Este: “Medea” da Euripide con l’Associazione Culturale Villa Dolfin Boldù in Biblioteca domenica sera 27 agosto

“Medea”, in riduzione dall’originale di Euripide, torna in scena a Este domenica 27 agosto, alle 21.00 nel cortile della Biblioteca Civica.
A rappresentare il testo classico greco saranno Viviana Larcati (anche regista) e Lucrezia Guzzon dell’Associazione Culturale Villa Dolfin Boldù di Este, con ingresso libero, in collaborazione con il Comune di Este-Biblioteca Civica.
(In caso di maltempo: Teatro dei Filodrammatici).

Chi non conosce la sindrome di Medea? Si tratta di uno dei miti più antichi e una delle figure più terribili della mitologia greca. Euripide scrisse questa tragedia nel 431 a.C. Un testo che ancor oggi pone sfide interpretative che suscitano letture diverse e anche controverse.
Euripide ritrae una donna – maga appassionata e lucida, in cui la tensione emotiva del “Thimos” – l’ira che scuote il petto e la mente – si unisce ad un’estrema lucidità e autonomia intellettuale. PATHOS E LOGOS.
Un personaggio tragico, totalmente nuovo rispetto alla cultura del tempo. II tradimento dei solenni giuramenti dell’unione amorosa, la conseguente umiliazione di essere ripudiata dal marito Giasone e così bandita da Corinto provoca in Medea il desiderio di una vendetta atroce che colpirà l’uomo non solo negli affetti, ma anche nella sfera di autorità istituzionale: l’uccisione dei figli. Trovandosi in questa condizione di ingiustizia e umiliazione rivela il suo terribile animo sanguinario.
“Per mia sapienza e natura sono adatta – coi miei filtri e veleni – dar morte”
Inoltre scacciata da Corinto diventa Apolis, cioè senza patria, lei già esule da una terra definita barbara rispetto alla civile Grecia. A quel tempo essere senza patria era considerato il male maggiore: significava incapacità di affrontare e risolvere i problemi e non trovare compassione. Medea è una maga che detiene antichi poteri divini e si serve di orribili malefici, ma è anche una figura tragica che ha perso le sue radici, maschera impenetrabile nella sua alterità e rappresenta qui la ferocia della forza distruttrice.
Ricordiamo che nell’antica Grecia le parti femminili a teatro erano interpretate da attori maschi e che la storia si svolge nell’arco di una giornata, nel rispetto delle regole aristoteliche: unità di tempo, di luogo e di azione.

Info tel.: Biblioteca Civica – 0429 619044, Associazione Villa Dolfin Boldù – 338 4569363


(Comune di Este)