Per un superamento della Bossi-Fini

Tra i vari spazi di discussione presenti in una Civitas sempre più istituzionalizzata, sabato 5 maggio ha trovato posto anche un interessante convegno, dal titolo “Per un superamento delle frontiere sull’immigrazione”. Ospiti il Ministro delle Solidarietà Sociali Ferrero e i rappresentanti del CNEL, dell’ARCI e dei sindacati.

Tra i vari spazi di discussione presenti in una Civitas sempre più istituzionalizzata, sabato 5 maggio ha trovato posto anche un interessante convegno, dal titolo “Per un superamento delle frontiere sull’immigrazione”. Ospiti il Ministro delle Solidarietà Sociali Ferrero e i rappresentanti del CNEL, dell’ARCI e dei sindacati.

Sin dall’apertura l’argomento si è rivelato “caldo”, con un mini presidio di un gruppo di giovani centrosocialisti non meglio definitosi, riuniti nel fondo della sala per gridare all’ingiustizia del nuovo disegno di legge, la Amato-Ferrero. I punti critici della nuova legislazione, presentati in una maniera chiassosa e puramente fine a se stessa da questi ragazzi, sono poi gli stessi emersi nel dibattito: il mantenimento dei CPT, pur se con funzione residuale, e la richiesta di una sanatoria generalizzata delle persone che già sono presenti in Italia, e costrette a lavorare in nero.

Questo, però, i ragazzi del picchetto non lo sanno, perchè hanno scelto di rifiutare l’invito a partecipare attivamente alla discussione proposto da un impassibile coordinatore culturale di Civitas, preferendo “stare lontani dai microfoni del potere” e continuando quindi a urlare slogan precostituiti da un megafono scassato, col risultato di non farsi capire da nessuno al di fuori del loro gruppetto – emblematico?

Piccole polemiche a parte, l’incontro è stato davvero soddisfacente: finalmente un ministro che si dimostra competente nella sua materia, centrando il focus dei problemi e ponendo discorsi filosofico-culturali di tutto rispetto in una maniera sentita e diretta, senza tanti politicismi. In sintesi, il discorso di Ferrero si potrebbe riassumere in un unico grande concetto basilare: i problemi nel nostro Paese esistono, e negarli sarebbe inutile propagandismo.

Tra questi, si trova sicuramente al primo posto la mancanza di un welfare in grado di dare sicurezze ai cittadini, difetto messo certo in evidenza dalla presenza di nuovi cittadini, che a loro volta chiedono – giustamente, come da Costituzione – di poter godere dei diritti civili e sociali.

Utilizzare tale malessere sociale come propaganda politica, per fomentare una guerra tra poveri che non può che sfociare in forme di razzismo sociale, come certi gruppi politici fanno, non solo nuoce al Paese e alla società tutta – ed è per questo che una riforma della Bossi-Fini si rende più che mai necessaria e urgente – ma nasconde un fatto ancor più grave: l’incapacità della politica di saper dare risposte ai cittadini. Di qui la necessità di trovare un capro espiatorio, dietro il quale nascondere la triste verità che il nostro sistema-Paese scricchiola da tempo. Ora, sembrerà banale, ma come diceva Miraglia, rappresentante dell’ARCI nazionale, “sentir dire da una personalità del Governo concetti su cui noi operatori sociali ci battiamo da anni” fa davvero piacere. Ed è probabilmente con lo stesso sentimento, il piacere di sentire ripetute da una figura “di potere”, nell’esercizio della sua pubblica funzione, a voce alta e con impeto, verità allo stesso tempo semplici e importanti che una donna immigrata dal pubblico si è alzata per una spontanea standing ovation al termine dell’intervento di Ferrero: un sentito grazie, condito anche da un piccolo sospiro di sollievo – era ora!!

Elisa Gamba

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