Roma, la metropolitana ‘fa storia’ con l’archeostazione Venezia

Opera di mobilità sostenibile a tutela del patrimonio archeologico

Stazione Venezia è la nuova tappa dei lavori della linea C della metropolitana di Roma: una sfida ingegneristica unica che impiega le tecnologie più avanzate del settore per coniugare cultura, innovazione e sostenibilità.
Il progetto della prima metropolitana a guida automatica della capitale, commissionata da Roma Metropolitane e realizzata dal consorzio Metro C S.c.p.a, guidato da Webuild e Vianini Lavori, sottolinea l’importanza del trasporto pubblico e della connettività nella città eterna.
La Linea C sarà una delle metro più innovative in Italia, con treni driverless, guidati a distanza e senza macchinisti a bordo, come quelli delle linee metro che Webuild sta realizzando a Milano e Riyad; con le sue 29 stazioni e 26 chilometri di linea, avrà un impatto significativo sulla congestione del traffico e sull’inquinamento atmosferico a Roma, contribuendo a ridurre il numero di veicoli in circolazione e le emissioni di CO2.
La stazione Venezia sarà situata in una posizione strategica e fungerà da snodo tra i complessi museali circostanti, rendendo più accessibili e collegati i siti storici e archeologici di Roma.
Posta al centro di Piazza Venezia, la stazione avrà tre accessi: lato Palazzo Venezia e lato Auditoria di Adriano, entrambi dotati di scale mobili e di un corpo ascensore vetrato, e lato Vittoriano con una scalinata aperta. Con uno sviluppo planimetrico di 4.500 metri quadrati per ogni piano, la stazione sarà profonda 45 metri circa su otto livelli interrati; gli scavi arriveranno fino a 85 metri, inclusi i muri perimetrali di contenimento e sarà attrezzata con 27 scale mobili.

La stazione Venezia si presenterà come una vera e propria “archeostazione”: l’intero primo livello sarà dedicato ad area museale e ospiterà i resti archeologici emersi nel corso degli scavi, mentre dal primo livello interrato, i viaggiatori avranno accesso diretto alle aree museali di Palazzo Venezia, ai resti degli Auditoria di Adriano, al Parco Archeologico dei Fori Imperiali e al Vittoriano.
Nel complesso, per la stazione si stimano 66mila metri cubi di scavo archeologico e le indagini preventive effettuate hanno portato alla luce interessanti ritrovamenti, tra cui gli Auditoria Hadriani, tra le più importanti scoperte dell’archeologia recente a Roma, grandi aule dove si svolgevano discussioni filosofiche e pubbliche letture di opere letterarie, che verranno rese fruibili dall’atrio di stazione che diventerà un polo museale sotterraneo che collega i diversi complessi monumentali circostanti.
Dalle indagini archeologiche sono emerse, al centro della piazza, le strutture murarie delle antiche tabernae, edifici a uso commerciale, che si affacciavano sulla via Lata, l’antica via Flaminia. Verranno anch’esse ricollocate a fine lavori per essere esposte ai visitatori
La linea C nel suo insieme è un progetto ambizioso che mira a migliorare significativamente il sistema di trasporto di Roma, collegando la città da Sud-Est a Nord-Ovest, connettendo la periferia al centro. Attraversa quartieri storici della città come Centocelle, Pigneto, Appio Latino e il Centro Storico, per poi arrivare al quartiere Prati nei pressi di Piazzale Clodio.
È lunga 26 km, 17 in sotterraneo e 9 in superficie, per un totale di 29 stazioni, dalla fermata di Monte Compatri/Pantano a Clodio/Mazzini. Attualmente, una sezione della linea è già in funzione (da Montecompatri/Pantano in periferia est, a San Giovanni verso il centro, 22 stazioni e 19 chilometri di linea), con altre parti in fase di costruzione e progettazione.
Al momento è in costruzione la Tratta T3 (da San Giovanni a Colosseo/Fori Imperiali), per cui è stato completato lo scavo delle gallerie di linea fino a Piazza Venezia e sono in corso di realizzazione le stazioni Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali, la cui consegna è prevista nella seconda metà del 2024.
La tratta oltre Venezia fino a Clodio/Mazzini (4 stazioni: Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini) è in fase di progettazione ed è attualmente allo studio la tratta da Clodio fino a Farnesina con 2 ulteriori stazioni.
Il progetto prevede anche quattro stazioni di interscambio, con la linea A nelle stazioni di San Giovanni e Ottaviano, con la linea B presso la fermata Colosseo e con le ferrovie locali FL1/FL3 presso la fermata Pigneto. L’interconnessione prevista con altre linee della metropolitana esistente e in fase di sviluppo contribuirà ulteriormente a migliorare l’efficienza complessiva del sistema di trasporto pubblico di Roma e renderà più accessibili e integrate diverse aree della città, favorendo così la mobilità sostenibile e il turismo.
Il sistema della Linea C, una volta completato, dovrebbe contribuire a ridurre il traffico stradale, togliendo dalle strade 400.000 veicoli al giorno, ed evitare 310.000 tonnellate all’anno di emissioni di CO2, con l’obiettivo di migliorare la mobilità e l’ambiente nella capitale.
Per l’esecuzione dei lavori attualmente in corso, sono state coinvolte da inizio lavori 1.500 società della filiera, per il 98% imprese italiane. La collaborazione tra diverse aziende e istituzioni è fondamentale per il successo di un progetto di questa portata, e la partecipazione di varie società della filiera italiana testimonia il coinvolgimento attivo del settore nazionale nella realizzazione di infrastrutture chiave per il paese.
Un progetto importantissimo per la centralità dell’area nei flussi veicolari e pedonali del centro della città e per la rilevanza del contesto storico-monumentale in cui si inserisce.
In tutta l’area saranno effettuati scavi con metodologie di costruzione adottate ai protocolli di indagine archeologica definiti con la Soprintendenza di Roma, per salvaguardare le antiche Taverne Roma rinvenute durante le indagini preliminari. Tutte le antiche strutture saranno tutelate con la loro rimozione per consentire l’avanzamento dei lavori e, poi, ricollocate all’interno della stazione nella loro posizione originale lungo la via Flaminia.
Lungo il tracciato dal capolinea di Pantano fino alla stazione San Giovanni, sono stati esplorati 29 siti con modalità archeologica. Nell’area del capolinea Monte Compatri/Pantano è emerso il primo ritrovamento importante: i resti di un villaggio risalente al Neolitico. Nell’area centrale, lungo la tratta da via Sannio a piazza Venezia, e lungo la tratta da piazza Venezia a piazzale Clodio/Mazzini, sono stati aperti ulteriori 22 cantieri con scavo archeologico per le indagini preventive, alcuni dei quali hanno dato importanti risultati.
Le metodologie adottate per la nuova stazione hanno permesso di trasformare l’archeologia da vincolo in opportunità per l’intera Linea C e la città potrà, così, beneficiare di un complesso museale unico al mondo.
Di concerto con la Soprintendenza di Roma, è stato redatto un documento e approntata una specifica procedura per coniugare l’avanzamento dei lavori con il rispetto dei beni archeologici ancora sepolti. Questo documento prende il nome di “Prontuario delle indagini archeologiche di seconda fase” ed è il primo documento di questo genere mai predisposto in Italia.

(Adnkronos)