Ucraina, Russia attacca porto Izmail. Oggi l’incontro tra Putin e Erdogan

Difese aeree ucraine hanno abbattuto 17 droni che miravano alla regione di Odessa: colpiti diversi edifici

Le difese aeree ucraine hanno abbattuto 17 droni che miravano alla regione di Odessa. Ad affermarlo il governatore Oleg Kiper in un post su Telegram, aggiungendo che invece l’attacco al porto di Izmail, sul Danubio, è durato complessivamente tre ore e mezza. L’attacco di oggi arriva poche ore prima dell’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdoğan, incontro incentrato su un possibile rilancio del patto sul grano.
Diversi edifici, compresi magazzini, sono stati colpiti durante l’attacco russo: macchinari agricoli e attrezzature industriali sono stati danneggiati, ha riferito Kiper. Diversi incendi sono scoppiati anche in abitazioni civili a causa della caduta di detriti, ha detto, ma non ci sono stati morti o feriti. Si tratta del secondo attacco russo in due notti contro i porti ucraini. L’aeronautica ucraina ha anche affermato che i droni avevano preso di mira il vicino distretto di Kili. Ieri, la Russia aveva attaccato il porto di Reni sul Danubio. Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che i droni hanno colpito i depositi di carburante utilizzati dall’esercito ucraino. La Russia ha preso sempre più di mira le infrastrutture portuali da luglio, quando si è ritirata dall’accordo mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia che aveva consentito all’Ucraina di esportare il suo grano attraverso i porti del Mar Nero.
Putin ed Erdogan si confronteranno oggi, lunedì 4 settembre, a Sochi sul Mar Nero. A luglio Mosca non ha rinnovato l’accordo che creava corridoi sicuri per il trasporto delle esportazioni del grano sul Mar Nero, lamentandosi del fatto che le sue esportazioni di grano e fertilizzanti sono state ostacolate dalle sanzioni imposte dai sostenitori occidentali dell’Ucraina a causa della guerra.
L’accordo, che Erdogan ha contribuito a negoziare, ha mantenuto le esportazioni di grano ucraino dall’estate scorsa, garantendo così le catene di approvvigionamento globali. Il presidente turco ha chiesto alla Russia di revocare il blocco, sottolineando che l’accordo è essenziale per la stabilità alimentare nel mondo e per garantire la sicurezza nella regione del Mar Nero. La Turchia ha anche un interesse nelle forniture di gas russo attraverso il Mar Nero.
Putin ha dichiarato che non ripristinerà l’accordo senza che siano soddisfatte alcune condizioni e ha chiesto un alleggerimento delle sanzioni occidentali. I colloqui a Sochi inizieranno intorno a mezzogiorno. Si tratta del primo incontro tra i due leader dopo la rielezione di Erdogan a maggio.
Il leader del Paese NAato agisce come una sorta di mediatore tra l’Ucraina e la Russia, scegliendo di non aderire alle sanzioni di guerra occidentali.
Prima che l’accordo sul grano fosse sospeso, l’Ucraina, un Paese agricolo, era riuscita a esportare via mare circa 33 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli dall’estate del 2022. Il Paese martoriato dipende disperatamente dalle entrate derivanti dalle esportazioni.

(Adnkronos)