Hamas: “Possibile accordo in 24-48 ore su ostaggi se Israele accetta richieste”


“Se Israele risponderà alle richieste del movimento, si aprirà la strada a un accordo nelle prossime ore”
Un accordo per il rilascio degli ostaggi potrebbe essere concluso entro 24-48 ore se Israele accetterà le richieste di Hamas. Lo hanno reso noto fonti del gruppo, mentre un altro alto funzionario ha detto al media saudita Asharq che la risposta di Hamas arriverà in giornata nell’incontro al Cairo. “Se Israele risponderà alle richieste del movimento, si aprirà la strada ad un accordo nelle prossime ore”.
Hamas non è disposto a rilasciare nessuna informazione sugli ostaggi fino a che non entrerà in vigore “un cessate il fuoco completo e non sarà alleviata in modo significativo la sofferenza degli abitanti di Gaza”, ha reso noto inoltre una fonte dell’organizzazione a un giornale nel Qatar, rende noto Ynet.
Una delegazione di Hamas è arrivata questa mattina al Cairo per negoziati sulla tregua ed il rilascio degli ostaggi, riferiscono media palestinesi citati dal sito israeliano Ynet News. Nella capitale egiziana è attesa in giornata anche una delegazione israeliana, ma una fonte al corrente dei colloqui ha precisato che i negoziati non partiranno fino a quando non avrà una lista di tutti gli ostaggi ancora in vita, cosa che Hamas ha finora rifiutato di fare.
Migliaia di persone hanno manifestato a Gerusalemme per chiedere la liberazione degli ostaggi. La folla si è riunita a Paris square, vicino alla residenza del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Molti dei partecipanti sono arrivati a Gerusalemme con la marcia dell’unità, partita mercoledì da Re’im, il sito del festival musicale Supernova, teatro di una delle pagine più sanguinose dell’attacco di Hamas il 7 ottobre.
Fra gli oratori sul palco le madri di Avinatan Or e Romi Gonen, un ragazzo e una ragazza rapiti al rave Supernova. Comparse insieme hanno voluto sottolineare l’unità nel chiedere la liberazione dei figli, malgrado provengano da ambienti molto diversi dal punto di vista politico e religioso, riferisce Times of Israel.
“Chiedete se si sta facendo abbastanza per gli ostaggi e la risposta è no, se avessimo fatto abbastanza sarebbero già a casa”, ha detto il leader dell’opposizione, Yair Lapid, che ha partecipato alla marcia. La marcia è iniziata mercoledì nel parcheggio di Re’im, il sito del massacro del festival musicale Supernova, dove si è verificato il maggior numero di morti dell’attacco di Hamas il 7 ottobre. Diversi partecipanti al rave figurano fra i rapiti.
I primi lanci aerei di aiuti statunitensi sul territorio sono iniziati sabato, un giorno dopo che il presidente Biden ha lanciato un appello per un “cessate il fuoco immediato” – il primo che Biden ha lanciato dall’inizio del conflitto in ottobre. Ma il presidente degli Stati Uniti ha affermato in un post su X che la quantità di aiuti che affluiscono a Gaza “non è affatto sufficiente”, aggiungendo che gli Stati Uniti “continueranno a fare tutto il possibile per far arrivare più aiuti”.
Le autorità israeliane però hanno ostacolato l’invio di aiuti umanitari a Gaza con criteri “arbitrari e contraddittori” secondo la Cnn, dopo aver sentito oltre una ventina di operatori umanitari. Fra i beni respinti dal Cogat, l’ente israeliano di coordinamento per i territori palestinesi, responsabile per il passaggio degli aiuti, figurano anestetici e macchine per l’anestesia, bombole di ossigeno, ventilatori, sistemi di purificazione dell’acqua, kit sanitari, sacchi a pelo, medicine contro i tumori e anche datteri, riferisce l’emittente.
Il bilancio delle vittime di Gaza è intanto di 30.410 palestinesi uccisi e di 71.700 feriti, ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza. Israele ha nel frattempo reso noto che i membri di Hamas uccisi nei combattimenti sono 13mila, oltre ai circa mille uccisi in Israele subito dopo gli attacchi del 7 ottobre.

(Adnkronos)