Israele libera due ostaggi, il blitz di un’ora e mezza a Rafah: cosa è successo

La liberazione di Marman e Har è solo la seconda operazione di successo di questo tipo dall’inizio della guerra. L’annuncio di Hamas: “Tre ostaggi israeliani morti per raid su Striscia”

Tel Aviv, 12 feb. E’ durata un’ora e mezza e ha coinvolto servizi d’intelligence, reparti d’elite e forze aeree l’operazione con la quale sono stati liberati a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, i due ostaggi israeliani Fernando Marman, 61 anni, e Louis Har, 70. L’intera operazione è stata coordinata da una war room dei servizi d’intelligence interni dello Shin Bet, riferiscono i media israeliani.
Il raid ha coinvolto le unità di elite dell’unità antiterrorismo Yamam della polizia, dello Shin Bet e delle Forze di difesa israeliane (Idf). Alle 01:49, ha spiegato il capo di Stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi, le forze israeliane hanno fatto irruzione con degli esplosivi nell’appartamento al secondo piano di una palazzina dove erano detenuti i due ostaggi. I tre carcerieri sono stati immediatamente uccisi, mentre le forze speciali “facevano da scudo con i propri corpi” agli ostaggi.
Il capo della Yamam ha detto ad Haaretz che gli ostaggi sono stati portati via dal secondo piano con l’aiuto di corde. Entrambi hanno partecipato attivamente. Le truppe, ha sottolineato, avevano avuto istruzioni di non sparare a nessuna persona disarmata e di evitare ogni atto che potesse mettere in pericolo possibili ostaggi.
Dato che il raid si svolgeva a Rafah, un aspetto chiave era anche assicurare il ritorno degli ostaggi in Israele. Subito dopo l’irruzione delle forze speciali, gli uomini di Hamas hanno aperto il fuoco da edifici vicini, mentre l’aviazione israeliana entrava in azione bombardando siti militari e centri di comando di Hamas. Le forze di Hamas hanno tentato di raggrupparsi per riprendere gli ostaggi ma senza successo. Un loro veicolo che si era lanciato all’inseguimento è stato attaccato dal cielo. A terra la copertura della fuga è stata assicurata dal commando Shayetet 13 della marina e la settima Brigata corazzata. “Molti terroristi sono stati eliminati nell’azione della scorsa notte” oltre ai tre uccisi nell’appartamento, ha detto Halevi. Hamas parla di 100 persone uccise.
Circa un’ora dopo essere stati tirati fuori dall’appartamento, Marman e Har sono stati portati fuori da Rafah su veicoli blindati e poi caricati su un elicottero che li ha portati in Israele, al centro medico Sheba di Ramat Gan. Sottoposti ad esami medici, i due sono stati trovati in buone condizioni e hanno potuto riabbracciare le loro famiglie. Degli uomini coinvolti nel raid, solo uno è rimasto leggermente ferito.
L’operazione è stata seguita minuto per minuto nella war room dove erano riuniti Halevi, il capo dello Shin Bet Ronen Bar, i capi della polizia, l’intelligence militare e l’aviazione, il responsabile delle operazioni dell’Idf. In un secondo tempo si sono aggiunti anche il primo ministro Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant. L’Idf e lo Shin Bet hanno lavorato “molto tempo” al piano di salvataggio, basato su informazioni di intelligence. “Stavamo aspettando le condizioni giuste per poterlo mettere in pratica”, ha detto Halevi.
I due ostaggi, entrambi israeliani con doppia nazionalità argentina, erano stati rapiti nel kibbutz Nir Yiyzhak durante il violento attacco di Hamas del 7 ottobre, quando furono massacrate 1.200 persone e rapite altre 253. Marman, 61 anni, e Har, 70, sono stati rapiti assieme a Clara Marman, 62, sorella del primo e compagna del secondo. Sequestrata anche una terza sorella, Gabriela, e la figlia 17enne Mia Leimberg. Le tre donne sono state liberate a fine novembre, nell’ambito dello scambio organizzato con Hamas. Marman, la sorella Gabriela e Mia, erano in visita al kibbutz in occasione della festività ebraica di Simchat Torah.
La liberazione di Marman e Har è solo la seconda operazione di successo di questo tipo dall’inizio della guerra. Ad ottobre le Idf erano riusciti a liberare la soldatessa Ori Megidish. Un’altra operazione è fallita e si è risolta con l’uccisone di uno ostaggio. In un altro drammatico episodio, tre ostaggi che erano riusciti a liberarsi sono stati uccisi per errore dai soldati israeliani.
Hamas dal canto suo ha fatto sapere che sono morti tre degli ostaggi israeliani rimasti feriti nei raid israeliani nella Striscia di Gaza. Ad affermarlo in un messaggio audio Abu Obaida, portavoce del braccio armato del gruppo, le Brigate al-Qassam. Domenica Hamas aveva parlato di due ostaggi morti e altri otto feriti a causa di operazioni israeliane.
Secondo Abu Obaida, Hamas non rivelerà i nomi degli ostaggi che afferma essere deceduti fin quando non saranno “chiare le sorti” degli altri ostaggi feriti.
Il bilancio delle vittime del massiccio attacco delle forze di difesa israeliane sulla città di Rafah sarebbe salito a 100 morti. Lo ha riferito il canale televisivo libanese Al Mayadeen, aggiungendo che più di 230 persone sono rimaste ferite. La maggior parte delle vittime dell’attacco sono donne e bambini.
In precedenza era stato riferito che gli aerei dell’aeronautica israeliana stavano effettuando attacchi mirati sulle moschee di Al-Huda e Al-Rahma, dove si trovano molti rifugiati. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito di bombardamenti su edifici residenziali nell’area circostante e sul quartier generale dell’organizzazione.
Hamas ha condannato gli ultimi attacchi aerei israeliani su Rafah, affermando che rappresentano “un ampliamento della portata dei massacri che sta commettendo contro il nostro popolo”. “L’attacco dell’esercito di occupazione nazista stasera contro la città di Rafah, che finora ha causato la morte di più di un centinaio di martiri, è considerato una continuazione della guerra genocida e dei tentativi di sfollamento forzato che sta conducendo contro il nostro popolo palestinese”, ha scritto il gruppo terroristico in un comunicato stampa.

(Adnkronos)