Domicilio digitale, cosa c’è da sapere

(Adnkronos Salute) – Previsto tra gli interventi del Piano Italia Digitale 2030 per il raggiungimento della cittadinanza digitale, il domicilio digitale, sotto l’aspetto normativo, è un indirizzo elettronico eletto presso un servizio di Posta Elettronica Certificata (PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, valido ai fini della comunicazione elettronica tra Pubblica Amministrazione e cittadino, con lo stesso valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno.
Il domicilio digitale, in sintesi, fornisce la possibilità di un archivio online dove i cittadini possono ricevere e consultare tutte le comunicazioni e la documentazione inviate da parte delle PA. Se fino ad oggi ciò avveniva tramite comunicazioni cartacee oppure via PEC, ora invece può avvenire in un unico luogo digitale, ovvero la nuova piattaforma digitale INAD, Indice Nazionale dei Domicili Digitali. Si tratta di un registro pubblico a cui i cittadini possono accedere tramite autenticazione digitale con SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). I benefici del domicilio digitale riguardano sia i cittadini che in tal modo possono avere la propria situazione sotto controllo, evitando smarrimento di documentazione cartacea, ritardi nell’assolvere gli obblighi amministrativi e risparmiandosi eventuali sanzioni, sia per le PA che possono verificare i dati fiscali dei cittadini e monitorare gli avvisi inviati.
Il domicilio digitale non rappresenta un obbligo, ma per le PA costituisce l’onere di inviare le comunicazioni via PEC ai cittadini iscritti al registro stesso. A tutti gli effetti ha un valore legale, quindi ogni comunicazione sarà automaticamente validata nel momento in cui risulta ricevuta dal destinatario. Possono attivare il domicilio digitale persone fisiche, professionisti non iscritti ad ordini od albi professionali, enti di diritto privato. Per attivarlo è necessario registrarsi sul portale INAD mediante autenticazione alla propria identità digitale e successivamente eleggere il proprio domicilio digitale indicando la propria PEC o un recapito certificato qualificato. Da ricordare anche che il domicilio digitale può essere modificato o cessato in qualunque momento, tranne per i professionisti iscritti anche all’INI-PEC.

(Adnkronos)