L’ALTO COSTO DEL DENARO LIMITA GLI INVESTIMENTI


Bertin (Confcommercio Veneto e Ascom Padova): “Le banche non soffochino le imprese in difficoltà”
Rocchesso (Fidi Impresa & Turismo Veneto): “Grazie al “piccolo credito”, erogati 34 milioni per 1100 imprese del territorio”

“Le banche devono capire che le imprese in difficoltà non vanno soffocate, semmai vanno aiutate a ripianare il proprio debito rimodulando e allungando le rate. Un po’ quello che sta facendo lo Stato per quanto riguarda l’erario. Solo così, in Veneto, diverse migliaia di piccole imprese (ma non solo) potranno rimanere sul mercato”.
Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova ne è convinto: troppi gli imprenditori che, a causa dei tassi proibitivi e di un atteggiamento non proprio conciliante del sistema bancario, finiscono nel “libro nero” della centrale rischi e, con l’iscrizione, vedono condizionato pesantemente il futuro dell’impresa. 
“Già la richiesta di credito ha rallentato – spiega Mauro Rocchesso, direttore di Fidi Impresa & Turismo Veneto, il confidi del sistema Confcommercio regionale – per un consistente aumento dei tassi che si è tradotto in minori investimenti. Questo significa che se le banche hanno fatto selezione, più ancora l’hanno fatta le stesse imprese che di fronte ad un costo del denaro fuori controllo, ad un certo punto, pur avendo inoltrata la richiesta di credito, hanno preferito rinunciarvi”.
Il problema è che l’orizzonte non sembra schiarirsi.
A due guerre in corso alle porte di casa si sono aggiunti il canale di Suez e altri focolai di tensione in Medio ed Estremo Oriente. Questo ha fatto sì che Christine Lagarde, a Davos, non abbia infuso ottimismo: “I tassi – ha detto la presidente della BCE – non potranno scendere prima della metà dell’anno. Situazione internazionale permettendo”. Per cui i tassi alti continueranno ad essere uno dei fattori, probabilmente il principale, che continuerà a limitare l’accesso al credito da parte delle piccole imprese, soprattutto adesso che le banche richiedono business plan molto particolareggiati e che si è chiusa la parentesi delle moratorie attivate in tempo di Covid.
“Per quanto ci riguarda – continua Rocchesso – abbiamo messo in atto quanto era in nostro potere per cercare di ridurre al minimo le difficoltà che si sono palesate in questi mesi. Lo abbiamo fatto, com’è nel nostro DNA originale, prestando garanzia alle banche in favore dei soci ma lo abbiamo fatto – e questa è una novità degli ultimi anni – attivando quel “piccolo credito” che, lo scorso anno, ha significato qualcosa come 34 milioni di prestiti erogati in proprio da Fidi Impresa & Turismo Veneto a 1100 imprese con una media per intervento di circa 30mila euro che è poi il nostro standard”.
Un successo che fa dire a Rocchesso e a Bertin che quello del “piccolo credito” è un istituto che va rafforzato sia perchè consente, talvolta, di arrivare laddove le banche non vogliono arrivare, ma anche perchè il contenzioso non supera un fisiologico 1,5%.
“Sia chiaro – ammette il direttore di Fidi Impresa & Turismo Veneto – che se le banche, mi si passi la similitudine, sono portaerei in grado di sopportare tutto, noi siamo un barchino che comunque naviga abbastanza tranquillamente nonostante il mare grosso”. E che sa, comunque, valutare il vento, come nel caso delle fideiussioni.
“Rispetto a prima – conclude Rocchesso – quando i tassi erano bassi, le fideiussioni risultavano discretamente onerose, ma adesso che i tassi sono alti rappresentano una valida alternativa per cui sono lo strumento ideale, almeno per il momento, per venire incontro alle necessità, ad esempio, delle imprese che partecipano ai bandì pubblici, per evitare depositi onerosi se si affitta lo stabile dove opera l’impresa, per le concessioni”. 
Insomma, per le imprese, le difficoltà non mancano. In Fidi Impresa & Turismo Veneto ci sono però anche molte risposte.

Padova 19 gennaio 2024

(Ascom Padova)