Razzolini (FdI): “Fine vita, oggi l’esame della Proposta di legge in Consiglio Veneto. Posizione contraria, lo Stato non aiuti a morire ma a vivere nelle migliori condizioni. Si potenzino le cure palliative”

16 gennaio 2024

(Arv) Venezia 16 gen. 2024 – “Ho preso parte in data odierna alla seduta del Consiglio regionale del Veneto che ha esaminato la Proposta di legge, di iniziativa popolare, Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale’”. Così il consigliere regionale del Gruppo consiliare Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni, Tommaso Razzolini.

“Con il mio intervento in Consiglio Veneto – prosegue Razzolini – ho voluto ribadire il mio voto contrario al Progetto di legge riguardante il suicidio medicamente assistito con la ferma convinzione che lo Stato non debba aiutare a morire, ma a vivere nelle migliori condizioni. Proprio lo Stato dovrebbe accompagnare alla morte e non esserne fautore per chi la richiede. Il rischio è proprio quello di imboccare una strada che fa passare le persone deboli come un peso per la società. Società che dovrebbe invece aiutare, sostenere e far sentire queste persone, per quanto difficile, parte integrante. Una visione di società che non è altro che quella della nostra regione, il Veneto, una terra che abbraccia i valori della solidarietà, dello spirito del volontariato e della comunità, sentendo ancora oggi un forte legame con la terra e le proprie tradizioni, la storia e la cultura anche di stampo cristiano e cattolico”.

“Altre visioni di società vanno certamente rispettate, e un confronto può senz’altro essere proficuo, ma non condivisibile. Penso al modello svedese dove andava bene: standard di vita alti, progresso e pensiero moderno. Poi venne il momento di fare un altro passo avanti per liberarsi da strutture familiari antiquate che condizionavano il modo di stare insieme rendendoci dipendenti l’uno dall’altro. Nel 1972 – ricorda Razzolini – in un manifesto del partito socialdemocratico veniva prefigurata la famiglia del futuro e un sistema socio assistenziale perfettamente organizzato in cui il fine è dare a ciascuno una vita completamente autonoma. Negli anni avvenire, fu dunque perseguito tale obiettivo per rendere indipendente ogni individuo. La teoria svedese d’amore dice che ogni rapporto umano autentico, libero da condizionamenti materiali e psicologici, si deve basare sulla sostanziale indipendenza delle persone. In Svezia oggi molte persone, la metà della popolazione, vivono da sole e un quarto muoiono da sole. Molti anziani muoiono dimenticati da tutti, in anonime residenze in cui ognuno è chiuso nel suo piccolo alloggio. Per le persone che muoiono senza che nessuno se ne accorga e di cui nessuno si preoccupa, esiste una apposita agenzia governativa che investiga sulle circostanze e cerca i parenti prossimi, ma, a volte, risulta difficile contattarli o impossibile rintracciarli”.

“Questo Progetto di legge appare ideologicamente indirizzato verso una società progressista, come ne possiamo vedere più di qualcuna anche nella nostra Europa, la Svezia ne sia un esempio. La mia visione futura della nostra regione non va di certo in questa direzione. Per questo – conclude Razzolini – esprimo la mia contrarietà al Progetto di legge in oggetto, augurandomi che non sia questo Consiglio regionale a dare il via libera, come prima regione d’Italia, ad un’iniziativa legislativa di questo tipo. Si punti piuttosto a sviluppare e potenziare le cure palliative, per le quali già questa Regione si è attivata e ha fatto dei passi avanti, ma ancor di più bisogna fare per non lasciare indietro nessuno”.

(Regione Veneto)