Desaparecidos, i testimoni all’Università di Padova

Il 14 marzo 2007 la Corte di Assise di Roma ha condannato all’ergastolo cinque ufficiali argentini in servizio all’epoca della dittatura. I durissimi numeri della repressione sono diventati finalmente volti e gli assassini hanno un nome.
Il 14 marzo 2007 la Corte di Assise di Roma ha condannato all’ergastolo cinque ufficiali argentini in servizio all’epoca della dittatura. I durissimi numeri della repressione sono diventati finalmente volti e gli assassini hanno un nome.

Vera Vigevani Jarach racconta di una figlia che non c’è più, inghiottita nel nulla di un volo di morte sopra il Rio de la Plata. Lo fa con pacatezza e fermezza, con quelle parole della memoria capaci di far vivere la Storia. Il suo doloroso mestiere del ricordo, oggi, si è trasformato nella più letale arma di giustizia.

Venerdì 4 maggio, alle 10.30, al Teatro Ruzante, Riviera Tito Livio 45, VERA VIGEVANI, NORMA BERTI, ENRICO CALAMAI, testimoni-chiave del processo di Roma, interverranno in una conferenza-incontro dal titolo “Giustizia per i desaparecidos. Argentina e Italia: i processi e la memoria”, organizzata dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, per rievocare le vicende tragiche che hanno vissuto, ma anche per comunicare la speranza che rinasce quando le istituzioni si dimostrano capaci di non rassegnarsi all’oblio e di onorare la memoria delle vittime.

Nella giornata di giovedì 3 maggio, alle 10.30, in Aula Nievo del Palazzo del Bo, è previsto un seminario introduttivo organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo patavino coordinato da Antonella Cancellier con interventi di Paolo De Stefani, Alessandro Di Paolo e Bruno Groppo.
Sarà presente LUIS ALLEGA, ex desaparecido e testimone al processo di Roma.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

VERA VIGEVANI JARACH è nata a Milano nel 1928. A dieci anni emigrò con la famiglia in Argentina perché le leggi razziali le impedivano di andare a scuola e di avere una vita normale. In Argentina sposò Giorgio Jarach e lavorò come giornalista all’ANSA di Buenos Aires. La figlia Franca, diciottenne, fu prelevata in un bar insieme ad altri compagni di classe il 26 giugno 1976. Di lei non si seppe più nulla fino a quando, poco tempo fa, si è avuta la certezza da una sopravvissuta al campo di concentramento dell’ESMA che era tra le vittime dei voli della morte.
Fondatrice del movimento delle "Madres de Plaza de Mayo", Vera Vigevani ha svolto in Argentina e all’estero un’intensa lotta per testimoniare, con scritti e incontri pubblici, l’importanza di conservare e meditare sulla memoria degli anni della dittatura.

NORMA BERTI è una giurista, vive a Torino. Sequestrata a Córdova nel novembre 1976, all’età di 21 anni, fu torturata e tenuta imprigionata in alcuni tra i più famigerati centri di detenzione argentini. La prigionia durò in tutto due anni e mezzo. È presidente dell’Associazione Italia–Argentina di Torino. La sua testimonianza al processo romano per l’ESMA è stata di particolare drammaticità e commozione.

ENRICO CALAMAI è stato console italiano a Buenos Aires nel periodo di più intensa repressione. Benché privo di adeguato sostegno da parte delle autorità italiane dell’epoca, si adoperò intensamente a favore della comunità argentina di origine italiana e riuscì a mettere in salvo centinaia di oppositori politici del regime.
Il presidente argentino Kirchner lo ha insignito, il 10 dicembre 2004, della Cruz dell’Orden del Libertador San Martín per essersi battuto in difesa dei diritti umani durante gli anni del golpe.

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