Salute, storie di fisioterapia, dalla paralisi allo sport in 1 anno

(Adnkronos) – Dalla paralisi allo sport in un anno, grazie a un programma di riabilitazione fatto di qualche farmaco e tanta fisioterapia. Alla vigilia della Giornata mondiale dedicata a questa disciplina, da Pesaro arriva la storia dello “straordinario recupero” di Giuseppe, un appassionato podista amatoriale sessantenne, assistito nel centro riabilitativo Villa Fastiggi, Gruppo Kos. 

Giuseppe ci era arrivato nel settembre 2022. Non riusciva a stare in piedi né a camminare – ricostruisce una nota – non respirava da solo e veniva alimentato tramite un sondino naso-gastrico. Presentava una tetraparesi flaccida, con tutti e quattro gli arti paralizzati. Conservava solo alcuni movimenti del capo e minimi accenni di movimento a una mano e ai piedi. Allettato, i suoi muscoli stavano perdendo volume e forza in tutto il corpo. Una grave insufficienza respiratoria lo costringeva a una cannula per la tracheostomia e alla ventilazione meccanica con ossigenoterapia. Un quadro critico conseguente a una forma particolarmente aggressiva di sindrome di Guillain-Barré, una rara polineuropatia demielinizzante infiammatoria acuta a evoluzione rapida, ma nella pratica clinica la forma più frequente di paraparesi acuta, che può manifestarsi in età sia infantile sia avanzata e in entrambi sessi, con una leggera preponderanza nel sesso femminile.  

In oltre la metà dei casi la Guillain-Barré esordisce improvvisamente dopo un’infezione respiratoria o gastrointestinale, o un’immunizzazione. Nelle forme più diffuse la debolezza acuta e generalizzata tende a risolversi spontaneamente in qualche mese, ma nelle forme più gravi può portare a effetti permanenti o alla morte per complicanze respiratorie, cardiovascolari o infettive. “Con il signor Giuseppe abbiamo preso la decisione di non mollare”, afferma Sara Loriga, geriatra di Villa Fastiggi. “Dal momento in cui lo abbiamo ricevuto abbiamo lavorato da subito con tutto il gruppo riabilitativo al completo, fisioterapisti, logopediste, neuropsicologa – spiega – per creare un programma riabilitativo su misura e abbiamo insistito per prolungare il trattamento farmacologico di immunoglobuline. Abbiamo tenuto sempre sotto stretto controllo le sovra-infezioni, che in questi pazienti tendono a peggiorare la prognosi, ma soprattutto abbiamo assecondato il suo coraggio e la sua voglia di riprendersi. Era ancora vigile, le sue funzioni cognitive erano integre e ci faceva capire che lui voleva farcela”. 

“Per i 6 mesi di riabilitazione – raccontano Giulia Baglioni e Pamela Diotallevi, fisioterapiste di Villa Fastiggi – il signor Giuseppe ha mostrato una costanza negli esercizi, una forza e una determinazione nelle avversità davvero fuori dal comune. Questo suo atteggiamento ha avuto un ruolo importante nel suo recupero straordinario. Ha sicuramente applicato la sua mentalità da podista, fatta di concentrazione, pazienza e autodisciplina, anche alla riabilitazione”.  

E’ così che nel febbraio scorso Giuseppe esce dalla struttura pesarese sulle sue gambe, contro ogni aspettativa. Oggi accenna qualche breve corsetta, ma non è ancora pronto a riprendere l’attività agonistica. Ha optato per la bicicletta, che gli permette di muoversi un po’ di più. 

“Sono rimasto sempre lucido – dice – ho provato grande sofferenza e grandissima preoccupazione per il mio futuro. Pamela e Giulia, le mie due fisioterapiste, le ricordo come due angioletti: prima nel letto perché ero paralizzato, poi piano piano fino alla palestra, mi hanno riportato, esercizio dopo esercizio a camminare: un percorso durissimo, che per fortuna ha un lieto fine. Ho ancora un sogno nel cassetto, però: riprovare l’ebbrezza e la felicità delle gare di corsa”. 

(Adnkronos – Salute)

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