S.VALENTINO: COLDIRETTI, DONO FLOREALE PER GLI INNAMORAT

2.500 ETTARI IN VENETO COLTIVATI A PIANTE E FIORI

Fiori per San Valentino:  è questa la preferenza di oltre un italiano su due (52%) che per la festa degli innamorati a scelto di donare piante e fiori, anche per sostenere l’agricoltura italiana che è leader nel florovivasimo. E’ quanto emerge dall’indagine on line condotta dal sito www.coldiretti.it sui regali preferiti per la ricorrenza dell’amore con la sfilata dei bouquet italiani, dalle rose ai ranuncoli, dai tulipani ai gigli, dai garofani alle gerbere. L’omaggio floreale risulta dunque il più gettonato tanto da essere largamente preferito – evidenzia Coldiretti – rispetto a cioccolatini (30%), capi di abbigliamento (13%) e gioielli (5%).

Il Veneto dedica al settore florovivaistico circa 2500 ettari coltivati da 1400 aziende con un incremento della superficie di +4%. Padova è la provincia più vocata e rappresenta a livello regionale il 30,8%.

I fiori vincono perché – continua la Coldiretti – permettono di esprimere, con classe, fantasia e prezzi ragionevoli, i propri sentimenti senza intaccare sensibilmente il proprio bilancio, e sono più graditi dei cioccolatini che rischiano di compromettere il duro “lavoro” di queste settimane per tornare in forma dopo le festività natalizie.

San Valentino è tradizionalmente – ricorda Coldiretti – tra i momenti più importanti del settore florovivaistico nazionale che vale oggi 3,14 miliardi di euro (1,4 miliardi solo di fiori e piante ornamentali) e, con l’indotto, garantisce 200mila posti, con 45mila ettari di territorio coltivati da 17.000 aziende.

Un settore oggi – ricorda Coldiretti – alle prese con le difficoltà climatiche, tra maltempo e siccità e, soprattutto, l’esplosione dei costi di produzione, più che raddoppiati a causa dei rincari dell’energia che colpiscono l’intera filiera, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni fino al gasolio per il riscaldamento delle serre.

A pesare è anche la concorrenza sleale dall’estero con le importazioni di piante e fiori che nel 2023 hanno raggiunto il valore di quasi 900 milioni di euro, in crescita del 33% rispetto all’anno precedente, secondo proiezioni Coldiretti su dati Istat. Spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sul lavoro sono le donne.

Al contrario, i fiori italiani sono più sostenibili – precisa la Coldiretti – durano di più, ma sono anche più profumati, non solo perché non devono affrontare lunghi tempi di viaggio che fanno arrivare quelli stranieri meno freschi alla meta, ma anche perché molti produttori nazionali sono impegnati a selezionare varietà che presentano aromi più intensi e caratteristici.

Il consiglio è, dunque, di acquistare fiori e piante assicurandosi dell’origine nazionale meglio direttamente dal produttore o nei mercati contadini di Campagna Amica – conclude Coldiretti – per essere sicuri di mettere nel vaso un prodotto italiano al 100%, che sostiene i territori e rispetta l’ambiente e l’occupazione.

(Coldiretti Padova)