Baldin (M5S): “Assistenza sociale, dopo gli orrori di San Donà, una legge regionale per la trasparenza delle Rsa”

30 gennaio 2024

(Arv) Venezia 30 gen. 2024 “Nessuna sentenza potrà cancellare le ferite o lenire le sofferenze per quanto accaduto. Ma possiamo imparare una lezione: sapere fin da subito cosa succede all’interno di una casa di riposo può servire, in certi casi, a evitare il peggio. Serve un maggiore coinvolgimento dei familiari nel monitoraggio delle condizioni di vita all’interno delle strutture, per tutelare gli ospiti e gli operatori che svolgono con serietà e correttezza compiti spesso gravosi a fronte di paghe sempre più erose dall’inflazione”. Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, commentando la notizia delle condanne nei confronti dei cinque operatori socio sanitari della casa di riposo di San Donà di Piave, che il Tribunale ha ritenuto colpevoli a vario titolo di violenze sessuali e maltrattamenti, infliggendo pene per 23 anni e otto mesi rispetto ai 38 anni chiesti dai Pm.

“La Regione si era costituita parte civile nel processo, assieme al Comune di San Donà e all’Ulss 4. Un segnale di attenzione importante, al quale chiedo si dia seguito con l’approvazione della mia legge per la tutela degli anziani e dei fragili», dichiara Baldin, prima firmataria di una proposta di legge depositata all’indomani della scoperta dei fatti di San Donà, il Progetto di legge regionale n. 212, “Norme per la tutela delle persone anziane e per la trasparenza nelle Case di riposo e RSA – Modifiche alla Legge regionale 28 gennaio 2000, n. 5, ‘Provvedimento generale di rifinanziamento e di modifica di Leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2000)’, articolo 58 ‘Partecipazione e tutela dei diritti dei cittadini’”.

“Questa norma attribuirebbe nuove funzioni di controllo ai comitati degli ospiti e dei familiari, la cui presenza all’interno delle Rsa e delle case diventerebbe obbligatoria. Un maggiore coinvolgimento degli ospiti e dei familiari, quindi, assieme ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali. I controlli dovranno avvenire, ovviamente, nel rispetto della vita privata degli ospiti, della loro salute, delle cautele di carattere sanitario, tutelando al contempo la privacy e i diritti dei lavoratori all’interno delle strutture. E senza intralciare in alcun modo il lavoro del personale che, nella stragrande maggioranza dei casi, opera con correttezza e dedizione: qui non si tratta di fare la caccia alle streghe, ma di favorire un clima di apertura e partecipazione all’interno delle Rsa. L’obiettivo è di monitorare la qualità della vita degli ospiti all’interno delle strutture, evitando che si possano ripetere fatti aberranti come quelli avvenuti negli ultimi anni, in particolare nel periodo segnato dalla pandemia”, conclude Baldin.

(Regione Veneto)