Romanzieri Usa citano in giudizio OpenAI: l’intelligenza artificiale viola il copyright

Un’associazione di scrittori di narrativa statunitensi, tra cui noti autori come John Grisham, George R.R. Martin e Jodi Picoult, ha intentato una causa legale contro OpenAI accusando l’azienda di violazione del copyright. L’accusa è dovuta all’uso dei loro romanzi per addestrare i grandi modelli di linguaggio utilizzati da ChatGPT. La querela è stata presentata dall’Authors Guild martedì scorso in un tribunale federale a Manhattan, New York. Nella denuncia si afferma che OpenAI ha copiato interamente le opere degli autori senza ottenere l’autorizzazione necessaria e senza considerare i diritti d’autore. Queste opere sono state poi utilizzate negli algoritmi dei grandi modelli di IA generativa, progettati per generare risposte in linguaggio naturale alle richieste degli utenti. Nel documento presentato dall’Authors Guild si afferma che “questi algoritmi sono al centro dell’enorme impresa commerciale di OpenAI” e che sono basati su una sistematica violazione del copyright su larga scala. Uno dei principali timori legati all’uso di chatbot basati su intelligenza artificiale generativa è la mancanza di chiarezza riguardo all’origine del codice o del linguaggio aperto utilizzato per addestrare tali piattaforme.

Mary Rasenberger, CEO dell’Authors Guild, ha dichiarato che “gli autori devono avere il diritto di controllare come e se le loro opere vengono utilizzate dalla generazione automatica di testo mediante l’intelligenza artificiale”. Ha sottolineato che è “essenziale fermare questa violazione dei diritti d’autore o rischiamo di compromettere la nostra ricca cultura letteraria”. Al momento, OpenAI non ha ancora risposto ufficialmente riguardo alla causa intentata a New York. Inoltre, è stato riportato che esiste una causa simile pendente contro Meta Platforms da parte di un gruppo di autori, che accusano l’azienda di utilizzare il materiale coperto dal copyright per addestrare un proprio grande modello di linguaggio basato su intelligenza artificiale, chiamato Llama. Microsoft ha annunciato all’inizio di questo mese che intende proteggere i propri clienti che utilizzano il programma Copilot, basato su intelligenza artificiale generativa, da eventuali cause di violazione del copyright, al fine di alleviare le preoccupazioni relative al rischio di rivendicazioni legate alla proprietà intellettuale.