Boom ritocchi ai glutei, il chirurgo: “Richieste in aumento, anche con tecnica fast”


Fabio Fantozzi: “Non solo protesi, anche lipofilling e iniezioni di acido ialuronico da fare in ambulatorio”
Roma, 13 ott. (Adnkronos Salute) – ‘Lato B’ più sodo e pieno o dalla forma più armoniosa e scolpita. In Italia aumentano le richieste di interventi di chirurgia plastica per ritoccare, rimpolpare o modellare i glutei. Una domanda che riguarda sia la tecnica classica con l’impianto di protesi, sia quella del lipofilling con grasso proprio prelevato da zone dove è in eccesso, sia la più recente, più ‘soft e fast’, con iniezioni di un acido ialuronico ad hoc da fare in ambulatorio. Lo riferisce all’Adnkronos Salute il chirurgo plastico Fabio Fantozzi, allievo del chirurgo brasiliano Ivo Pitanguy, pioniere mondiale del ‘bisturi della bellezza’, e presidente dell’Associazione degli allievi di Pitanguy in Europa.
“I glutei rappresentano nel contorno corporale un’importante area anatomica perché completano molto la femminilità di una donna”, afferma il chirurgo romano. “Hanno una loro forma, rotondità, delle caratteristiche antropometriche ben precise che vanno studiate bene per essere migliorate con la chirurgia plastica, con ottimi risultati, mantenendo però – avverte – alcune caratteristiche di forma e volume che non si possono alterare, che devono restare naturali, altrimenti” il ‘lato B’ “appare finto, chirurgico appunto. L’aumento della richiesta negli ultimi anni, anche in Italia, è molto legato al fenomeno dei social e della tecnologia in generale che, grazie alla facilità di fotografarsi e di mostrarsi, hanno esasperato l’attenzione all’immagine, al controllo, al confronto, con una maggiore consapevolezza del proprio corpo, difetti compresi. Dunque ci si accorge di più delle imperfezioni e si ricorre al chirurgo per correggerle”.
Quali sono nel dettaglio le tecniche utilizzate? “Premesso che ogni caso va sempre studiato prima per capire come si presentano i glutei, se hanno un ‘difetto’ di volume o di forma – spiega Fantozzi – il volume si può creare innanzitutto posizionando delle protesi intramuscolari, una tecnica eseguita ormai da fine anni ’90 in Brasile e oggi in tutto il mondo, anche se – sottolinea – solo il 10% dei chirurghi plastici è in grado di mettere una protesi. L’intervento va fatto in sala operatoria, in anestesia, e dura per sempre, salvo dover rimuovere le protesi in caso di rottura, ad esempio in un incidente o altro”.
“La seconda tecnica per rimodellare i glutei – prosegue il chirurgo plastico – è una evoluzione della lipoaspirazione, ovvero prima si toglieva solo il grasso in eccesso in alcune zone del fondoschiena, oggi questo grasso si toglie da una parte – magari nelle cosiddette ‘culotte di cheval’ sui fianchi o all’interno coscia – e si reimmette dove serve, dove il gluteo appare svuotato, facendo così una vera e proprio liposcultura. Anche questa procedura richiede anestesia e sala operatoria”. Quanto alla durata nel tempo, “normalmente – precisa Fantozzi – un terzo del grasso rimane e il resto viene assorbito, ma in generale c’è un’azione molto rigenerante, perché una volta immesso il grasso rigenera il tessuto ricevente”.
“L’ultima metodica, che esiste da un po’ di anni – continua lo specialista – è quella che utilizza un particolare acido ialuronico, ‘progettato’ da un’azienda tedesca proprio per il corpo, e da non confondere con quello dei filler per il viso che ha una struttura e un peso molecolare completamente differente. Questa tecnica consente di fare piccoli aumenti, con un effetto che dura un anno. Si fa in ambulatorio e, anche se è un procedimento semplice, richiede magari un giorno di ‘tranquillità’: insomma, una volta usciti dallo studio, non si può andare in palestra o altro. Di solito viene scelta da persone che vogliono evitare la sala operatoria, avere un risultato non troppo ‘importante’, che vogliono fare un piccolo aumento magari per vedersi meglio alla prova costume estiva, senza che il ritocco dia troppo nell’occhio”.
Fantozzi osserva che “nel 2000, quando mi sono formato in Brasile, era tutto un altro mondo. Negli ultimi 20 anni, come evidenzia la Società americana di chirurgia plastica, c’è stato un aumento del 300% di interventi, ma ciò che è più cambiato – rimarca – è la globalizzazione anche questo settore. Prima guardavamo al Brasile come la patria della chirurgia, oggi anche l’Europa, con Italia, Germania e Spagna in cima alla classifica, hanno numeri importantissimi. E con l’avvento dei social, le differenze tra un Paese e l’altro non ci sono più. Così come non ci sono più tabù, differenze geografiche e tanto meno di censo o classe sociale nella richiesta di chirurgia plastica”. Quanto all’età, “si è molto abbassata sia per i ritocchi al viso che al corpo, e tante volte ci troviamo a dover frenare le pazienti che richiedono volumi e dimensioni sempre maggiori. Non sempre, purtroppo, ci riusciamo e spesso, se non le accontentiamo, cambiano chirurgo”, conclude l’esperto.

(Adnkronos)