Fra legislazione e scienza della cannabis senza THC, una produzione cui dare più valore

Roma, 31/07/2023 – La cannabis senza THC è una varietà di pianta di cannabis che contiene un livello trascurabile o molto basso di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), che è il principale composto psicoattivo presente nella pianta di cannabis.

La legislazione internazionale, presto recepita anche in Italia in anni recenti, ha dovuto definire legalmente le quantità di THC accettabili in un prodotto a base di cannabis proprio per porre attenzione e limite agli effetti psicoattivi della sostanza, considerati pericoli dalla comunità scientifica.

Gli effetti psicoattivi tipici del THC possono variare da persona a persona e dipendono dalla dose, dalla sensibilità individuale, dalla tolleranza e dal contesto dell’uso, ma i principali riguardano euforia eccessiva, alterazioni di pensiero e cambiamenti nella percezione sensoriale, fino ad arrivare ad ansia e paranoia, disturbi della memoria a breve termine e impatto negativo sulla coordinazione motoria.

Cannabis light e senza THC

Quando il livello di THC è inferiore alla soglia stabilita legalmente – in Italia un prodotto a base di cannabis non deve contenere più dello 0,6% di THC sulla base della sua massa secca per essere considerato legale e light-, la cannabis è considerata priva degli effetti psicoattivi tipici, anche nota come cannabis senza THC, quando i livelli sono azzerati.

Così, negli anni, la coltivazione di cannabis senza THC ha avuto un grande aumento, coltivata appositamente per ottenere varietà con elevati livelli di altri cannabinoidi, come il cannabidiolo (CBD) o il cannabigerolo (CBG), che non hanno effetti psicoattivi significativi come il THC e che, anzi, sono associati a una serie di potenziali benefici anche terapeutici. Lo confermano i produttori italiani di cannabis light, Canapafarm:

1. Alleviare il dolore e le infiammazioni: il CBD è noto per le sue proprietà analgesiche e anti-infiammatorie che potrebbero avere effetto sulla riduzione del dolore cronico o acuto associato a diverse patologie: lo conferma anche la grande ricerca di review della letteratura medica portata avanti nel 2009 da Nagarkatti et al.;

2. Ansia, depressione e disturbi del sonno: alcuni studi recenti, come quello di Shannon et al. Del 2019 sul miglioramento della qualità del sonno nel breve termine, hanno riportato come il CBD possa essere utile nel trattamento di ansia, depressione e sintomatologie correlate, come i disturbi del sonno e l’inappetenza;

3. Nausea e vomito: negli individui che stanno sottoponendosi a terapie mediche come la chemioterapia, che genera sintomi di malessere conativo, il CBD potrebbe alleviarli con efficacia;

4. Aiuto per smettere di fumare: alcune ricerche suggeriscono persino che il CBD potrebbe aiutare le persone a ridurre o eliminare la dipendenza da nicotina.

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