Test Medicina senza pace, tra sentenze e ricorsi percorso a ostacoli

(Adnkronos) – Non conosce pace il test per l’accesso alle Facoltà di Medicina pubbliche in Italia. Torna il ‘concorsone’, quest’anno sono due le date per l’esame a Medicina e Veterinaria, il 28 maggio e il 30 luglio. L’esame, come è stato anticipato dalle bozze del decreto del Mur, il ministero dell’Università e ricerca, che arriverà nei prossimi giorni, torna a essere cartaceo e uguale per tutti i candidati con 60 domande – comprese quelle di cultura generale che tante polemiche hanno suscitato in passato – a cui rispondere in 100 minuti. Per prepararsi alla prova i candidati avranno a disposizione un database pubblico da dove saranno pescati i quiz.  

Il passo indietro rispetto al breve regno dei Tolc-Med, archiviato del tutto, è scaturito dalla sentenza del Tar del Lazio che ha dichiarato non legittimi sia il bando che la graduatoria dello scorso anno, causando a cascata una serie di problemi come ad esempio per i ‘quartini’: coloro che hanno partecipato ai test durante il loro penultimo anno scolastico, lo dovranno ripetere nel 2024 e non potranno usare i punteggi dell’anno scorso per concorrere alla graduatoria di quest’anno. Per questi ragazzi – a quanto apprende l’Adnkronos Salute – la ministra Bernini sta valutando alcune forme di tutela. C’è comunque anche un ricorso al Consiglio di Stato che pende su tutta la questione. Mentre un vera riforma ci sarà nel 2025, visto che in Parlamento ci sono diversi Ddl sulla materia dell’accesso a Medicina. Il percorso dovrebbe essere quello di un decreto legislativo proprio per elaborare una riforma completa, che sappia anche prendere in considerazione i suggerimenti arrivati dalle associazioni ascoltate in audizione al Senato.  

In questo percorso ad ostacoli fatto di sentenze, ricorsi e una discussione parlamentare, un settore mai in crisi è quello degli avvocati che seguono i giovani aspiranti medici anche se la sentenza del Tar del Lazio appare come una piccola beffa. Infatti, rispetto al test di accesso del 2023 i ricorrenti non potranno iscriversi in sovrannumero.  

(Adnkronos – Salute)

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