Lavoro, ‘Colpo di scena’: Fondazione Bracco e Cdi riflettono su presenza femminile nel mercato

(Adnkronos) – Un momento di riflessione sulla presenza femminile nel mondo del lavoro e un’occasione di confronto sull’importanza di sostenere il women empowerment e la meritocrazia, libera da pregiudizi di genere, in tutte le professioni, da quelle scientifiche a quelle dello spettacolo. L’incontro ‘Colpo di scena. Storie di professioniste che mai avreste immaginato’, organizzato da Fondazione Bracco e dal Centro diagnostico italiano – Cdi, in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala, è stato tutto questo.  

Svoltosi il 12 marzo, a pochi giorni dalla Giornata internazionale della Donna, nell’auditorium della sede di via Saint Bon a Milano del Cdi, l’incontro ha visto una grande partecipazione ed ha avuto come protagoniste quattro professioniste di successo appartenenti a mondi solo in apparenza distanti, quello della scienza e quello dell’arte: Deborah Fazzini, direttore Up Imaging diagnostico e Radiochirurgia stereotassica del Centro diagnostico italiano – Cdi; Silvia Gonella, R&D Ai Engineer di Bracco Imaging; Emanuela Finardi, capo scenografo realizzatore Teatro alla Scala e Emilia Di Stefano, direttrice di scena ed ex allieva Accademia Teatro alla Scala. 

Presenti all’evento anche Gaela Bernini, segretario generale di Fondazione Bracco, Andrea Mecenero, amministratore delegato del Gruppo Cdi, e Victor Massiah, presidente dell’Accademia Teatro alla Scala. Per il presidente Massiah la riflessione sul tema della parità di genere nel mondo del lavoro deve partire dalla meritocrazia: “Credo che, in fondo, sia questa la sola cosa che chiedono le donne: avere la stessa opportunità degli uomini di fare la propria carriera. E questo lo si può fare semplicemente adottando la meritocrazia. Statisticamente, essendo metà della popolazione donna e metà uomo, attraverso una vera meritocrazia si potrebbe raggiungere la parità di genere e team adeguatamente misti”. 

In un mondo del lavoro sempre più complesso, che ancora penalizza fortemente le donne, l’attitudine a progettare (e riprogettare) se stessi è una risorsa essenziale, così come la scelta di percorsi poco noti, come testimonia la storia di Emilia Di Stefano, direttrice di scena ed ex allieva dell’Accademia Teatro alla Scala, che racconta così la sua avventura professionale: “La mia famiglia lavora nel mondo del teatro, ma ho ben presto capito che stare sul palcoscenico non faceva per me e che preferivo stare dietro le quinte. La principale difficoltà come direttrice di scena è stata iniziare da molto giovane. Quando si hanno diciotto anni, si è bassi, minuti e donne, farsi rispettare e conquistare la fiducia altrui è il traguardo di un processo lento, in cui non si possono fare passi falsi. Oltre alla competenza è importante anche l’aspetto umano. Studio le persone che ho intorno per capire come rapportarmi a loro e credo sia un lato importante del mio lavoro”.  

Anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha voluto lanciare, attraverso una nota scritta, un messaggio ai presenti: “Occasioni come questa sono davvero importanti: attraverso le storie che condivise oggi, si accresce la consapevolezza di tutti sul tema e, in particolare, sulle azioni e le strategie che, insieme, siamo chiamati a mettere in campo per ridurre quei gap ancora presenti soprattutto nel mondo del lavoro. C’è poi un tema a me molto caro, ancora invisibile, che riguarda le pari opportunità delle donne con disabilità”. 

“Oggi – ha detto – è il tempo di unire le nostre forze, di fare rete, di continuare a lavorare ad azioni condivise per favorire la partecipazione delle donne e promuoverne la leadership a tutti i livelli e in tutti i settori, e di accompagnare le donne che vivono situazioni di fragilità in percorsi mirati che possano facilitarne l’inserimento sociale e garantire loro una maggior autonomia, partendo sempre dalla consapevolezza che ognuno ha talenti e competenze su cui bisogna investire. Se sapremo farlo rafforzeremo le nostre comunità e crescerà tutto il Paese”. 

Le pari opportunità passano anche dall’equa distribuzione tra uomini e donne del ‘lavoro di cura’, ovvero di tutte quelle attività largamente demandate al genere femminile che vanno dalla cura della casa, a quella dei figli, fino a quella dei genitori anziani e dei familiari con disabilità, come dimostra la storia di Deborah Fazzini, direttore Up Imaging diagnostico e radiochirurgia stereotassica del Centro diagnostico italiano – Cdi: “Credere in noi stesse è fondamentale e le donne devono sapere che si può avere una famiglia e al contempo avere un lavoro e perseguire una carriera. Altrettanto fondamentale è però il supporto della famiglia, del compagno e anche dei propri collaboratori. Nel mio team ci sono tantissime donne e ci aiutiamo veramente tanto tra noi”.  

L’iniziativa si inserisce alla perfezione nel ventaglio di attività promosse da Fondazione Bracco per sostenere il women empowerment, come spiega la presidente di Fondazione Bracco, Diana Bracco, in un messaggio scritto: “Accanto al grande progetto pluriennale ‘100 donne contro gli stereotipi’ (#100esperte), tre anni fa come Fondazione abbiamo lanciato un’importante campagna culturale per promuovere il libero accesso delle ragazze alle carriere scientifiche con il Manifesto ‘Mind the Stem Gap’. Il Manifesto, che si rivolge a studentesse e studenti, ma anche a famiglie e scuole, ha avuto un bel successo, raccogliendo oltre 1.300 firme e contribuendo a sensibilizzare l’intera comunità educante. L’impegno di Fondazione Bracco è naturalmente coerente con quello che facciamo in azienda dove la presenza delle donne, anche nei ruoli manageriali, è in continua crescita, e dove abbiamo lanciato, accanto ai tradizionali progetti di welfare aziendale per la conciliazione famiglia-lavoro, anche iniziative specifiche: tra queste, mi fa piacere citare i programmi di formazione che hanno l’obiettivo di migliorare skills e comportamenti che rendono reale un approccio inclusivo in ambito lavorativo”. 

Nonostante ci sia ancora molta strada da percorrere per una completa parità di genere, la presidente di Fondazione Bracco aggiunge al suo commento una nota di ottimismo: “Anche nel nostro Paese, che di certo non brilla nella parità di genere, siamo infatti al 79° posto nel Gender gap report 2023, si intravedono infatti segnali positivi: dalla Presidente del Consiglio a quella della Corte costituzionale, da Fabiola Gianotti che guida con successo il prestigioso Cern nel ruolo di Direttrice generale ad alcune importanti capitane d’impresa, fino alle rettrici, mai così numerose. Insomma, anche in Italia, forse, qualcosa sta cambiando”. 

L’incontro non è il solo frutto nato dalla collaborazione tra le tre realtà: promossa da Fondazione Bracco e Accademia Teatro alla Scala, ed esposta tra gli ambulatori del Centro diagnostico italiano, la mostra fotografica ‘Colpo di scena. Dalla A di attrezzista alla S di scultrice’, visitabile fino al 30 giugno 2024, racconta storie di donne, ex allieve dell’Accademia Teatro alla Scala, che svolgono le professioni più insolite dello spettacolo, tradizionalmente associate a figure maschili: attrezziste, tecniche delle luci, professoresse d’orchestra, direttrici di scena, fotografe, falegname, sound designer, scultrici, costumiste e scenografe.  

“Il profondo sodalizio con l’Accademia Teatro alla Scala, a cui Fondazione Bracco è legata dal 2011 in qualità di Socio Fondatore e Main Partner, si fonda su un duplice obiettivo, che questa mostra interpreta appieno – spiega nel messaggio la presidente di Fondazione Bracco, Diana Bracco – favorire la crescita culturale e al contempo offrire alle giovani generazioni la possibilità di sviluppare i propri talenti”. 

A concludere l’incontro, l’intervento di Gaela Bernini, segretario generale di Fondazione Bracco, che commenta così la mostra fotografica: “Fondazione Bracco ha tra le sue principali attività quelle realizzate proprio per le donne. Questa mostra fotografica, realizzata in collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala, ha lo scopo di dare visibilità all’expertise femminile nel mondo dei mestieri e delle professioni dello spettacolo. Lo stesso impegno in favore dell’empowerment femminile lo mettiamo anche nel settore scientifico, con iniziative come #100esperte e Mind the stem gp”. 

(Adnkronos – Lavoro)

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