Osteopatia diventa corso di laurea fra le polemiche: “E’ pseudoscienza”

(Adnkronos) –
L’osteopatia diventa corso di laurea. E’ infatti stato pubblicato il decreto (numero 1563 del primo dicembre 2023) del ministro dell’Università e della Ricerca, di concerto con il ministro della Salute, che aggiorna gli obiettivi formativi qualificanti della classe delle lauree in professioni sanitarie della prevenzione. Il percorso che porta a questo traguardo inizia nel 2018 quando l’osteopatia in Italia è riconosciuta come professione sanitaria autonoma, l’iter si completa a fine 2021. Per il Registro degli osteopati d’Italia (Roi), l’associazione che rappresenta i professionisti del settore, “è una giornata storica, questa notizia appare come il coronamento di un impegno che ha coinvolti tutti, osteopati e pazienti e che oggi ci proietta con forza verso il futuro per il quale abbiamo lottato”, così l’associazione ha commentato sul proprio sito. Ma non tutti hanno gioito. Sui social molti medici e divulgatori scientifici hanno rilanciato la questione “l’osteopatia è una pseudoscienza”. In Italia sono circa 12mila gli osteopati. Ora all’iter previsto dalla legge manca l’istituzione dell’Albo e della definizione delle equipollenze. 

“Da ora in poi in Italia l’osteopatia, pseudoscienza senza base scientifica né efficacia, sarà una laurea e una materia scientifica. Ricordiamo gli autori di questo sfacelo: l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il ministro Bernini, il ministro Orazio Schillaci. A perpetua memoria”, scrive su ‘X’ Salvo Di Grazia, medico e divulgatore scientifico da sempre in prima linea con il sito Medbunker.it contro bufale e fake news. Il suo post ha avuto oltre 76mila visualizzazioni. “L’osteopatia è una pseudomedicina – scrive nella presentazione di un video proprio dedicato all’osteopatia – Una pratica basata su teorie campate in aria, senza nessuna efficacia dimostrata e pure con qualche rischio. Questo succedeva prima dell’emergenza Coronavirus e quindi è passato un po’ di tempo ma è interessante parlarne, anche ora”.  

Secondo il presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), Alberto Momoli: “Il corso di laurea in osteopatia potrà andare a normare alcune lacune che esistono. Ma strutturarla in maniera autonoma non ha molto senso, forse sarebbe stato più giusto, come accade in altri Paesi, considerarla come una altra specializzazione del fisioterapista. Poi, se deve essere prescritta, chi lo fa? E il Ssn dovrà erogarla? A queste domande si aggiunge anche un grosso nodo, la mancanza di prove scientifiche. P
er l’ortopedia, la chirurgia e altre specializzazioni, si parla di medicina fondata sulle prove o ‘evidence based medicine’ ma per l’osteopatia non possiamo farlo”.  

“Ben venga la laurea in osteopatia se però poi arriverà anche la costituzione dell’Ordine e tutte le procedure che comporta. Io devo sapere chi mi sta manipolando, il suo percorso di studio e se è iscritto all’Ordine. Per mia sicurezza. Non ho niente contro l’osteopatia: due giorni prima dell’ictus ero andato a farmi fare una manipolazione al collo, ma i medici che mi hanno salvato dall’ictus e chi mi ha seguito dopo mi hanno piegato che la dissecazione della carotide può avvenire anche per un trauma di questo genere. Quindi, credo che sia giusto che un paziente sia informato sui rischi delle manipolazioni, come si firma un consenso informato di una operazione così andrebbe fatto anche per certe manovre. Ci sono dei rischi? Ecco, le persone devono saperlo prima”. Così all’Adnkronos Salute il direttore generale di Rtv San Marino, Andrea Vianello, commenta il via libera per laurea in osteopatia. Il giornalista ha raccontato la malattia e il recupero nel libro ‘Ogni parola che sapevo’ (Mondadori), uscito nel 2020.  

“Alla fine gli osteopati non sono (necessariamente) medici. Anzi, visto com’è oggi il percorso per diventare osteopata, ci sono tantissimi osteopati che con la medicina, la salute e la mentalità scientifica, non hanno nulla a che fare: il mio ex meccanico oggi fa l’osteopata – rimarca Di Grazia – Quindi se l’omeopata (è obbligatorio sia un medico) magari ha le sue basi di medicina, l’agopuntore (deve essere un medico) anche, l’antivaccinista a volte è un biologo o un fisico, insomma hanno almeno un’infarinatura di scienza, l’osteopata no, quasi sempre non ce l’ha. Fare il ‘medico’ quando non lo sei è pericoloso. Non hai idea di ciò che stai facendo. Finché lo fai in privato, tra quattro mura, con chi si fida di te, tutto si può fare, non ci sarà nessuno a controllarti o ascoltarti ma quando ti affacci al mondo o ti confronti, ecco che tutto può crollare”. Di Grazia ha pubblicato anche i commenti, negativi, al video e le mail di protesta degli osteopati.  

La nuova norma specifica che “nell’ambito della professione sanitaria dell’osteopata, il laureato è quel professionista sanitario che svolge interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico”. Nel dettaglio, chi conseguirà il titolo accademico in osteopatia potrà pianificare “il trattamento selezionando approcci e tecniche esclusivamente manuali, non invasive, ed esterne, adeguate al paziente”, eseguendole “in sicurezza e nel rispetto della dignità e della sensibilità del paziente”, valutandone poi “gli esiti”. 

Diverse le novità nelle attività formative della classe di laurea. Quelle di base sono state integrate con Storia della medicina, Bioingegneria, Medicina fisica e riabilitativa. Tra le caratterizzanti: Scienze tecniche mediche e applicate, Malattie dell’apparato locomotore e Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative.  

 

(Adnkronos – Salute)

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