Ecco i 5 ‘responsabili’ del 50% malattie cardiovascolari


Tutti fattori rischio su cui si può intervenire: lo rivela uno studio internazionale cui ha contribuito il progetto Moli-sani dell’Irccs Neuromed
Roma, 30 ago. (Adnkronos Salute) – Indice di massa corporea, pressione sanguigna sistolica, colesterolo non-Hdl, fumo e diabete: sono i cinque i fattori responsabili di oltre la metà delle malattie cardiovascolari e di circa il 20% della mortalità generale. Su questi elementi però si può intervenire in modo efficace, soprattutto con gli stili di vita. Sono questi i risultati di una ricerca condotta su scala mondiale dal Global Cardiovascular Risk Consortium, coordinato dall’University Heart & Vascular Center del Medical Center Hamburg-Eppendorf (Uke) e dal German Center for Cardiovascular Research (Dzhk), al quale contribuisce anche il Progetto Moli-sani del dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is).
Tra gli autori del lavoro scientifico, pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ – si legge in una nota diffusa oggi – ci sono Giovanni de Gaetano, presidente Neuromed, e Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di Epidemiologia e prevenzione Neuromed e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como. Lo studio ha utilizzato dati provenienti da 112 coorti di 34 paesi e 8 regioni geografiche. I dati che emergono sono preoccupanti. A livello globale, il 57,2% dei casi di malattie cardiovascolari nelle donne e il 52,6% negli uomini, oltre al 22,2% dei decessi nelle donne e il 19,1% negli uomini, possono essere imputati a questi cinque fattori di rischio modificabili, con la pressione sistolica che rappresenta l’elemento più importante. 
“Dai risultati di questo studio – spiega Iacoviello – emerge chiaramente che più della metà degli eventi legati alle malattie cardiovascolari sono spiegati da fattori di rischio che possono essere affrontati. Soprattutto, possono essere prevenuti con i corretti stili di vita. L’indagine – aggiunge – sottolinea l’importanza per i sistemi sanitari di adattare azioni preventive urgenti e incisive. Ma sottolinea anche quanto possano fare i cittadini, e i loro medici curanti, nel pianificare strategie fatte di sani stili di vita e corretta alimentazione”. L’impegno del Progetto Moli-sani “in questa ricerca di portata mondiale – commenta de Gaetano – riflette la dedizione costante del Neuromed verso la prevenzione. Il progetto Moli-sani rimane protagonista di un impegno globale verso una prevenzione fatta di informazione, consapevolezza e scelte corrette che possono essere adottate dai cittadini. Si tratta – conclude – di una linea di studio fondamentale, non solo per i singoli cittadini, che potranno vivere più a lungo e più in buona salute, ma anche per i sistemi sanitari nazionali, che potranno vedere una riduzione del peso di patologie, come quelle cardiovascolari, che incidono profondamente sulle strutture sanitarie e ospedaliere”.

(Adnkronos)