Bieticoltura: in Veneto aumentano del 23% gli ettari coltivati

La bieticoltura suona la riscossa e, dopo anni di arretramento, recupera terreno sulla spinta della strategia messa in campo per rilanciare una coltivazione sostenibile e particolarmente interessante per gli agricoltori. Nel 2024 aumenta infatti la superficie coltivata a barbabietola da zucchero, sia in Veneto che nella nostra provincia. E’ quanto afferma Coldiretti analizzando i dati di Italia Zuccheri, dai si evince che nel 2024 in Veneto gli ettari vocati alla barbabietola sono 8.316 rispetto ai 6.784 dell’anno scorso, con un balzo in avanti del 23%. Anche nella nostra provincia, aggiunge Coldiretti Padova, si registra finalmente un’inversione di tendenza, con 1.201 ettari coltivati nel 2024 contro i 1.080 dell’anno precedente, vale a dire +13% dopo annate con il segno negativo. Già lo scorso anno c’erano i segnati di un cambio di passo, prosegue Coldiretti, proprio sulla spinta delle azioni messe in atto da Coprob, la cooperativa di produttori bieticoli che ha il suo fulcro nello storico zuccherificio di Pontelongo, insieme alle organizzazioni agricole, interventi che hanno permesso di aumentare il prezzo riconosciuto ai produttori e quindi la redditività delle aziende agricole che scelgono di investire nelle bietole. E proprio lo stabilimento di Pontelongo, al quale fanno riferimento i produttori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e le provincie di Mantova e Ferrara, allarga il suo bacino con un significativo incremento degli ettari coltivati, che passano dai 9.233 dello 2023 agli attuali  11.357, realizzando quindi un incremento del 23%, con l’obiettivo di crescere ancora.

“Si tratta di un buon risultato in considerazione dell’avvio della una campagna bieticola che spinge verso la sostenibilità – afferma Ettore Menozzi Piacentini, componente del consiglio di amministrazione di Coprob, produttore bieticolo e dirigente di Coldiretti Padova – perché abbiamo sempre definito la coltura degna di attenzione per la sua capacità di migliorare le caratteristiche del terreno e per la grande potenzialità di accumulare il carbonio, che la rende tra gli indirizzi colturali con la migliore impronta carbonica. Di fronte al cambiamento climatico la barbabietola è una coltura che resiste meglio di altre a prolungati periodi di siccità, con le sue radici smuove il terreno ed è una coltivazione “altruista” perché rilascia sostanze nutritive utili per la rotazione delle coltivazioni, come grano e mais. Non è un caso che altre regioni come Marche e Piemonte abbiano ripreso la coltivazione delle barbabietole proprio per i benefici che questa coltivazione porta ai terreni. Inoltre vi sono anche dei vantaggi in termini economici perché le barbabietole soddisfano molto bene le esigenze della nuova Pac e hanno il vantaggio di avere un prezzo certo che mette al sicuro gli investimenti aziendali. In questi anni il settore ha tenuto, nonostante le difficoltà e le incertezze, grazie alla resilienza dei nostri agricoltori soci che hanno creduto nelle potenzialità della bieticoltura.

 Il consolidamento delle superfici coltivate con il metodo biologico (824 ettari il bacino di riferimento per Pontelongo) e l’introduzione della semina autunnale sono altri segnali importanti nel percorso di sostenibilità delle produzioni che vede impegnate molte imprese agricole. Per questo occorre promuovere la coltivazione, soprattutto nella nostra provincia, dove a Pontelongo abbiamo uno dei due stabilimenti per la lavorazione dello zucchero ancora in attività rimasti in Italia. L’incremento degli ettari coltivati nel bacino di riferimento rappresenta anche una garanzia di stabilità sotto il profilo occupazionale per lo Zuccherificio di Pontelongo e conferma gli importanti investimenti milionari che saranno destinati all’impianto in questi anni”.

“Questi numeri sono una soddisfazione per il lavoro sin qui fatto, anche per la nostra provincia – aggiunge il presidente di Coldiretti Padova Roberto Lorin – un territorio da tempo vocato alla coltivazione della barbabietola e che sta cercando di tenere in piedi questa tradizione. Sostenere il comparto è un impegno per tutti a partire dalle istituzioni pubbliche. Per evitare il rischio di estinzione abbiamo chiesto alla Regione ed ai nostri soci uno sforzo al fine di tutelare l’unica filiera 100% Italiana che trova nella cooperativa di produttori, la Coprob, un partner ideale per l’applicazione della tracciabilità del processo dal produttore al consumatore. Per esaltare le caratteristiche etiche e di sostenibilità ambientali occorre incentivare le scelte degli agricoltori in questa direzione. La filiera agricola veneta – conclude Lorin – deve essere al centro del programma politico della Regione del Veneto per dare slancio a un settore che rappresenta il valore di un territorio”.

(Coldiretti Padova)