Pubertà precoce in aumento dopo Covid: è caccia alle cause

(Adnkronos) – La pubertà è sempre più precoce? E sarà davvero un effetto della pandemia? “Secondo una ricerca tra le più recenti c’è stata un’impennata estrema nello sviluppo sessuale delle bambine nel biennio 2020-2021. I ricercatori della Clinica pediatrica ed endocrinologica dell’Istituto Gaslini di Genova hanno rilevato un aumento del 30% nelle diagnosi di pubertà precoce rispetto ai quattro anni precedenti alla comparsa del coronavirus”. E’ una delle risposte di ‘Dottore, ma è vero che…?’, il sito anti-bufale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), che esplora un tema che solleva preoccupazioni fra i genitori.  

Isolamento dai coetanei, sedentarietà, sospensione delle attività sportive, ansia, cambiamenti nello stile di vita: i lockdown ai quali ci ha costretto la pandemia di Covid-19 sono stati anche questo. Fra le conseguenze più a lungo termine di quel periodo di emergenza, come i ritardi nelle diagnosi e la sospensione di alcune terapie, c’è una nuova ipotesi che coinvolge i più giovani. L’idea è che possa esserci stato un effetto anche sui tempi della pubertà. Già numerosi gli studi approfondiscono questo aspetto, soprattutto facendo tesoro dei dati raccolti dalle strutture sanitarie in Italia, uno dei Paesi più colpiti da Covid-19. “Si tratta di uno scenario in evoluzione, causato da più fattori; è fondamentale però analizzarlo per salvaguardare la salute degli adulti di domani”, si spiega. 

Fisiologicamente oggi la pubertà si manifesta nei maschi all’età media di 11 anni e nelle femmine tra gli 8 e i 13 anni. Se lo sviluppo dei caratteri sessuali avviene prima degli 8 anni nelle bambine e dei 9 anni, nei bambini si può parlare di pubertà precoce. Che lo sviluppo arrivi sempre più in anticipo non è una novità. Lo confermano diversi studi, tra i quali una revisione sistematica che ha valutato i cambiamenti del telarca in ogni decennio tra il 1977 e il 2013. La conclusione è che lìetà dello sviluppo della ghiandola mammaria è diminuita di quasi 3 mesi per decennio. Per gli esperti non si può portare sul banco degli imputati solo Covid-19. “Non esiste una sola causa. L’ultima delle ipotesi ha preso in considerazione la pandemia di Covid e tutti i cambiamenti che ne sono derivati. Lo studio compiuto da ricercatori italiani è nato dall’aumento (+80%) del numero di bambine visitate nei centri di endocrinologia pediatrica per sospetta pubertà precoce negli ultimi 2 anni. Nello stesso periodo sono aumentate le diagnosi (+30%) di questa condizione”. 

Lo scenario del post-pandemia è complesso. Dopo le restrizioni del lockdown, la Dad, l’isolamento, le palestre e i parchi chiusi, lo stile di vita dei bambini ha subito enormi cambiamenti. Più tempo trascorso davanti agli schermi, disturbi del sonno, ansia, una dieta meno equilibrata, sedentarietà hanno causato un aumento dei tassi di sovrappeso e obesità negli adolescenti. Si sa da tempo che un indice di massa corporea (Bmi) elevato o che aumenta rapidamente è tra i principali fattori scatenanti della pubertà precoce, si evidenzia nel focus. 

Secondo Mohamad Maghnie, direttore della Clinica pediatrica ed endocrinologica dell’Istituto Gaslini, “anche l’uso prolungato di dispositivi elettronici potrebbe aver influenzato i tempi di sviluppo puberale attraverso fattori diretti e indiretti. Le bambine con diagnosi di pubertà precoce durante il periodo pandemico hanno mostrato una media di 2 ore giornaliere in più (rispetto al periodo precedente) trascorse utilizzando dispositivi elettronici e 88,5% di queste hanno interrotto l’attività fisica programmata che svolgevano prima della pandemia”. Anche cause genetiche, ambientali e culturali sono al centro di ricerche. Sotto accusa è soprattutto l’inquinamento. L’esposizione ad agenti tossici è un fattore di rischio ancora prima della nascita. Sono migliaia le sostanze chimiche che possono influire sul sistema endocrino dei bambini e quindi sul loro sviluppo sessuale.  

“Oggi – evidenziano gli esperti – è particolarmente importante raccogliere dati sui casi di pubertà precoce per poter valutare in futuro gli effetti a lungo termine sulla salute degli adulti”. Anche perché, si legge nell’approfondimento, “con la maturazione anticipata degli organi sessuali, determinata dalla produzione eccessiva di ormoni, possono verificarsi delle complicazioni. Vale sia per le femmine sia per i maschi. Le ossa, per esempio, iniziano a crescere improvvisamente ma smettono di svilupparsi altrettanto rapidamente: il risultato è la bassa statura da adulti. Nelle bambine l’arrivo precoce del menarca può portare a sovrappeso, ipertensione, alterazione degli zuccheri nel sangue. Non sono da sottovalutare, infine, gli aspetti psicologici”.  

La raccomandazione, concludono gli esperti, “è consultarsi con il pediatra di famiglia, se necessario anche con un pediatra endocrinologo. E valutare un consulto psicologico quando i cambiamenti sembrano particolarmente pesanti”. Alcuni medici sperano che il ritorno alla scuola e l’adattamento dei bambini alle sfide della pandemia rallentino il tasso di pubertà precoce. “Quando si esaminano i dati dell’ultimo anno, in particolare nei luoghi in cui i bambini sono quasi tutti tornati a scuola e la vita è tornata più normale, prevedo che il tasso di pubertà precoce tornerà a quello che era in precedenza”, ha detto Paul Kaplowitz, pediatra del Children’s National Hospital di Washington a ‘The Scientist’. “Ma ovviamente non lo sappiamo”. 

(Adnkronos – Salute)

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