Diagnostica e prevenzione, campagna di Amcli e Cittadinanzattiva

(Adnkronos) – La prevenzione è uno strumento riconosciuto, in grado di assicurare salute, ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse sanitarie e sostenibilità per i sistemi sanitari nazionali. In questa cornice si inserisce la diagnostica specialistica, che rappresenta un asset strategico per il Paese, in grado di rispondere efficacemente sia alle situazioni emergenziali, come nel caso della pandemia Covid-19, sia nella gestione ordinaria della domanda di salute del cittadino-paziente. Affrontando il tema dell’evoluzione del Servizio sanitario nazionale, reso imprescindibile dalle sfide future, si rende necessario sottolineare ancora come diagnostica e prevenzione siano centrali nel raggiungimento degli obiettivi di salute e di sostenibilità del sistema. Nasce da queste premesse la campagna ‘La Diagnostica e la prevenzione: Medicina, Istituzioni, Impresa, insieme per la salute dei cittadini’, ideata e realizzata congiuntamente da Associazione microbiologi clinici italiani Amcli Ets, Cittadinanzattiva, Federchimica Assobiotec e Diasorin. 

L’obiettivo è offrire al cittadino e al paziente uno spazio di formazione, discussione, identificazione delle soluzioni per far crescere la consapevolezza su diagnostica e prevenzione, e per promuovere l’utilità dello screening su temi di antibiotico-resistenza, infezioni materno-fetali e tubercolosi. Le infezioni resistenti agli antibiotici – ricordano i promotori dell’iniziativa – provocano ogni anno oltre 35mila decessi in Europa, un terzo dei quali in Italia. L’incidenza dell’infezione congenita da citomegalovirus in gravidanza può raggiungere nel nostro Paese fino all’1%. Per la Tbc, l’obiettivo per la Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità è quello di ridurre l’incidenza della malattia dell’80% nel 2030 rispetto al dato del 2015. Una maggiore conoscenza e consapevolezza di quanto la diagnostica, gli screening e la prevenzione possano fare nel contrastare queste patologie è elemento fondamentale non solo per una pianificazione sanitaria efficace, ma anche per una partecipazione consapevole della collettività, soprattutto nelle sue fasce meno integrate e/o con difficoltà di accesso ad informazione e servizi. 

La campagna – illustrata questa mattina a Roma nel corso di un incontro svoltosi al Senato su iniziativa della senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in Commissione Sanità – si svilupperà nell’arco di 3 anni e vedrà nel corso del 2024 una serie di eventi a livello di capoluogo regionale (Torino, Milano, Roma, Napoli e Bari) in cui si approfondiranno i tre aspetti su cui si focalizza l’iniziativa, per arrivare a una visione condivisa e all’elaborazione di proposte concrete da trasmettere al legislatore, volte al miglioramento del sistema sanitario stesso. L’auspicio, in vista della scadenza del Piano nazionale della prevenzione nel 2025, è di inserire una sezione dedicata alla diagnostica specialistica nel nuovo piano che coprirà il quinquennio a seguire. 

Sul tema dell’antibiotico-resistenza – dettaglia una nota – gli incontri si terranno a Torino il 27 febbraio 2024, a Roma il 9 aprile e a Milano il 14 maggio. La tubercolosi sarà oggetto degli incontri previsti a Bari il 17 giugno e a Milano il 24 settembre. Infine, gli appuntamenti dedicati alle infezioni materno-fetali sono previsti a Roma il 15 ottobre, a Napoli il 5 novembre e Bari il 20 gennaio 2025. La campagna si concluderà a Roma l’11 febbraio 2025 con la presentazione dei risultati e la presentazione della seconda edizione. 

Durante l’incontro di oggi Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe, ha fornito un quadro della diffusione delle tre infezioni evidenziando come “in Italia le percentuali di resistenza agli antibiotici per alcuni patogeni rimangano alte”. Ad esempio, “per alcuni enterococchi resistenti alla vancomicina si è passati dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022. L’incidenza della tubercolosi è leggermente aumentata nel 2021, raggiungendo i 4 casi per 100mila abitanti. La rosolia ha registrato 252 casi dal 2013 al 2019, mentre per la rosolia congenita sono stati segnalati 88 casi dal 2005 al 2018. Il numero di casi di toxoplasmosi non è addirittura noto a causa della mancanza di registrazione sistematica. La prevalenza dell’infezione congenita da citomegalovirus in Italia varia infine dallo 0,15% nei bambini nati da donne sopra i 24 anni allo 0,51% in donne al di sotto di questa età”. 

In apertura dei lavori, la senatrice Murelli ha rimarcato che “occorre iniziare a concepire la prevenzione come un investimento e non più come un costo per il Ssn, uno strumento in grado di portare innovazione e risposte rapide al paziente”. In questa cornice, ha proseguito, “la diagnostica specialistica si pone a favore del sistema ed è un asset che ben si inserisce nel nuovo riassetto organizzativo coinvolgente anche la medicina territoriale. L’efficientamento della gestione terapeutica del paziente passa attraverso un utilizzo capillare di test diagnostici veloci e appropriati. Un Piano nazionale di prevenzione che abbia al suo interno un’attenzione specifica alla diagnostica e programmi di screening ampi sarebbe un’adeguata risposta al bisogno di salute e un primo passo importante nel garantire un elevato standard qualitativo di vita della popolazione”. 

“I laboratori di microbiologia e gli specialisti della disciplina – ha affermato Pierangelo Clerici, presidente Amcli – rappresentano a questo riguardo il fulcro di tutte le azioni di sorveglianza e prevenzione, avendo in tempo reale il polso dell’evoluzione delle malattie infettive tramite l’identificazione e tipizzazione dei patogeni responsabili e la valutazione dello stato immunitario della popolazione. Questa campagna di sensibilizzazione è fondamentale nell’ottica di una partecipazione attiva e fattiva dei cittadini e delle Istituzioni, per implementare il valore reale del Ssn, bene prezioso del nostro Paese”. 

Secondo Francesca Moccia, vicesegretario generale Cittadinanzattiva, “le diseguaglianze di salute sono quel fenomeno per il quale lo svantaggio economico, geografico, sociale e culturale porta le persone che lo vivono ad ammalarsi di più nel corso della vita e a morire prima di altri che non vivono tale condizione. Molti sono gli studi che dimostrano il peso dei determinanti sociali sulla salute e altrettanti che provano quanto le diseguaglianze siano evitabili o mitigabili, realizzando interventi universalistici di prevenzione che possano raggiungere anche i più vulnerabili, spesso ‘invisibili’. A questo scopo – ha sottolineato Moccia, promotrice di una Carta civica della salute globale – l’iniziativa mira a garantire attraverso una prevenzione più diffusa la riduzione dei rischi, per una salute che sia davvero di tutti”.  

In questo nuovo scenario – si legge nella nota – un ruolo determinante è anche svolto da Federchimica Assobiotec e dalle imprese più innovative, sempre impegnate nel tradurre l’innovazione tecnologica in soluzioni più mirate ed efficaci. “In Diasorin – ha dichiarato Ugo Gay, amministratore delegato Diasorin Italia – pensiamo che una maggiore e nuova consapevolezza, sia pubblica che istituzionale – in parte derivata anche dall’esperienza pandemica – di quanto la diagnostica specialistica, lo screening e la prevenzione siano funzionali per la clinica e per le nuove sfide di salute pubblica possa concretamente tradursi in un elemento centrale. Questo sia per i programmi di aggiornamento ed efficientamento in sanità, che per un coinvolgimento informato della collettività”. 

(Adnkronos – Salute)

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