Il mistero dell’acqua lunare: nuove scoperte ridimensionano le attese degli scienziati

La prospettiva umana sulla sfruttabilità delle riserve d’acqua sulla Luna potrebbe dover subire un drastico cambiamento. Recenti analisi sui crateri lunari rivelano una sorpresa: la maggior parte di essi è troppo giovane per poter ospitare antiche riserve di ghiaccio d’acqua. Questa sconvolgente rivelazione proviene direttamente dai lavori del fisico Norbert Schörghofer dell’Institute for Planetary Science e l’astrofisica Raluca Rufu del Southwest Research Institute, entrambi negli Stati Uniti. Secondo Schörghofer, “Questi risultati scompaginano le previsioni su dove cercare ghiaccio d’acqua sulla Luna e cambiano drasticamente le stime su quanta acqua ghiacciata ci aspettiamo di trovare.”

Gli scienziati sapevano già della presenza d’acqua sulla Luna. La vera domanda è sempre stata: quanto abbondante è, e dove si trova? Per anni, gli occhi degli esploratori spaziali erano rivolti alle regioni permanentemente in ombra, in particolare ai profondi crateri. Qui, lontano dal calore del Sole, si pensava che il ghiaccio potesse accumularsi indisturbato per miliardi di anni, creando depositi spessi anche diversi metri. Tuttavia, le recenti scoperte sembrano contraddire questa teoria. Schörghofer illustra la situazione, spiegando che le riserve antiche di ghiaccio probabilmente “non esistono”.

Il motivo dietro questa rivoluzione? Gli studi suggeriscono che le regioni ombreggiate della Luna non sono state protette dalla luce solare abbastanza a lungo per permettere l’accumulo di antiche riserve d’acqua. In altre regioni, la luce solare potrebbe riscaldare e far evaporare l’acqua, ma nelle trappole fredde delle PSR, dove le temperature superano a malapena i -163 gradi Celsius (-260 gradi Fahrenheit), si pensava che il ghiaccio potesse rimanere – e accumularsi, potenzialmente per miliardi di anni. Si è ipotizzato che questi crateri potessero contenere strati di ghiaccio d’acqua spessi anche diversi metri. Questa epifania scientifica ha radici in una ricerca pubblicata un anno fa, che metteva in discussione la coerenza tra la velocità con cui la Luna si allontana dalla Terra e la sua età stimata.

Era opinione comune che, miliardi di anni fa, il Sistema Solare fosse stato un campo di battaglia per comete e asteroidi e che questi avessero colpito con costanza anche la Luna. Secondo gli studiosi i bombardamenti avrebbero dovuto rilasciare acqua all’interno della Luna. Tuttavia secondo i nuovi modelli, le regioni in ombra sono sorprendentemente giovani.

“Siamo stati in grado di quantificare quanto giovani siano effettivamente le regioni in ombra lunari,” afferma Schörghofer. “L’età media delle regioni in ombra permanente è di 1,8 miliardi di anni al massimo.” Oltre ad avere inevitabili ricadute scientifiche, queste scoperte, pubblicate su Science Advance, influenzano anche le future missioni sulla Luna, come l’Artemis III della NASA. Ad ogni buon conto, precisano gli scienziati, le regioni ombreggiate della superficie lunare potrebbero ancora contenere riserve d’acqua – semplicemente non così antiche come si pensava e forse non così abbondanti. Questa conoscenza potrebbe aiutare a focalizzare le future esplorazioni lunari.