(Adnkronos) – Preoccupa la crescita in Italia dei casi di morbillo, tra le malattie infettive più contagiose. “Secondo l’ultimo aggiornamento, da settembre ad oggi ne registriamo 96. Siamo passati dagli 8 di settembre ai 2 di ottobre, agli 8 di novembre, 14 a dicembre, 29 a gennaio e 35 a febbraio, almeno al momento”. I dati, inoltre, “ci dicono che non sono i bambini ad essere particolarmente colpiti, ma gli adulti, considerando che l’età mediana dell’infezione è di 32 anni, mentre per i piccoli sotto un anno (la vaccinazione obbligatoria si fa a 12 mesi) sono appena 3 i contagi segnalati”. A tracciare il quadro per l’Adnkronos Salute è Antonino Bella, ricercatore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Questi “96 casi potrebbero sembrare poca cosa – continua Bella – ma vanno considerati nel contesto attuale, in cui si sta lavorando all’eliminazione del morbillo dall’Europa. In altri periodi potevano non sembrare un problema: nel 2017-18, quando c’è stata la grande epidemia, abbiamo avuto 5mila casi. Oggi invece ci preoccupano. In primo luogo perché possono aumentare, poi allungano i tempi di eliminazione”.
E comunque si tratta di numeri in aumento rispetto agli ultimi anni. “Nel 2023, infatti, in totale abbiamo avuto 43 casi. Ed erano 15 i casi nel 2022”, aggiunge l’esperto Iss sottolineando che, come per altre infezioni che abbiamo visto crescere dopo la pandemia, il morbillo è stato favorito dallo stesso meccanismo: bloccato dalle misure di contenimento del Covid prima e ‘agevolato’ nella sua circolazione una volta che le misure sono state eliminate.
Le prime infezioni di settembre, riferisce il ricercatore, “probabilmente sono state innescate da persone provenienti da Paesi dove ci sono focolai e che hanno poi contagiato altri soggetti in Italia”. Attualmente la maggior parte dei casi “si segnalano in persone tra 15 e 39 anni”. E si concentrano in particolare “in Toscana, seguita dalla Campania e dal Lazio, regioni in cui si sono segnalati micro focolai”. Le infezioni non sono state registrate su tutto il territorio nazionale: “Le segnalazioni, al momento, sono arrivate solo da 8 Regioni”.
Importante evidenziare inoltre, secondo Bella, “che i contagi riguardano soprattutto persone non vaccinate, che rappresentano l’89%”. Sulla copertura vaccinale pediatrica “non abbiamo ancora i dati recenti, ma possiamo stimare che siano in linea con quelli del 2021 (ultimo aggiornamento disponibile) che si attesta attorno al 92%”.
Per quanto riguarda invece la nuova variante del virus del morbillo – di cui sono stati confermati 5 casi da gennaio a Milano e in alcune aree lombarde, in uno studio condotto dall’università Statale di Milano con l’Iss – “vorrei rassicurare sul fatto – rimarca l’esperto – che questa variante, che appartiene alla famiglia già nota del genotipo D8, non incide sulla sorveglianza e la diagnostica. I kit che abbiamo in Italia ‘leggono’, infatti, una porzione del genoma che non interessa la mutazione. Quindi i casi non sfuggono e l’Iss continua, insieme alle Regioni, la sua puntuale sorveglianza”.
“L’aumento dei casi di morbillo preoccupa. Parliamo infatti di una delle malattie infettive più contagiose in assoluto: da un caso se ne possono generare 16”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, professore emerito di Malattie infettive e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che sulla nuova variante recentemente isolata precisa: “Come tutte le mutazioni virali deve essere in qualche modo seguita, ma non è quella a dimostrare l’aggressività della patologia. Non si tratta di una variante pericolosa in termini di salute pubblica perché comunque controllata dall’immunità, sia naturale sia da vaccino”.
In questo senso, dunque, “la variante non ha una particolare rilevanza. Abbiamo un problema in termini diagnostici perché sfugge ai test molecolari ma per il morbillo raramente si richiedono esami molecolari. La diagnosi infatti è soprattutto clinica e confermata da test sierologici”. La preoccupazione rimane dunque sul fatto “che si stanno registrando più casi: questo, sul piano clinico, è il problema, non la nuova variante”.
L’elevata contagiosità della malattia “fa sì che, quando cominciano a circolare anche pochi casi, si diffonde in maniera rapidissima. Fortunatamente esiste un vaccino perché il morbillo è pericoloso, con una letalità di uno su mille casi. E’ una patologia piuttosto grave soprattutto tra i più piccoli”, conclude invitando alla vaccinazione.
“Urge una risposta rapida e concertata all’epidemia di morbillo, è fondamentale per proteggere milioni di bambini vulnerabili”. L’ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa torna a chiedere “sforzi costanti per evitare che i casi continuino ad aumentare nel 2024”, dopo che i numeri aggiornati relativi all’anno scorso hanno evidenziato un exploit del morbillo nell’area a cavallo tra Europa e Asia centrale. In dettaglio, emerge che nel 2023 più di 58mila persone in 41 dei 53 Stati membri della regione europea dell’Oms sono state infettate dal virus del morbillo. Epidemia che ha provocato “migliaia di ricoveri ospedalieri e 10 decessi correlati”. Gli ultimi numeri del 2023 evidenziano, ribadisce Oms Europa, “un rapido aumento rispetto al triennio precedente, e un rischio per chi nella Regione non è protetto”.
L’elevata percentuale di casi tra i bambini di età inferiore a 5 anni (quasi la metà del totale), fa notare l’agenzia Onu per la salute, riflette ancora una volta l’enorme impatto della pandemia di Covid sui sistemi sanitari, compreso sui servizi di immunizzazione di routine, che ha comportato un significativo accumulo di bambini suscettibili al morbillo e ad altre malattie prevenibili con le iniezioni scudo, che non hanno potuto usufruire del servizio di vaccinazione.
Considerando l’aumento dei casi a livello globale, il rischio di importazione nella regione europea è “quasi inevitabile”. Tutti gli Stati membri colpiti finora hanno rafforzato la sorveglianza per individuare rapidamente i casi e i loro contatti, intensificato i servizi di immunizzazione di routine e condotto attività di vaccinazione di recupero per vaccinare i vulnerabili prima che il virus li raggiunga. Per esempio le azioni messe in campo in Armenia, Kazakistan, Kirghizistan, Romania e Tagikistan, che hanno portato alla vaccinazione di oltre 2,5 milioni di bambini di tutte le età nel 2023, sembrano aver contribuito a frenare la diffusione del virus in questi Paesi, fa notare Oms Europa. “Tuttavia, la trasmissione continua nella Regione, sta rappresentando una minaccia continua per la salute di milioni di bambini”.
Il morbillo è una delle malattie più contagiose al mondo, ricorda l’agenzia, e si diffonde quando una persona infetta respira, tossisce o starnutisce. Il virus rimane attivo e contagioso nell’aria o su superfici infette fino a due ore. Qualsiasi persona non immune può essere infettata. Il sintomo più visibile è un’eruzione cutanea prominente, mentre le complicanze possono includere cecità, encefalite, diarrea grave e relativa disidratazione, infezioni dell’orecchio e polmonite. I bambini piccoli e le donne incinte non vaccinati corrono il rischio più elevato di gravi complicanze del morbillo. L’infezione indebolisce anche il sistema immunitario e può fargli ‘dimenticare’ come proteggersi da altre infezioni comuni, lasciando in particolare i bambini estremamente vulnerabili.
(Adnkronos – Salute)
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