Il 21 giornata mondiale Alzheimer, l’appello ‘illuminiamo i Palazzi di viola’

(Adnkronos) – Le malattie neurodegenerative e in particolare la malattia di Alzheimer rappresentano una delle più grandi sfide in ambito sanitario e medico in un Paese come l’Italia, il secondo più longevo al mondo, e si qualificano come un vero e proprio problema di salute pubblica, in crescita esponenziale, con un forte impatto per il sistema sanitario, sociale ed economico nazionale. Ogni anno il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) con l’obiettivo di supportare la conoscenza di questa patologia e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di affrontare questa malattia a livello socio-sanitario e assistenziale. 

Nel mondo, secondo i dati dell’Oms, oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane, e sono 700.000 i casi solo in Italia. Come tutte le forme di demenza l’Alzheimer comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria. Per questa ragione il simbolo di questa giornata è il “non ti scordar di me”, dal caratteristico colore viola. “Come segno di vicinanza ai pazienti italiani affetti da Alzheimer e ai loro caregiver e come segnale di supporto ai tanti medici e ricercatori che ogni giorno lottano contro questa patologia – afferma la deputata Annarita Patriarca, co-promotrice, assieme alla senatrice Beatrice Lorenzin, dell’Intergruppo Parlamentare per le Neuroscienze e l’Alzheimer nato nel luglio scorso e che oggi conta oltre 60 parlamentari tra Camera e Senato – abbiamo chiesto al Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e del Senato, Ignazio La Russa, di illuminare di viola la facciata dei Palazzi” la sera del 21 settembre.  

“Ci piacerebbe che il nostro appello fosse raccolto anche da tutte le altre principali istituzioni, associazioni e realtà impegnate in quest’area terapeutica – prosegue Patriarca – è fondamentale che arrivi un segnale forte circa la necessità di considerare queste patologie come un problema primario di sanità pubblica, affrontando i temi più critici in modo strutturale e con azioni concrete, come il rifinanziamento del Fondo per l’Alzheimer e le demenze per il prossimo triennio”.  

“Tenere alta l’attenzione su questa patologia è un passo molto importante e necessario per favorire anche una migliore presa in carico del paziente – sottolinea Lorenzin – a partire dalla diagnosi precoce della malattia, seguita da un approccio personalizzato e il rafforzamento di una rete integrata di assistenza sanitaria presente sul territorio, che faciliti l’accesso alle prestazioni, alla continuità assistenziale, e allo sviluppo di percorsi clinici e di ricerca comuni. Per questo siamo fiduciosi che il Ministero della Salute rifinanzi il fondo per l’Alzheimer e le demenze”.  

Dal punto di vista economico – si legge in una nota – in Italia i costi legati alla malattia di Alzheimer sono stimati in 15,6 miliardi di euro, di cui l’80% sono sostenuti direttamente dalle famiglie dei pazienti. Per questa ragione tra gli obiettivi dell’Integruppo c’è quello di favorire lo stanziamento di risorse dedicate alla diagnostica e al trattamento dei pazienti, al fine di creare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali a livello regionale e locale. Alla fine di quest’anno – prosegue la nota – terminerà il finanziamento del Fondo per l’Alzheimer e le demenze, istituito nel 2020 con l’obiettivo di migliorare la protezione sociale delle persone affette da demenza e di garantire la diagnosi precoce e la presa in carico tempestiva delle persone affette da malattia di Alzheimer attraverso il finanziamento delle linee di azione previste dalle regioni in applicazione del Piano nazionale demenze e per l’acquisto da parte delle regioni di apparecchiature sanitarie per la diagnosi precoce, trattamento e monitoraggio dei pazienti con malattia di Alzheimer. 

(Adnkronos – Salute)

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