDA PADOVA IN SALUTE. MA IL 2008 HA UN PROFILO INCERTO

Il 2007 si è chiuso con risultati positivi che confermano la vitalità dell’impresa padovana e la sua rinnovata capacità di competere sui mercati internazionali. [Dati in cartella stampa.] La produzione industriale è cresciuta del 2,8% (gennaio-settembre) ma l’anno è stato caratterizzato soprattutto dal buon andamento delle esportazioni cresciute in valore e in quantità grazie al contributo straordinario delle piccole e medie imprese.

Nel complesso, l’aumento dell’export padovano è stato del +9,5% trainato dalle prime tre voci merceologiche: metalmeccanico (+10,3%), sistema moda (+10,5%) in significativa controtendenza rispetto al dato regionale (+0,0%), chimica (+11,3%). Se si eccettua il mercato USA (–3,0%), che ha registrato una generale contrazione a causa dei rapporti di cambio euro-dollaro, le esportazioni crescono nei principali mercati di sbocco: Germania (+6,5%), Francia (+4,7%), Regno Unito (+11,6%) ma anche Russia diventata il 6° mercato di destinazione (+41%), Cina (+41,2%) e India (+50,6%).

Il saldo record degli scambi con l’estero nel 2007, raggiunto nonostante un euro forte, testimonia della capacità di innovazione e internazionalizzazione del sistema Padova.

Il tasso di disoccupazione provinciale è sceso ai minimi storici intorno al 3,5 per cento.

In questo quadro resta centrale l’attenzione alla competitività. Le nostre aziende sono state protagoniste della crescita grazie a uno straordinario ma duro processo di trasformazione. Ora abbiamo bisogno di maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro e più in generale deve crescere la produttività, che in Italia è molto più bassa rispetto ai maggiori concorrenti europei.
Anche perché lo slancio complessivo si sta affievolendo e fa intravedere scenari meno rosei a medio termine. Il rallentamento della produzione, nell’ultima parte del 2007, è un campanello d’allarme che sarebbe colpevole sottovalutare.

I rincari record di petrolio, materie prime [+24,1% nel 2007] e costi energetici, la continua rivalutazione dell’euro, le tensioni sui tassi di interesse delineano per il 2008 un profilo più incerto che sta già mettendo a dura prova famiglie e imprese.

Ma se c’è una ragione di ottimismo, più forte delle altre, questa è la capacità più volte dimostrata dalle imprese di reagire alle difficoltà e trasformarle in opportunità.

Nonostante il quadro di incertezza, le aziende padovane mantengono, e in qualche caso incrementano l’impegno a investire nel 2008 per il recupero di produttività (sostituzione di impianti, innovazioni tecnologiche, ricerca e sviluppo, sicurezza, formazione). Anziché occuparsi “d’altro”, la politica farebbe meglio a comprendere e a sostenere questo sforzo. O almeno a non ostacolarlo.

Sappiamo bene, infatti, che una parte importante della competitività è esterna alle aziende.

Invece le risposte di politica economica e fiscale sono inadeguate. Nonostante qualche aspetto positivo, come la riduzione delle aliquote Ires e Irap – peraltro vanificata dall’ampliamento della base imponibile – o il credito di imposta per la ricerca delle PMI, il complesso della manovra 2008 destina allo sviluppo risorse insufficienti, proprio mentre servirebbe un impegno più deciso per contrastare l’effetto di rallentamento.

E’ alla crescita che vanno destinate le risorse disponibili, anche con interventi fiscali legati a un forte impegno delle forze sociali per più produttività, salari, investimenti. Due proposte:

1)    La differenza tra il costo del lavoro per le imprese e la retribuzione netta in busta paga per i lavoratori rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due. Noi proponiamo il taglio di altri cinque punti del cuneo fiscale, ma questa volta tre ai lavoratori e due alle imprese.

2)    Esiste una “questione salariale” che va affrontata alla radice, alleggerendo il prelievo fiscale sul lavoro dipendente e detassando la contrattazione di secondo livello. Sì agli aumenti salariali, dunque, ma legati ai risultati aziendali e alla produttività: così potremo pagare di più e meglio i nostri collaboratori e rendere le imprese più competitive.

Serve un Fisco più in linea con l’Europa, dove l’aliquota media sulle imprese – voglio ricordarlo – è più bassa di ben 8 punti. Ogni euro di maggiore gettito o di recupero dell’evasione vada a riduzione del carico fiscale.

Ma bisogna anche iniziare a ridurre il delta dei costi dell’energia, pari al 20-30%, che ci allontana dall’Europa. [Il petrolio ha superato i 100 dollari al barile e ancora non abbiamo un progetto di diversificazione delle fonti che comprenda il nuovo nucleare.]

UNA POLITICA CAPACE DI DECIDERE

Ma una parte importante della competitività è legata anche ai tempi delle decisioni, al coraggio di varare riforme strutturali che aspettiamo da troppo tempo e non sono più rinviabili, a tagli drastici ma possibili alla spesa pubblica improduttiva.

E’ legata a una riforma dello Stato che lo metta in grado di funzionare, a una riforma elettorale che assicuri la governabilità, a modifiche delle norme e dei regolamenti parlamentari che privilegino la spinta a fare e a costruire rispetto ai diritti di veto.

La principale malattia dell’Italia è il sostanziale blocco decisionale. Tutti hanno il potere di veto e non si prendono decisioni, si tratti di spesa pubblica, di energia o di infrastrutture. E’ questa la sfida principale da affrontare con riforme che garantiscano coesione programmatica, capacità di decidere, stabilità.

Sulla riforma elettorale, purtroppo, registriamo oggi molta confusione, il prevalere di atteggiamenti tattici o conservativi rispetto alla concreta volontà di trovare un’intesa in Parlamento. Per questo confermiamo il nostro appoggio all’iniziativa referendaria [Unindustria Padova è stata la prima Associazione del sistema Confindustria a sostenere apertamente il referendum] e confidiamo che la Corte Costituzionale – che proprio oggi si riunisce in Camera di Consiglio – dichiari ammissibili i quesiti.

Non ci sfuggono i limiti del referendum. Ma siamo convinti che potrebbe essere l’unico elemento dirompente, in grado di affermare quella volontà di innovazione politica che i cittadini hanno già chiaramente espresso nei primi anni ’90. Innovazione che per noi significa superare la frammentazione dei partiti, rafforzare il sistema bipolare e dell’alternanza.

L’Italia non può continuare ad essere il Paese dei veti – dai rifiuti alla TAV – ma deve diventare il Paese delle decisioni!

Vediamo, in questi giorni, dove può portare questa anomalia italiana. L’immagine di Napoli sommersa dai rifiuti, che sta facendo il giro del mondo, è il disastro annunciato di anni di “non decisioni”, del rigetto verso qualsiasi matura assunzione di responsabilità.

Ma è anche un ammonimento alle altre Regioni e alle aree più dinamiche – come la nostra – a pensare al futuro, a scegliere e decidere oggi, non arrendendosi agli “irriducibile del no” a qualsiasi innovazione: dalla viabilità ai rifiuti alla produzione di energia.

Sullo smaltimento dei rifiuti, la situazione di equilibrio raggiunta non ci assicura per il futuro. Padova e la sua comunità sono chiamate a pensare al futuro e realizzare soluzioni strutturali, come i termovalorizzatori, sicuri, efficienti, ambientalmente sostenibili. Capaci non solo di smaltire i rifiuti ma anche di produrre materie riutilizzabili ed energia.

Noi imprenditori consideriamo responsabile ed utile l’orientamento del Comune di Padova a realizzare la terza linea dell’inceneritore di San Lazzaro, o un termovalorizzatore. E’ una scelta che, attraverso il dialogo con la cittadinanza per informare correttamente e ricercare il massimo coinvolgimento e la condivisione, va finalizzata nell’interesse dell’intera collettività.

PADOVA: UNA STAGIONE DI OPPORTUNITA’

Considero un fatto estremamente positivo e simbolico che il 2007 si sia chiuso con l’apertura del Viadotto di Padova Est, che conclude l’impegno pluridecennale del completamento dell’anello delle Tangenziali.

E’ l’emblema di una “cultura del fare”, di una stagione di opportunità che Padova ha davanti a sé e che va colta fino in fondo, attraverso l’impegno congiunto di Istituzioni ed Enti locali, forze politiche, associazioni imprenditoriali e sindacali.

Fanno parte di questa “stagione di opportunità” le nuove linee del Tram; l’Auditorium; la direttissima per Abano; la riqualificazione di interi quadranti urbani; il Grande Raccordo Anulare e la Statale 10: opere – queste ultime – per le quali va superato ogni ostacolo decisionale o finanziario.

C’è un disegno, soprattutto, a cui è affidata la scommessa di una dimensione internazionale. E’ il nuovo polo sanitario e le sue ricadute sul territorio. Dovrà essere un polo di specialità medico-scientifiche, ricerca e laboratori di avanguardia che leghi il nome di Padova nel mondo al concetto di assoluta eccellenza (dai trapianti alle biotecnologie, alle applicazioni mediche delle nanotecnologie).

Molto bene, quindi, l’accelerazione della Regione Veneto sull’iter procedurale per la redazione di un progetto di massima e di un piano finanziario (stanziati 250.000 euro). Chiediamo agli Enti locali di mettersi a disposizione per completare questa fase ancor prima dei dodici mesi previsti.

Quanto al finanziamento, siamo favorevoli all’ipotesi di project financing, che può certamente velocizzare tempi di realizzazione e risolvere la copertura finanziaria. Ricordiamo quanto è stato fatto – presto e bene – a Mestre con il nuovo Ospedale.

Il nostro auspicio è che attorno al futuro ospedale si coaguli un “Centro di eccellenze” che metta in rete cliniche universitarie, laboratori privati di ricerca, imprese hi-tech con ricadute enormi sulla diffusione di conoscenze al territorio e l’attrazione di cervelli.

Un’unica società della logistica. Attorno alla proposta di fusione tra Interporto e Magazzini Generali e, domani, anche con la ZIP – da noi lanciata all’Assemblea di luglio – si è creato un consenso ampio e trasversale. E’ una buona notizia.

Cogliamo questa occasione favorevole. Passiamo con decisione dalle parole ai fatti per realizzare, nel corso del 2008, questo obiettivo. Padova realizzerebbe un esempio concreto di lotta agli sprechi in Enti a partecipazione pubblica e ricerca della massima efficienza operativa e gestionale tra soggetti con specialità e funzioni affini.

Camera di Commercio. Sulla Camera di Commercio voglio limitarmi a poche considerazioni.

E’ stato giusto e opportuno chiedere un momento di chiarificazione e trasparenza, nell’interesse stesso della futura governance, affinché non ci siano riserve sulla sua piena legittimità e rappresentatività.
Detto questo, resta il rammarico perché siamo distratti dalle questioni vere. Questi mesi avrebbero potuto più utilmente essere dedicati ai contenuti, alla progettualità, alle azioni da affidare alla futura governance. A elaborare una visione d’insieme dello sviluppo e delle strategie per perseguirlo. Ma anche a un ripensamento dell’Ente camerale e della sua funzione.

I tempi rapidi di mutamento dell’economia richiedono di affiancare i processi di sviluppo dell’economia locale, individuando quegli interventi che risolvano i nodi della crescita.

Cosa chiedono le imprese di ogni settore oggi per competere?
–    Fortissima è la domanda di internazionalizzazione, dietro la quale ci sono servizi sofisticati (creazione distretti all’estero, selezione di partners e fornitori, formazione del personale, etc.);
–    creazione di reti di impresa (nelle varie filiere ma anche nella commercializzazione, assistenza, marketing, etc.);
–    innovazione e trasferimento tecnologico;
–    education e formazione di nuove competenze;
–    attrazione di investimenti nel territorio.

Ecco, la Camera deve stare su questi fronti. Meno interventi frammentati, meno sostegni a piccole iniziative di interessi locali ma che non fanno sviluppo, ma più capacità di selezione degli interventi.

Sono queste le questioni vere da affrontare. E’ qui che dobbiamo risposte coerenti, che devono uscire dai tavoli istituzionali dell’economia.

IL 2008 ANNO DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Alcuni episodi molto gravi, lo dico con dolore, ci hanno riproposto la questione della sicurezza sul lavoro.

Tragedie come quella di Torino sono inaccettabili. Lo sono innanzitutto per noi imprenditori che consideriamo coloro che lavorano con noi il bene più prezioso.

Questo è particolarmente vero nella nostra provincia, dove la cultura del lavoro e la coesione sociale sono un patrimonio comune e una leva formidabile di crescita.

Noi non vogliamo retrocedere da questa civiltà del lavoro.

Alla sicurezza nei luoghi di lavoro occorre dedicare un’attenzione continua, soprattutto sul piano della prevenzione che consente di andare oltre le molte cose che le nostre imprese già fanno in aggiunta a quanto prescritto per legge.

Dal 2003 al 2006 gli infortuni nelle attività industriali in provincia di Padova sono diminuiti dell’11,3 per cento. Nei primi undici mesi del 2007 c’è stato un ulteriore calo del 3,8% (fonte: Inail).

Unindustria è impegnata a fondo insieme alle sue aziende. Penso alle 7.000 ore di formazione dei lavoratori sulla sicurezza negli ultimi due anni (+160% rispetto al biennio 2004-2005), alla campagna “Lavoro Sicuro”, alle iniziative del Collegio dei Costruttori.

Sono convinto che in materia di sicurezza sul lavoro non si faccia mai abbastanza. E a noi spetta fare tutto quanto è in nostro potere.

L’obiettivo di garantire la massima sicurezza potrà essere raggiunto se al nostro impegno si affiancherà un disegno condiviso fra Istituzioni, imprese e sindacati, senza inutili contrapposizioni.

Con questo spirito, abbiamo promosso prima di Natale un incontro con i Segretari provinciali di CGIL, CISL e UIL nel quale abbiamo condiviso l’impegno a promuovere un tavolo permanente sulla sicurezza sul lavoro e un’azione forte e comune basata soprattutto sulla prevenzione e centrata su tre linee di intervento: quella della formazione continua ai lavoratori – soprattutto giovani, al primo impiego e stranieri – e agli imprenditori per far crescere la cultura della sicurezza; la consulenza alle imprese e ai lavoratori, utilizzando una parte delle risorse che le aziende versano all’Inail; la collaborazione fra pubblico e privato.

Obiettivi e linee di intervento che tradurremo presto in un documento congiunto.

Serve una vera collaborazione tra associazioni imprenditoriali, sindacati, Istituzioni locali. E occorre coordinare i vari soggetti pubblici che si occupano a vario titolo di sicurezza sul lavoro per evitare duplicazioni e sprechi e ci si possa concentrare sulle cose da fare.

Vogliamo fare del 2008 l’anno della sicurezza sul lavoro: senza retorica, senza convegni ma concentrandoci su attività, innovazioni e risultati, come è nella cultura degli imprenditori padovani.

CONCLUSIONI

Vorrei concludere parlando di noi, della nostra Associazione.

Lunedì prossimo, 21 gennaio, si svolgerà in sessione privata l’Assemblea straordinaria dei soci di Unindustria Padova. Si tratta di un passaggio fondamentale, a poco più di un anno dal rinnovo della Presidenza, nel quale faremo il punto di un anno di lavoro e gli imprenditori saranno chiamati ad approvare il nuovo Statuto dell’Associazione.

Perché un nuovo Statuto? Per l’imprenditore come per l’Associazione l’innovazione e la modernizzazione sono un processo continuo. Il desiderio di modernizzare l’Associazione nasce dalle attese e dalle indicazioni dei nostri associati raccolte al momento della mia designazione alla Presidenza, sulle quali – insieme ai Vice Presidenti e alla Giunta – stiamo lavorando e continueremo a lavorare.

A dieci anni dalla nascita di Unindustria Padova è emersa l’esigenza di cambiare alcune regole, per correggere le criticità emerse – non solo nella nostra ma in molte altre Associazioni – ma soprattutto per delineare un’Associazione più moderna e coesa, più partecipata e trasparente. Un’Organizzazione sempre più snella, agile e accessibile per rispondere più efficacemente ai bisogni di rappresentanza e di servizi delle imprese.

I tempi sono cambiati. C’è un’esigenza positiva nella nostra Associazione, quella di essere più vicini al vertice. C’è una maggiore disponibilità degli imprenditori a partecipare alla vita associativa e ad assumerne le responsabilità. Crediamo che si debba farla crescere, in modo pluralistico ma comunque ordinato.

Lunedì prossimo, se lo Statuto avrà l’approvazione dell’Assemblea, si chiuderà una fase di trasformazione dell’Associazione, dopo la quale ci sarà ancora molto da lavorare per rispondere sempre meglio ai bisogni delle nostre imprese.

Vi ringrazio."

**************

Quadro sintetico industria padovana

 

  

L’INDUSTRIA PADOVANA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2007

 

Var.% 2007/2006

Dinamica Imprese

1,5%

  – industria manifatturiera

-0,4%

  – costruzioni

3,5%

Fatturato

5,8%

Produzione

2,8%

Ordini mercato estero

6,9%

Ordini mercato interno

3,3%

Occupazione

0,1%

Import

7,3%

Export

9,5%

 

 

 

 

 

 



Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Unindustria Padova su dati Istat, Unioncamere

L’EXPORT DI PADOVA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2007  

 primi 20 Paesi*

 

Val. assoluti in Euro

Var. % ‘07/’06

 

gen-set 2006

gen-set 2007

 Germania

652.347.322

694.520.071

6,5

 Francia

530.274.501

555.407.179

4,7

 Spagna.

339.221.520

336.644.138

-0,8

 Regno Unito

290.707.885

324.329.978

11,6

 U.S.A.

300.976.382

291.896.445

-3,0

 Russia 

147.214.734

207.506.730

41,0

 Romania

154.143.727

159.970.184

3,8

 Austria

146.967.976

154.793.982

5,3

 Svizzera

119.066.179

151.725.351

27,4

 Paesi Bassi

133.351.901

144.787.761

8,6

 Polonia

114.596.564

127.687.454

11,4

 Grecia

107.341.303

121.439.351

13,1

 Turchia

103.759.364

115.806.172

11,6

 Belgio

92.791.996

112.953.936

21,7

 Slovenia

75.750.923

88.618.375

17,0

 Croazia

78.112.340

88.320.362

13,1

 Repubblica Ceca

77.096.168

87.339.595

13,3

 Svezia

65.940.432

77.442.186

17,4

 Ungheria

69.008.197

72.848.054

5,6

 Portogallo

65.737.834

68.371.534

4,0

           Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Unindustria Padova su dati Istat

*   Cina al 21° posto (+41,2%), India al 26° (+50,6%)

L’EXPORT DI PADOVA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2007

Crescita per voci merceologiche

 

Padova

Veneto

Italia

Agricoltura e pesca

-17,0

-0,7

10,6

Estrattive

15,1

4,8

19,9

Alimentari-bevande

7,8

8,9

6,2

Sistema moda

10,5

-0

3,9

Carta-editoria

6,0

11,6

5,0

Chimica e lav. min. non met.

11,3

2,6

8,9

Metalmeccanica

10,3

15,0

14,9

Legno-mobile e altre man.

8,9

12,4

11,3

Totale

9,5

9,5

11,5

            Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Unindustria Padova su dati Istat

 

LA DINAMICA DELLE IMPRESE IN PROVINCIA DI PADOVA

anni

agricoltura

industria

commercio

servizi

non class

Totale

1996

20310

23002

26385

15031

144

84872

1997

29772

23097

26307

15270

331

94777

1998

29508

23364

26363

15712

529

95476

1999

27619

23561

26267

16190

840

94477

2000

26082

24040

26116

17068

553

93859

2001

24259

24537

26181

18200

489

93666

2002

22680

24971

26234

19022

452

93359

2003

21501

25341

26343

19542

359

93086

2004

20556

25650

26362

20431

338

93337

2005

19916

26056

26459

21256

136

93823

2006

19092

26491

26567

22037

71

94258

30.09.07

18389

26782

26540

22524

126

94361

var. % su stesso periodo anno precedente

 anni

agricoltura

industria

commercio

servizi

non class

Totale

1997

46,6

0,4

-0,3

1,6

129,9

11,7

1998

-0,9

1,2

0,2

2,9

59,8

0,7

1999

-6,4

0,8

-0,4

3,0

58,8

-1,0

2000

-5,6

2,0

-0,6

5,4

-34,2

-0,7

2001

-7,0

2,1

0,2

6,6

-11,6

-0,2

2002

-6,5

1,8

0,2

4,5

-7,6

-0,3

2003

-5,2

1,5

0,4

2,7

-20,6

-0,3

2004

-4,4

1,2

0,1

4,5

-5,8

0,3

2005

-3,1

1,6

0,4

4,0

-59,8

0,5

2006

-4,1

1,7

0,4

3,7

-47,8

0,5

30.09.07

-4,7

1,5

0,2

3,1

75,0

0,3

           Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Unindustria Padova su dati Unioncamere

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