Brosio: “Sogno una donna con cui fare famiglia, mi manca mia mamma”


“Presto primo pronto soccorso a Medjugorje aperto a tutte le etnie, a inaugurazione forse anche il Papa”
Roma, 27 ott. ”Ho avuto tutto, il mio lavoro è stata una linfa incredibile per vivere una vita straordinariamente intensa e piena di successi” poi ”ho avuto una breve caduta: ero sommerso dal dolore ma la fede mi ha salvato la vita”. Ora “sogno una donna con cui fare famiglia”. Paolo Brosio in un’intervista all’Adnkronos si racconta parlando della sua lunghissima carriera, partita nei quotidiani locali, del suo approdo a Mediaset, che fu ”una vera e propria svolta”, e del suo passaggio in Rai ma soprattutto della sua profonda fede che lo guida ormai da anni e che lo ha aiutato anche a superare ”la sofferenza profonda” causatagli dalla scomparsa dell’inseparabile mamma Anna.
”Ho sofferto tanto per la morte di mia madre – racconta il giornalista, oggi 67enne – sono figlio unico ed ero legatissimo a mia mamma, avevo fatto anche tante cose con lei, anche in tv. E avendo perso anche mio padre è stata durissima. Mia madre è vissuta fino a 102 anni quindi questo per me è già una grazia incredibile. Siamo stati tanto insieme e gli ultimi anni mi sono dedicato tanto a lei. Vederla morire da una telecamerina su Whatsapp (lui era lontano, lei in ospedale, ndr.) è stata una sofferenza tremenda. Mi ha salvato la fede, se non avessi avuto la fede sarei stato spacciato. Vado a messa ogni giorno perché a me piace proprio, mi dà forza, mi piace ascoltare le omelie e sentire la parola di Dio”.
”Il mio unico pensiero ormai è quello di aiutare gli altri – spiega Brosio – A Medjugorje ho messo in piedi un cantiere con venti operai che lavorano tutti i giorni, sto facendo un enorme pronto soccorso, il primo della storia di Medjugorje, che sarà aperto a tutte le etnie e religioni. Un segnale importante in questo momento in cui i venti di guerra attraversano tutto il mondo. Il mio compito ora è solo questo – aggiunge – non devo essere distratto da altro, devo portare 2 milioni di euro là, ora mi mancano ancora 490 mila euro per finire la parte sanitaria. Sarà un pronto soccorso di più di mille metri quadri, un 118, ambulanze h24 e le misericordie che sono associazioni di volontariato della protezione civile italiana che sono fior fior del professionismo. Grazie al sostegno di tanti donatori siamo arrivati al tetto, abbiamo già chiuso l’edificio”.
E lancia un appello agli imprenditori: ”Dateci una mano, questa è la fase cruciale”. Come è nata l’idea di fare questo pronto soccorso ? ”Il 9 aprile del 2015 andai in udienza privata dal Papa con mia mamma e gli portai il progetto e iniziai la raccolta fondi – racconta Brosio – Il Papa mi disse: ‘Mi raccomando, il pronto soccorso lo devi intitolare alla pace perché fra qualche anno ci saranno delle guerre tremende che metteranno in pericolo la pace nel mondo’. In un momento storico come questo con la guerra in medio oriente – sottolinea – l’inaugurazione di questo pronto soccorso sarà una cosa straordinaria, spero che il Papa possa venire ad inaugurarlo”.
Ti mancano le tue imprese da inviato nel Tg4 di Emilio Fede? ”Ho iniziato a fare il giornalista a 18 anni al ‘Il Secolo XIX’, sono 55 anni di professione di cui sono soddisfatto – risponde Brosio – ho avuto tutto, ho fatto le cose più belle. Sono uscito come inviato speciale dei quotidiani, ho iniziato a ‘La Nazione’ poi sono passato al ‘Il Secolo XIX’ a Genova quindi ho fatto 15 anni lì e successivamente 14 anni nei telegiornali di Mediaset dove mi sono occupato di cronaca nera, giudiziaria, di sport insomma ho fatto di tutto”.
”Ho fatto anche – ricorda – quindici prime serata nel programma ‘8 mm’ condotto da Alessia Marcuzzi sempre a Mediaset, poi sono passato alla Rai a ‘Quelli che il calcio’ per sei anni con Fabio Fazio che all’epoca era un programma cult della domenica anche perché il calcio se non lo vedevi lì non lo vedevi sulle Il pay-per-view”. E a proposito di Fazio via dalla Rai, Brosio tiene ad affermare: ”La Rai ha sbagliato a perdere Fazio. Il suo è un programma di qualità, puoi non condividere le idee politiche ma ‘Che Tempo che fa’ è una trasmissione intelligente, divertente, gradevole e che non scende mai nel trash. Dopo la sua uscita dalla Rai ho parlato con Fabio e gli ho detto: ‘Vai avanti’. Perché è un grande professionista e lo sta dimostrando facendo ascolto dell’11/12% di share in una rete che faceva il 2/3%’”.
Brosio torna poi a parlare di cosa lo ha portato ad avvicinarsi così tanto alla fede da farne la ragione della sua vita: ”C’è stato un periodo breve della mia vita, particolarmente incisivo ma fortunatamente breve in cui sono ‘caduto’ – ricorda – era morto mio papà di colpo, poi hanno incendiato il mio locale ed infine ci fu la separazione con mia moglie per colpa mia e non avendo la fede nel cuore sono caduto nel peccato e per divertirmi e per non pensare a queste cose di giorno lavoravo come un matto e di notte ho iniziato a fare una vita di eccessi, usando anche le droghe, ma era una reazione al dolore”, precisa.
”A tutti può capitare di ‘cadere’ – continua Brosio – ero sommerso da un dolore infinito. Per fortuna c’era mia mamma che pregava per me e che mi ha mandato a Medjugorje e da lì ho capito che il vero antidoto al dolore è la fede”.
Quale è la persona che ricordi con più affetto? ”Sicuramente Silvio Berlusconi – dice – Berlusconi, era un genio”. Come lo hai conosciuto? ”Lavoravo a ‘La Nazione’ e giravo tutte redazioni toscane e sabato e domenica per arrotondare lavoravo come capo ufficio stampa del Pisa calcio quando il Pisa serie era in serie A. Una volta mi mandano a prendere Berlusconi nella pista dei jet privati e lì gli dissi che sognavo di lavorare a Mediaset”.
”Berlusconi – racconta ancora il giornalista – mi rispose, era il 1984, che alla fine degli anni ’80 ci sarebbero state delle novità e di mandargli il curriculum e mi dette subito una email a cui mandarlo. Poi nel ’90 scoppiò la Guerra del Golfo e Fede diventò direttore ad interim di tutti e tre i giornali di Mediaset così andai a Milano e da lì feci un colloquio con Fede di notte, aveva bisogno di inviati e mi prese. Da lì feci una carriera impensabile, non avevo una lira. Devo tutto a Berlusconi”.
Sulla sua vita privata Brosio ammette: ”Non sono innamorato di nessuno, ho la testa solo per il mio pronto soccorso. Ma sogno ancora una donna con cui mettere su famiglia. L’unico rimpianto che ho – ammette – è di non aver avuto figli. Ho adottato una bimba di Medjugorje, adesso ha 14 anni e gioca nella Premier League del calcio bosniaco. Certo, se potessi avere una famiglia ora sarei felice”, conclude Brosio.
(di Alisa Toaff)

(Adnkronos)