AA 22/23 Secondo ciclo – Cammino di fede e cammino umano

La cultura teologica cammina con la cultura del cambiamento. Lo studio della teologia nell’indirizzo di specializzazione biennale in Teologia spirituale del ciclo di licenza della Facoltà teologica del Triveneto permette un approfondimento individuale ma è anche un contributo alla chiesa intera e quindi alla definizione dell’esperienza cristiana. «La provocazione dei cambiamenti culturali – spiega p. Antonio Bertazzo, che da settembre sarà vicedirettore del secondo ciclo e responsabile dell’indirizzo di Teologia spirituale – mette a confronto i principi della teologia con l’antropologia, nell’ambito di un processo avviato con il Concilio vaticano II e tuttora in divenire».

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La teologia spirituale. La teologia dell’esperienza spirituale assume oggi un carattere di attualità in relazione al mutamento delle pratiche religiose. «Lo svuotamento delle chiese e dei luoghi di aggregazione religiosa non ha spento la tensione spirituale, cioè il desiderio dell’uomo di coltivare l’interiorità – afferma Bertazzo –. Il tema dell’interiorità vale per tutti, credenti e non credenti, ma per il cristiano significa poter entrare in una relazione personale, fatta di incontri, colloqui e risposte, con Colui che è presenza in noi e oltre la nostra anima. Un dono della Grazia a una risposta alla Grazia. L’esperienza spirituale cristiana è il ritrovare le dinamiche di una identità credente personale, che diventa sempre un’esperienza condivisa, poiché non esiste l’individualismo cristiano, esiste la comunione».
L’esperienza spirituale, inoltre, è sempre in funzione della crescita e della maturazione della propria fede e non esiste cammino di fede se non c’è anche un cammino pienamente umano. «L’esperienza spirituale è sempre in vista di una crescita umana – aggiunge –. Oggi infatti potremmo dire che il problema non è quello di Dio, ma quello dell’uomo che, perdendo la propria identità, perde anche la consapevolezza e la coscienza di poter accedere ancora di nuovo all’incontro con Dio. Se vengono meno questi fondamentali riferimenti antropologici viene meno anche la fiducia di poter ritrovare le nostre radici».

Prospettive per il nostro tempo. La specializzazione in Teologia spirituale è frequentata in particolare da presbiteri e religiosi, ma non solo, che svolgono già compiti pastorali e qui ritrovano un “percorso di anima”, cioè di recupero delle motivazioni di fondo della propria fede cristiana. Laici e laiche riportano un beneficio interiore che ricade sulla propria vita.
Se la formazione non offre sbocchi lavorativi specifici, si può però intravvedere una prospettiva che ben si inserisce nell’ambito contemporaneo, quale il counseling spirituale. «A mio modo di vedere – suggerisce Bertazzo – ci sarebbe lo spazio per creare circoli o aggregazioni che abbiano lo scopo di aiutare le persone a trovare un benessere di tipo interiore. Oggi c’è molta ricerca di momenti di rilassamento, di mindfulness, di yoga e in genere di percorsi orientati a trovare un equilibrio psichico, che sono cose diverse dall’esperienza spirituale cristiana. Io credo che non dobbiamo avere paura, con una solida preparazione, di proporci con iniziative rivolte a persone che sono in ricerca di un benessere spirituale, con la promozione di incontri e di percorsi finalizzati ad aiutare gli uomini e le donne di oggi a ritrovare se stessi in rapporto anche alla propria coscienza credente».

L’anno accademico 2022/2023. Il tema dei cambiamenti d’epoca e quello dei confini saranno centrali nel piano di studi della specializzazione in Teologia spirituale. Il seminario-laboratorio annuale tratterà il tema: Confine. Paradigma dell’esperienza spirituale personale e condivisa con la guida di Antonio Bertazzo e Daniele La Pera.

I corsi base e comuni con l’indirizzo di Teologia pastorale saranno caratterizzati dal taglio biblico e, nello specifico dell’ambito spirituale, tratteranno temi di teologia biblica del Nuovo Testamento: Aspetti nuziali nella letteratura giovannea (Daniele La Pera) e Affetti e legami tra fragilità e fedeltà (Oliviero Svanera). Fra i corsi di indirizzo si segnala l’attenzione verso le figure mistiche del Novecento (Marzia Ceschia) e la spiritualità ebraica (Lucia Poli).
«C’è uno stretto rapporto tra scienze umane e teologia spirituale – aggiunge Bertazzo – perché il vissuto umano a cui è legata l’esperienza spirituale può essere esplorato dalla sociologia, dalla psicologia e anche dalle neuroscienze. Ogni esperienza, anche quella religiosa del trascendente, è sempre un’esperienza umana, che passa attraverso pensieri, affetti, memorie, volontà. Un pensiero su Dio o sul trascendente mette in moto i nostri circuiti neuronali. Potremmo dire che “tutto è psichico ma lo psichico non è tutto”: ogni pensiero, anche una preghiera, è sempre un evento che coinvolge la psiche. Tuttavia, è legittima la domanda sull’origine della preghiera, come sollecitazione della Grazia di Dio. Occorre stare attenti a non cadere in un facile riduzionismo. In senso ampio, possiamo dire che nella proposta dell’esperienza spirituale si desidera continuare a mantenere presente una visione di insieme, tradotta, quindi, dall’apporto di discipline diverse».

Il biennio di specializzazione può essere seguito per intero, per conseguire il titolo di licenza, oppure possono essere scelti soltanto alcuni corsi, per interesse e formazione personale.

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Le iscrizioni all’anno accademico 2022/2023 sono aperte da maggio a settembre 2022.

Info tel. 049-664116 – [email protected]www.fttr.it/secondociclo

Paola Zampieri

Foto da Pixabay

(Facoltà Teologica del Triveneto)