Acea, Palermo: “Siamo primo operatore idrico, nostro impegno per pianificazione integrata”

L’amministratore delegato di Acea lo ha detto a margine dell’evento “Agricoltura, cambiamenti climatici e dissesto idrogeologico: dall’emergenza alla programmazione”, primo panel del Forum annuale della Fondazione Enpaia

Roma, 19 set. “Come Acea, siamo il primo operatore idrico nazionale: vogliamo dare il nostro contributo in una logica di pianificazione integrata e soprattutto una pianificazione che superi gli ambiti locali, che abbiano una dimensione quanto meno regionale e possibilmente nazionale”. A dirlo è l’amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo, a margine dell’evento, intitolato “Agricoltura, cambiamenti climatici e dissesto idrogeologico: dall’emergenza alla programmazione”, primo panel del Forum annuale della Fondazione Enpaia, Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura, su “Economia e società. Scenari e prospettive”, tenutosi a Roma. Un Forum che nasce per condividere riflessioni e sfide che l’Italia dovrà affrontare nel prossimo futuro e sulle politiche di sostegno all’economia reale che gli investitori istituzionali e le Casse di previdenza potranno attivare.
“All’interno di questo forum – dice Palermo – si è affrontato un tema importante: la pianificazione di tutti quegli interventi orientati su molteplici assi. Primo fra tutti quello degli investimenti, dove l’Italia è molto indietro, che devono essere diffusi sul territorio e al tempo stesso coordinati da un’unica regia. A tal proposito il governo è già al lavoro; ritengo, infatti, che i passi compiuti, soprattutto negli ultimi mesi, siano molto incoraggianti”.
L’amministrazione delegato di Acea, conclude l’intervento parlando del ruolo dell’IA all’interno del settore energetico: “Il problema che l’intelligenza artificiale ci sta indicando è che serve sempre più acqua e questo lo riprova il fatto che, a livello mondiale, i server consumano un quantitativo molto elevato di acqua. Al tempo stesso, però, l’IA può essere molto utile per ottimizzare la gestione del ciclo idrico integrato: noi stiamo iniziando ad utilizzarla e i risultati sono sorprendenti”.
“Come operatore nazionale principale -continua Palermo- sul settore idrico, per noi di Acea l’impegno sul tema dell’acqua è fondamentale: l’Italia è un grosso consumatore, consuma circa 30 miliardi di metri cubi, il che è tanto e molto lo fa la parte principale dell’agricoltura. Purtroppo, in tal senso, la nostra generazione non ha mai visto l’acqua come un problema. Gli investimenti fatti risalgono a molti anni fa, basti pensare che i nostri stessi impianti degli acquedotti hanno quasi 100 anni ed è arrivato il momento di un nuovo investimento molto importante: il raddoppio di Peschiera-Capore, che in realtà è una sostituzione della condotta attuale e porta il 70% dell’acqua su Roma”.
L’acqua incide sul pil nazionale per il 18% e nel settore agricolo è determinante in quanto il 56% del bene primario serve a questo settore: “L’acqua in Italia fortunatamente non manca perché piove e perché dispone di fonti più grandi e numerose rispetto a molti altri paesi europei, quindi, in realtà, a mio avviso il tema dell’acqua è di tipo gestionale in quanto non essendo stato un problema, secondo me non è stato approcciato in modo sufficientemente prioritario nella lista degli ad esempio degli investimenti”. Ciò che è importante fare, ora – continua Palermo – “Oggi piove in misura diversa e in luoghi diversi rispetto a un secolo fa e ciò porta inevitabilmente a dover adeguare le infrastrutture per raccogliere quella stessa acqua. Quest’ultima va intercettata quando piove nel nostro Paese e diventa fondamentale il piano promosso anche da Coldiretti sugli invasi.
L’amministratore delegato conclude illustrando l’enorme gap infrastrutturale in materia di acqua in Italia: “Ad oggi non esiste una rete nazionale in tal senso, ma solo la rete nazionale elettrica e sul gas. Questo porta al fatto che lo spostamento di risorse idriche all’interno di una regione è un problema e ad oggi non disponiamo neanche di una rete a livello regionale. E’ necessario, pertanto, che vengano adeguate le normative vigenti a tal proposito”.

(Adnkronos)