Navalny e gli altri oppositori, la lunga lista delle vittime di Putin

Il dissidente, 47 anni, è morto in carcere. I nomi, le storie e le morti poco chiare di chi ha sfidato lo zar

Londra, 16 feb. Alexey Navalny è morto in carcere alla soglia dei suoi 48 anni che avrebbe compiuto a giugno. Da Mosca le notizie sulle cause del decesso arrivano con difficoltà, mentre da più parti e dalla stessa moglie dell’oppositore il dito è puntato su Putin. E’ lunga lista degli oppositori del presidente russo, morti in circostanze sospette tra cui anche personaggi che certo non possono essere definiti nemici del regime. Tra i tanti la sua creatura, Evgheny Prigozhin, morto in un incidente aereo lo scorso agosto, due mesi dopo aver mosso i suoi mercenari verso Mosca, contro i vertici della difesa, e il suo mentore, l’ex oligarca Boris Berezovsky, presunto suicida a Londra nel 2013, dove non nascondeva la sua opposizione a Putin.
La giornalista di Novaya Gazeta Anna Politkovskaya aveva seguito con attenzione e in prima linea gli abusi commessi dalle forze russe in Cecenia ma anche durante la tragica presa di ostaggi del teatro Dubrovka di Mosca e della scuola di Berlsan in Ossezia del Nord. E’ stata uccisa lo stesso giorno del compleanno di Putin nel 2006 a colpi d’arma da fuoco sul pianerottolo della sua casa a Mosca.
L’ex agente del Kgb Aleksander Litvinenko è morto in ospedale a Londra nel 2006, dopo aver bevuto una tazza di te avvelenata con il polonio in un albergo di Mosca con due inviati del Cremlino. Litvinenko si era rifugiato in Gran Bretagna dopo aver denunciato il regime russo. Più di dieci anni dopo un altro esponente del mondo dei siloviki, dei servizi militari del Gru, Sergei Skripal, fuggito in Inghilterra dove collaborava con i servizi, è sopravvissuto a un avvelenamento con il Novichok a Salisbury. Lo stesso Aleksei Navalny, così come Vladimir Kara-Murza, è sopravvissuto a un avvelenamento con il novichok.
Boris Nemtsov, esponente dell’opposizione in Russia, già vicepremier, è stato ucciso nel febbraio del 2015 in pieno centro a Mosca. Colpito da quattro proiettili alle spalle. Aveva completato un dossier sul ruolo delle forze militari russe nel Donbass.
Zelimkhan Khangoshvili, un georgiano che aveva combattuto contro la Russia nella seconda guerra cecena, è stato ucciso nell’estate del 2019 in un parco di Berlino dal presunto agente dell’Fsb Vadim Krasikov, detenuto in Germania, dove è stato condannato all’ergastolo (e che Mosca vuole scambiare per il giornalista americano Evan Gershkovich, arrestato per spionaggio).
Trovati morti a Londra anche l’oligarca georgiano Badri Patarkatsishvili, il suo socio, Nikolai Glushkov e il fondatore della Yukos, Yuri Golubev. Il fondatore dell’emittente del Cremlino Rt, Mikhail Lesin, era stato trovato morto in circostanze misteriose nella sua stanza di albergo a Washington nel 2015.

(Adnkronos)