Israele aumenta attacchi a Gaza: “Entreremo per distruggere Hamas”

Hamas: “No negoziati su soldati israeliani in ostaggio fino a fine aggressione”. Fumata nera al summit in Egitto: nessuna dichiarazione finale. A Gaza i primi camion di aiuti

Israele intensificherà immediatamente i suoi attacchi a Gaza per aumentare la pressione su Hamas. L’offensiva di terra sta per entrare nel vivo, a due settimane dall’attacco che il movimento estremista ha condotto nel sud di Israele lo scorso 7 ottobre. “Dobbiamo entrare nella prossima fase della guerra nelle migliori condizioni, non in base a ciò che qualcuno ci dice. Da oggi, stiamo aumentando gli attacchi e minimizzando il pericolo”, ha dichiarato il portavoce delle forze armate, il contrammiraglio Daniel Hagari in una conferenza stampa.
E il capo di Stato maggiore israeliano Herzl Halevi, dal canto suo, parlando con i comandanti della brigata Golani secondo quanto riferito da Haaretz, ha affermato: “Entreremo nella Striscia di Gaza per condurre una missione operativa e professionale: distruggere i militanti di Hamas e le loro infrastrutture. Ricordiamo le immagini dei caduti di sabato due settimane fa. Gaza è complicata e densa, il nemico sta preparando molte cose, ma anche noi le prepariamo”.
E mentre sembra avvicinarsi sempre di più il momento dell’inizio dell’operazione di terra israeliana a Gaza, il vertice per la pace in Medio Oriente si è concluso senza dichiarazione finale. A quanto si apprende non è stato raggiunto un consenso unanime tra i partecipanti. La mancanza di una dichiarazione finale non è una sorpresa data le differenze di posizione fra i partecipanti. Diplomatici e osservatori avevano anticipato la difficoltà di raggiungere un consenso.
Secondo quanto riportato da SkyNews Arabia, la dichiarazione finale è saltata a causa dei disaccordi tra il gruppo dei Paesi arabi e i rappresentanti occidentali. Gli arabi, afferma l’emittente, riferiscono che gli occidentali “volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna del movimento di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per l’uccisione di migliaia di civili a Gaza, o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia assediata”.
Intanto un membro della Jihad islamica palestinese, siriano, sarebbe stato ucciso nel sud del Libano durante i bombardamenti israeliani. Lo sostiene l’organizzazione palestinese secondo quanto riferisce ‘The Times of Israel’. Si ritiene che Muhammad Mahmoud Musa, 41 anni, sia stato ucciso durante un attacco aereo israeliano.
Le Idf riferiscono ‘The Times of Israel’, ha affermato di aver colpito tre cellule terroristiche nel sud del Libano che sono state coinvolte nel lancio di razzi e missili su posizioni militari e città israeliane. Almeno sei soldati israeliani, 17 terroristi di Hezbollah e sei terroristi palestinesi sono stati uccisi in scaramucce al confine nelle ultime due settimane. Un civile israeliano è stato ucciso in un attacco di Hezbollah, e diversi civili libanesi e un giornalista sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani.
Ieri sono entrati dal valico di Rafah i primi convogli di aiuti per la Striscia di Gaza. Il valico è stato aperto e subito richiuso dopo il passaggio di soli 20 camion. Venerdì, in attesa di passare, c’erano più di 50 camion. Hamas, che controlla la Striscia, ha affermato del convoglio facevano parte camion che trasportano medicinali, forniture sanitarie e una quantità limitata di scorte di cibo.
Non è entrato invece carburante, ha detto Hagari. Un funzionario della sicurezza israeliana ha dichiarato nelle stesse ore che “non c’è alcuna crisi umanitaria a Gaza. “E’ difficile spostare in pochi giorni le persone verso il sud della Striscia di Gaza, ma la popolazione se la cava. Non c’è carenza di acqua a Gaza – ha affermato ancora, coperto da anonimato – C’è cibo a sufficienza per le prossime settimane, oltre alle forniture di medicinali che, per quanto sappiamo, non mancano negli ospedali”.
Nei giorni scorsi Israele ha avvertito i palestinesi nel nord dell’enclave palestinese, chiedendo di spostarsi verso le aree a sud. Secondo le Idf sono circa 700mila le persone, su 1,1 milioni nel nord di Gaza, che si sono spostate verso le zone meridionale. L’ufficiale ha accusato Hamas, che controlla la Striscia nel mirino dei bombardamenti israeliani dall’attacco di due settimane fa, di continuare a impedire gli spostamenti verso sud.
L’annuncio dell’apertura del valico di Rafah era arrivato dall’ambasciata Usa in Israele, che in un avviso ha chiarito di non essere a conoscenza di “quanto resterà aperto, se sarà aperto, per il passaggio di cittadini stranieri in uscita da Gaza”. L’ambasciata avverte che “molte persone cercheranno di passare se il valico verrà aperto” e mette in guardia i cittadini Usa per quella che rischia di diventare una situazione “caotica e disordinata su entrambi i lati del transito”.

(Adnkronos)