PlayStation Portal, recensione del remote player per PS5

PlayStation Portal segna un’uscita speciale per Sony, una sorta di ritorno ai tempi in cui produceva console portatili. Ma questa PSP, che condivide l’acronimo con la primissima PlayStation Portable, non è una console vera e propria: Sony la chiama Remote Player, ed effettivamente è una categoria del tutto nuova nel panorama degli accessori per console. PlayStation Portal è profondamnete diversa anche dalla pletora di macchine più o meno da tasca sulle quali è possibile giocare ai titoli PC o a quelli in streaming nel cloud, come ad esempio Steam Deck o la più recente ROG Ally. Ma allora, che cos’è la nuova PSP? Portal serve a riprodurre tutto quello che succede sullo schermo della propria PS5, purché entrambi i dispositivi siano collegati a una rete Wi-Fi abbastanza potente: si abbina la prima volta alla console che si ha in casa, che da quell’istante potrà essere “risvegliata” in qualsiasi momento dalla portatile e trasmettere sullo schermo da 8 pollici ciò che in realtà sta facendo girare la PS5 principale. Con delle limitazioni: su Portal non è possibile avviare giochi dal cloud, ma solo ciò che è installato o gira su disco all’interno di PS5. Inoltre, non è possibile giocare in multiplayer o utilizzare un controller che sia diverso da quello incastonato intorno allo schermo, che riproduce in tutto e per tutto un classico Dual Sense, fornendo così un’esperienza portatile ma senza compromessi lato controller.

Sebbene Sony insista nel presentare Portal come un dispostivo per giocare a casa quando lo schermo della TV è occupato, gli scenari di utilizzo possono essere i più disparati. È possibile anche giocare a migliaia di chilometri dal proprio salotto, ad esempio, purché la PS5 sia in modalità standby e Portal sia collegata a una rete Wi-Fi con velocità di almeno 5Mbps. Questa cifra è davvero il minimo indispensabile per permettere che i titoli non vadano a singhiozzo con lag importanti: ma arrivare a 20 Mbps, nella nostra esperienza con un’unità pre-lancio del device fornita da Sony, si è rivelato fondamentale per avere un’esperienza migliore. In generale, più veloce è la Rete migliore sarà la fluidità dello streaming: con una buona fibra, ad esempio, la fluidità dei giochi sarà quasi identica a quella che sperimentereste sullo schermo di casa collegato a PS5. Naturalemte lo streaming di contenuti è soggetto a colli di bottiglia e rallentamenti quando la banda è congestionata, magari da altri download in casa o da un numero importante di apparecchiature collegate. Se il Wi-Fi non ha la stessa portata in tutta l’abitazione, poi, sullo schermo di Portal apparirà pronto un punto esclamativo che vi consiglierà di tornare dove la copertura è ottimale.

Chi utilizza la app PS Remote Play su dispositivi iOS o Android sa già che cosa aspettarsi: con quella soluzione, è possibile eseguire lo streaming a distanza dei propri giochi sullo schermo di uno smartphone o di un tablet, collegando il controller o utilizzando quelli touch sullo schermo. In generale, però, PlayStation Portal è un device dedicato esclusivamente a questo scopo: il pairing è più veloce, sebbene non immediato (ogni volta che accenderete la console da remoto, l’abbinamento richiederà una manciata di secondi), e la stabilità della connessione migliore. I veri punti di forza della novità Sony, però, risiedono nel controller e nella qualità dello schermo. Quest’ultimo è un LCD da 8 pollici, capace di risoluzione full HD e 60 frame al secondo di aggiornamento. Se è vero che vengono tagiate fuori tutte le caratteristiche pro di PS5, come ad esempio i 120Hz, è altrettanto vero che la qualità del display è eccellente: ottimi colori, ottima luminosità e dimensione perfetta per ammirare ogni dettaglio di gioco. Pur essendo un LCD HD e non un OLED a 4K, la qualità visiva sarà spesso indistinguibile rispetto a quella a cui siamo abituati sui maxischermi. Per quanto riguarda il controller, gli amanti del DualSense troveranno la stessa identica esperienza, con tutti i tasti disponibili, compreso il touch pad ricreato sui due lati dello schermo. Non manca il pieno supporto al feedback aptico, i grilletti con la resistenza e tutte le altre caratteristiche del controller originale, compresa la sua ottima ergonomia, rimasta intatta grazie al design coraggioso e funzionale di Portal, “pesante” appena 530 grammi.

Contro qualsiasi scetticismo iniziale, insomma, PlayStation Portal è un esperimento riuscito, considerando anche il prezzo non particolarmente impegnativo: 220 euro. Certo, ha i suoi difetti: non supporta il Bluetooth, ad esempio. Per giocare con le cuffie, potrete utilizzare quelle con filo e connettore jack classico, oppure i nuovi auricolari Sony con protocollo PlayStation Link, i Pulse Explore, che però costano quanto Portal. Anche il menu di sistema ci è apparso ancora immaturo, almeno nella sua versione sull’unità pre-lancio: non sempre è immediato comprendere quanta batteria sia disponibile o quanto si sia ricaricata, ad esempio. Accendendo Portal, poi, si sveglia la PS5 principale a prescindere: scomodo se si vuole semplicemente aggiornare il dispositivo, controllarne le opzioni, o fare un check dell’autonomia. Peccato anche che non sia possibile collegare un controller per giocare su Portal appoggiando lo streamer su un supporto, ad esempio. Si tratta di limitazioni che potranno essere sistemate con un futuro aggiornamento software, ci auguriamo. Sorprendente in senso positivo, invece, la durata della batteria: che non è eccezionale, ma permette di giocare lo stesso tempo che richiede un DualSense tra una ricarica e l’altra, quindi all’incirca 5 o 6 ore.