Investire in ETF: una guida per conoscere a fondo questi strumenti d’investimento

Milano 15 settembre 2023. Su scala globale, nel primo semestre del 2023, le attività investite in ETF hanno superato lo storico record di 10,3 trilioni di dollari, merito anche della risalita dei mercati azionari e del costo più contenuto rispetto ai fondi. Nel nostro Paese, sono quotati più di 1.800 ETF che coprono ogni settore, dall’obbligazionario all’azionario, dalle criptovalute alle materie prime. E le novità continuano come il lancio in Europa in queste settimane da parte di BlackRock della prima gamma di ETF obbligazionari a scadenza, iBonds(in versione talvolta doppia per chi vuole una cedola o chi invece preferisce quelli ad accumulazione) con una serie di ETF dedicati al mondo delle obbligazioni societarie (corporate) europee con scadenze comprese fra dicembre 2025 e dicembre 2028.

Uno strumento che darà sicuramente filo da torcere come condizioni e trasparenza alla maggior parte dei fondi d’investimento cosiddetti “target data” ovvero a scadenza.

Non c’è quindi da stupirsi se gli ETF siano tra gli strumenti finanziari più apprezzati da piccoli e grandi investitori. Ma che cosa sono, nei dettagli? Quali sono i loro vantaggi e cosa occorre sapere prima di acquistarli? La guida di SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, offre una risposta precisa.

Che cosa sono gli Exchange Traded Fund

Gli ETF, Exchange Traded Fund, sono presenti sul mercato finanziario sin dagli anni ’90 ma se ne sente già parlare nei primi anni ’60, grazie al contributo di alcuni pionieri del settore, come John Bogle, il fondatore di Vanguard. Nel 1976, introdusse il First Index Investment Trust, un fondo passivo che riproduceva le performance dei mercati dell’epoca.

Parliamo di alcuni tra gli strumenti finanziari più moderni e di successo degli ultimi anni. Non a caso, anche SoldiExpert SCF, vi dedica una particolare attenzione. È stata fra le prime realtà del settore ad offrire portafogli ETF e a redigere ricerche e approfondimenti ad hoc sull’argomento.

Ma che cosa sono? Si tratta di fondi scambiati in Borsa, sia di tipo azionario che obbligazionario. Proprio come un’azione, gli ETF possono essere acquistati e venduti in tempo reale e hanno l’obiettivo di replicare un indice di Borsa o una strategia secondo delle regole prestabilite. In breve, lo scopo finale è quello di ottenere lo stesso rendimento generato dai prodotti finanziari dell’indice.

ETF a replica fisica, sintetica o Smart Beta

Prima di scoprire come investire in ETF bisogna precisare che questi strumenti finanziari si suddividono in diverse tipologie, a seconda del modo di replica dell’indice. Gli ETF a replica fisica, per cominciare, acquistano tutti o soltanto una parte dei titoli contenuti nell’indice. In questo modo, se l’indice cambia, la composizione dell’ETF si adatta automaticamente.

Analogamente a molti fondi di investimento, gli ETF hanno un patrimonio separato da quello della società di gestione, il che li protegge da eventuali eventi avversi. In altre parole, se la banca o la società di gestione sono insolventi, l’ETF potrà essere trasferito a un’altra entità sicura.

Gli ETF a replica sintetica, invece, funzionano in modo differente. In questo caso, l’indice sottostante viene replicato attraverso l’uso di strumenti derivati e non tramite l’acquisto diretto dei titoli. Si tratta di un’operazione di scambio, nota come “swap”. Il gestore di un ETF a replica sintetica assegna i titoli dell’indice a un partner (solitamente una banca), che a sua volta si impegna a pagare la performance dell’indice, compresi i dividendi.

Attenzione però: nell’eventualità di fallimento dell’emittente lo swap potrebbe teoricamente valere meno dei titoli detenuti. Anche se di solito viene fornita una garanzia iniziale, potrebbe non essere sufficiente a coprire eventuali perdite. Da un punto di vista teorico, gli ETF a replica sintetica presentano quindi un livello di rischio superiore a livello teorico ma va detto che in questi decenni non si è mai verificato il peggior scenario e stiamo parlando quindi di teoria.

È importante sottolineare che nel settore degli ETF a replica fisica sono emersi prodotti più dinamici, noti come ETF Smart Beta. Questi ETF, pur mantenendo un indice di riferimento, non si limitano a replicarlo in modo passivo. Al contrario, effettuano selezioni aggiuntive basate su criteri qualitativi (ad esempio, azioni con dividendi elevati) o quantitativi (come titoli con minore volatilità nell’indice di riferimento).

La differenza tra ETF e fondi d’investimento

Sebbene ETF e fondi d’investimento siano strettamente correlati, presentano alcune differenze. Come già accennato, un ETF è un fondo negoziato in borsa, il cui metodo di gestione può essere attivo o passivo.

Negli ETF, la composizione del portafoglio cambia soprattutto in concomitanza con le variazioni o le riallocazioni dell’indice di riferimento. I fondi d’investimento a gestione attiva tendono ad avere nel tempo risultati inferiori rispetto agli ETF nella stragrande maggioranza dei casi, a causa di molteplici fattori. Tra questi, uno dei principali è l’effetto dei costi, insieme al fatto che molti gestori cosiddetti “attivi” spesso assumono decisioni che si rivelano meno proficue rispetto a quelle dei fondi passivi e inoltre il peso commissionale (anche del 2-3% e più l’anno in diversi fondi azionari) toglie capitale a spese dei sottoscrittori.

Investimento in ETF: i vantaggi concreti

Gli ETF presentano degli indiscutibili punti di forza: costi minori, accessibilità e trasparenza. Il vantaggio più evidente è che si tratta di strumenti finanziari più economici rispetto ai classici fondi d’investimento attivi. La gestione attiva, infatti, implica commissioni che ne riducono il rendimento.

Oltre ai costi, gli ETF sono degli strumenti definiti dagli stessi investitori come trasparenti. Sempre rispetto ai tradizionali fondi d’investimento, garantiscono performance più chiare e semplici in termini di calcolo, poiché si basano soprattutto sull’andamento del mercato.

Da non dimenticare è poi l’accessibilità degli stessi ETF. L’acquisto di ETF negoziati in Borsa è del tutto privo di barriere. Gli investitori hanno l’opportunità di comprare tali strumenti da broker online o banche dirette. Gli ordini sono eseguiti in modo immediato e, quasi sempre, non sono applicate commissioni di custodia.

Un ulteriore vantaggio? Come già sottolineato, gli ETF quotati nella Borsa italiana hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società di gestione. Nell’eventualità di problemi della banca o dell’emittente, dunque, gli ETF non sono esposti a rischi di insolvenza.

Svantaggi e rischi degli ETF

Se da una parte gli ETF presentano vantaggi evidenti, occorre soppesare anche rischi e svantaggi. Spesso, oggetto di critiche è la mancanza di liquidità degli ETF che investono in settori iper-specializzati.

Inoltre, se per molti è visto come un punto di forza, per altri il prezzo degli ETF viene considerato uno svantaggio. Durante le negoziazioni degli ETF, potrebbe verificarsi una disparità tra i prezzi di acquisto e vendita, specialmente quando non si registra un volume elevato di scambi.

Gli investitori, di conseguenza, potrebbero dover pagare una cifra più elevata rispetto a quella di mercato e ottenere un prezzo minore di quello atteso. E’ il cosiddetto “spread” (che può cambiare di giorno in giorno in base anche alla volatilità del mercato) e di fatto è un costo implicito che sostiene il sottoscrittore seppure va detto che gli ETF maggiormente trattati questo costo assomma a circa lo 0,1-0,2% e giustifica ampiamente il vantaggio rispetto ai fondi.

Investire in ETF e come trarne beneficio

Gli ETF sono quotati sulla Borsa italiana e possono essere scambiati attraverso banche online o istituti di credito tradizionali. Quando si seleziona il fornitore degli ETF, è importante considerare i costi di negoziazione dell’intermediario, che variano in base all’ammontare dell’investimento.

Ad esempio, se il capitale investito è meno di 1.000 euro occorre scegliere una banca che proponga commissioni minime per operazioni contenute. Al contrario, se le cifre negoziate superano i 10.000 euro, è bene rivolgersi a una banca che preveda commissioni fisse per operazioni o commissioni massime per eseguito. Del resto, il risparmio sull’acquisto di un singolo ETF per diverse decine di migliaia di euro può avere un impatto notevole.

Ma chi sono i maggiori fornitori di ETF? Dove conviene acquistarli? Il fornitore numero uno è BlackRock con iShares a livello mondiale. Anche nel mercato europeo, la divisione ETF “iShares” gestisce un patrimonio di circa 576 miliardi di euro. Tra gli altri attori del settore, possiamo menzionare Lyxor, DWS, Amundi, Vanguard e UBS.

Un consiglio per gli investitori privati? È di puntare sugli ETF con volumi significativi, tra cui masse sotto gestione e indici consolidati, così da limitare l’eventuale spread (ossia la differenza tra i prezzi di acquisto e di vendita, che costituisce un costo implicito).

La tassazione degli ETF: un accenno

Un risparmiatore che desidera acquistare ETF deve comprendere anche i dettagli relativi alla tassazione e alla fiscalità. Ai fini fiscali, tutti i profitti ottenuti dalla vendita di un ETF sono considerati “reddito di capitale”, mentre eventuali minusvalenze sono trattate come “reddito diverso”.

In caso di plusvalenza, gli ETF non possono mai essere compensati con minusvalenze pregresse. Se, invece, si realizzano minusvalenze, si genera una sorta di “zainetto fiscale” che può essere utilizzato entro i successivi quattro anni solamente con “redditi diversi”.

La tassazione sugli ETF, specialmente riguardo ai profitti derivanti dalla vendita, può raggiungere il 26% se l’ETF detiene esclusivamente strumenti azionari nel suo portafoglio. Tuttavia, se l’ETF include titoli soggetti a tassazione agevolata (come, ad esempio, titoli di Stato), l’imposizione fiscale sarà minore. Il sistema attuale, quindi, è piuttosto penalizzante.

Come selezionare i giusti ETF? I portafogli su cui investire

È fondamentale ricordare che gli ETF non rappresentano una soluzione miracolosa e che, come tutti gli strumenti d’investimento, non garantiscono profitti sicuri. Nonostante siano un’interessante opportunità di risparmio, è essenziale valutarli attentamente in base alle proprie esigenze individuali.

Attualmente, esistono migliaia di ETF quotati sulla Borsa italiana. Pertanto, occorre stabilire un metodo efficace per selezionare quelli più adatti. Date le possibili oscillazioni dei mercati nel tempo, SoldiExpert SCF consiglia di gestire il proprio portafoglio di ETF con un approccio ragionato che valuta i mercati di riferimento, il contesto di mercato, i costi e l’impatto fiscale nel tempo in base alle strategie adottate. L’obiettivo primario è fornire al risparmiatore un equilibrato rapporto tra rischio e rendimento, attraverso la scelta degli strumenti più appropriati.

Nelle consulenze offerte da SoldiExpert SCF, naturalmente, vi sono numerose opzioni, sia con focus sull’obbligazionario che sull’azionario. Per scoprire idee, risposte e consigli preziosi per comprendere come orientarsi al meglio nel mondo degli ETF, infine, è possibile scaricare “Capire gli ETF-la nuovissima guida completa”, gratuitamente.

Informazioni su SoldiExpert SCF

Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.

Link e approfondimenti

Sito ufficiale: https://soldiexpert.com

Newsletter gratuita: https://soldiexpert.com/lettera-settimanale/

Email:[email protected]

Canale video Youtube: https://www.youtube.com/user/SoldiExpert