La storia infinita dell’Auditorium

Il TAR ha bocciato il progetto di Auditorium dell’architetto Alberto Cecchetto e quindi non sappiamo ancora se il Comune realizzerà il suo progetto o quello di Klauss Kada.
Ricostruiamo di seguito le fasi principali della storia di piazzale Boschetti. Nei due piani regolatori di Padova del 1954 e del 1974 del grande urbanista veneto e padovano Luigi Piccinato l’area di piazzale Boschetti e anche quella dell’exCledca, dove ora si sta costruendo un grande garage sopraelevato, erano previste come verde pubblico.

Nel 1989 il sindaco Paolo Giaretta emana una ordinanza che destina, provvisoriamente ma è ovvio, l’area exCledca a parcheggio a raso. L’assessore all’urbanistica è il socialista Sandro Faleschini. Inizia la lunga fase che porta a cambiare la destina zione delle aree ex Cledca e piazzale Boschetti da verde pubblico a cemento di vario genere.

Nel 2004 Vittorio Casarin presidente della Provincia, il sindaco Giustina Destro e la Regione di Giancarlo Galan si mettono rapidamente d’accordo per coprire piazzale Boschetti con 68 mila metri cubi di cemento dichiarando che i soldi incassati dalla vendita dell’area saranno spesi per i cittadini.

Alla fine del 2003 il sindaco Giustina Destro decide di vendere l’area del PP di proprietà comunale e prevista per costruire l’Auditorium, a dei privati. L’asta viene ripetuta in seguito a una denuncia presentata in Procura della Repubblica da Elio Franzin e Ivo Rossi. Intanto, la Sovrintendenza per i beni ambientali e architettonici decide di vincolare le due palazzine in stile liberty di via Trieste che delimitano piazzale Boschetti.

Tutti vedono che quello che deve essere tutelato e valorizzato è il tratto del Piovego che separa le mura cinquecentesche da piazzale Boschetti mentre il Piovego vero e proprio non interessa a nessuno salvo a quattro disperati di Italia Nostra, Legambiente e Amissi del Piovego. E’ evidente che indicando le due palazzine da salvare si è data via libera al cemento sulle rive del Piovego. E mestamente gli ambientalisti e i piccinatiani ritengono di aver perduto un’altra battaglia giusta. E invece nel luglio di quest’anno c’è stata una bella sorpresa.

La Giuria internazionale dichiara vincitore il progetto dell’architetto Alberto Cecchetto che, a detta di Amissi del Piovego e di Legambiente è diverso dalle altre nove colate di cemento lungo e sopra il Piovego. Tale progetto rispetta sostanzialmente il Piovego e il verde pubblico e cerca di valorizzarne il “genius loci”. Sia ben chiaro che la destinazione giusta per l’area Boschetti era quella a verde pubblico decisa da Luigi Piccinato riconfermata poi perfino dall’assessore al cemento Luigi Mariani. Ora abbiamo un’altra prova che l’errore urbanistico produce anche l’errore architettonico e che la mediazione alta e nobile dell’architetto Cecchetto probabilmente cadrà. E chi se ne frega, ci rispondono i cementieri di tutte le bandiere. Ce ne frega eccome.

Continueremo a ripetere quello che da anni affermiamo in tutte le salse. Non vogliamo essere complici con il nostro silenzio.

Elio Franzin – Presidente onorario Amissi del Piovego

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