Csel: aumentano i controlli Inps per malattia, +9,5% in 1° trim.2023 e +1,7% in 2°

In calo certificati – Nel pubblico visite fiscali più del quadruplo rispetto a dipendenti privati, meno assenti non giustificati

Roma, 3 set. (Adnkronos/Labitalia) – Aumentano i controlli per malattia da parte di Inps. A rilevarlo un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel) basata su dati Inps, che prende in considerazione il primo e il secondo trimestre del 2023 rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente. Nel confronto tra il primo trimestre 2022 e il primo trimestre 2023, sono stati incrementati i controlli per malattia di dipendenti pubblici e privati da parte di Inps del 9,5%. In particolare, nel primo trimestre 2023 sono stati effettuati 35.282 controlli in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente nel settore privato, corrispondenti a un incremento del 30,6%. In calo del 4,1%, invece, i controlli nel settore pubblico. Tale diminuzione si concentra soprattutto al Sud, dove il calo è del 12,9%. In positivo, invece, il numero di controlli per il settore pubblico al Nord e al Centro (rispettivamente +4,6% e +7,1%).
Per quanto riguarda il secondo trimestre 2023, si osserva un aumento dell’1,7% delle visite mediche per controllo domiciliare. Analizzando le differenze tra i dipendenti pubblici e privati, si osserva che, se per il privato è presente una diminuzione delle visite pari al 2,2%, il pubblico vede un incremento del 5,4% rispetto ai dati dell’anno precedente. Tale incremento si registra soprattutto al Nord e al Centro (rispettivamente +13,2% e +14,1%). Diversamente, il Sud vede un calo del 2,4% dei controlli per il settore pubblico e un incremento del 3,1% per quello privato.
Per ogni certificato, i giorni medi di malattia nel secondo trimestre 2023 per i dipendenti pubblici sono 4,5 contro i 5 del privato. È molto più marcata, invece, la differenza per i controlli effettuati. A fronte di mille certificati di malattia, le visite di controllo verso il pubblico sono 111. Nel privato, il numero cala drasticamente a 29,3. Vale a dire circa il quadruplo nel pubblico. Il dato è in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 dove le visite ogni mille certificati per il settore pubblico sono state 80,2 contro le 24,5 del privato.
Nel primo trimestre 2023, sono aumentate del 65,3% le visite di controllo da parte di Inps ai dipendenti under 30 del settore privato e del 20,8% ai loro coetanei del settore pubblico. Aumentano del 33% anche le visite effettuate nella fascia di età 30-49 anni nel settore privato, contro un aumento dello 0,9% per il settore pubblico. Negativo, invece, il numero di visite effettuate agli ultracinquantenni del settore pubblico che vedono un calo del 7,6%. Il secondo trimestre 2023 vede un incremento dell’8,5% e del 6,5% rispettivamente per le visite effettuate agli under 30 del settore privato e pubblico. Per quanto riguarda gli ultracinquantenni, invece, se il settore privato osserva una diminuzione del 5% delle visite domiciliari, il pubblico registra un incremento del 5,9%.
Le certificazioni di malattia pervenute all’Inps nel primo semestre 2023 sono state in totale 15,4 milioni di cui il 75,6% (11,6 milioni) provenienti dal settore privato. Anche a causa dei minori contagi legati al Covid-19, rispetto ai primi due trimestri del 2022 si è osservato nel 2023 un calo generale di certificati per malattia del 23,1% per il settore privato e del 22,6% per il settore pubblico.
In totale, i giorni di malattia nel primo trimestre 2023 sono stati poco meno di 42 milioni contro gli oltre 65 milioni del primo trimestre precedente. Percentualmente, la diminuzione è stata del 37,1% per il privato e del 34,3% per il pubblico rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel secondo trimestre, invece, i giorni di malattia sono stati più di 31 milioni, contro i 42 milioni dell’anno precedente. La variazione percentuale rispetto all’anno precedente vede un decremento del 24,2% per il privato e del 33,6% per il pubblico.
Sono in calo anche i lavoratori con almeno un giorno di malattia. La differenza tra il settore pubblico e privato, in questo caso, è di 7 punti percentuali (24% per il pubblico e 17% per il privato). Rispetto allo stesso periodo del 2022, la distanza tra i due settori è identica (29% per il pubblico e 22% per il privato).
Nel primo trimestre 2023, le visite di controllo di Inps hanno confermato la prognosi nel 79% dei casi contro il 75% del primo trimestre 2022. La percentuale è maggiore nel pubblico dove la conferma di prognosi è pari all’83% delle visite, contro il 75% del privato. In riferimento allo stesso periodo dell’anno, diminuiscono sia nel pubblico che nel privato gli ‘assenti non giustificati/sconosciuti’. Si passa, infatti, dal 12% nel pubblico e 14% nel privato del 2022, al 9% nel pubblico e 10% nel privato del primo trimestre 2023.
Nel secondo trimestre 2023, scendono dal 13% al 9% gli ‘assenti ingiustificati/sconosciuti’ rispetto al secondo trimestre 2022 sia nel pubblico che nel privato. In particolar modo, si registra un calo del 34,4% degli ‘assenti ingiustificati/sconosciuti’ per i controlli d’ufficio del settore privato e del 28,7% per le richieste datoriali del settore pubblico.
Nel primo trimestre 2023, il numero di visite mediche richieste dal datore di lavoro è aumentato del 29,9% per il privato e del 16,8% per il pubblico rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Incremento che è comune anche alle visite d’ufficio per il settore privato laddove il pubblico, invece, vede una diminuzione del 27,5%.
Rispetto al confronto tra il secondo trimestre 2023 con quello del 2022, invece, le visite mediche d’ufficio per il settore privato sono scese dell’8,2%. Diversamente, risultano in aumento quelle del settore pubblico (+8,3%). Le richieste datoriali registrano entrambe un incremento del 14,7% per il privato e del 2,6% per i dipendenti pubblici.
Infine, Csel ricorda che i vincoli imposti dalle fasce di reperibilità sono più stringenti per i dipendenti pubblici, rispetto agli altri. Chi lavora nel privato è soggetto ai controlli per sole 4 ore al giorno, nelle fasce 10-12 e 17-19. Al contrario, nel pubblico, i controlli possono scattare tra le 9 e le 13 e tra le 15 e le 18, per un totale di 7 ore.

(Adnkronos)