I GRANDI EVENTI MUSICALI SVILUPPANO UN INDOTTO DI PIÙ DI 1 A 10

Lo certifica una ricerca dell’Universita’ di Ferrara (con Comune e Confcommercio) sul concerto di Springsteen dello scorso maggio.
Bertin (Ascom Confcommercio Padova): “Una ricerca scientifica che conferma la nostra convinzione che un’arena della musica serve”

Domanda: quanto “vale” in termini di indotto un concerto del tipo di quello che, venerdì, ha fatto cantare con Tiziano Ferro i 35mila (mille più, mille meno) dell’Euganeo? O quello, se volete, di Marco Mengoni?
“Tanto” è la risposta che viene spontanea perchè bastava muoversi in città nell’immediata vigilia dell’evento per comprendere che non è destinato al solo biglietto l’esborso da parte degli appassionati. Già, ma “tanto” quanto?

A provare a dare una misura dell’indotto di un concerto ci hanno pensato l’Università, il Comune e l’Ascom Confcommercio di Ferrara che hanno preso in esame il concertone di Bruce Springsteen del 18 maggio scorso, quello, peraltro, che fino all’ultimo era stato in bilico visto che due giorni prima la Romagna era stata colpita dalla disastrosa alluvione.
Dunque: a Ferrara hanno calcolato che i 44mila del Parco Urbano hanno “lasciato” alla città degli Estensi (e all’hinterland) ben 10,4 milioni di euro a fronte di un milione di euro investiti per dotare il parco di strutture e poi di manutenzioni . Ma la ricerca dei professori Stefano Bonnini e Michela Borghesi è andata ancora più nello specifico ed ha appurato che poco meno di 2,5 milioni sono stati spesi nelle strutture ricettive, 3 milioni nei pasti, il resto in spese di trasporto, acquisto di prodotti tipici, abbigliamento, arte, ecc.
“L’idea dell’Ascom Confcommercio di Ferrara e dell’amico presidente Marco Amelio – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin – è importante perchè offre un quadro di riferimento preciso di cosa significhi portare in città come Padova o Ferrara, dunque non metropoli ma città di medie dimensioni ad alto valore aggiunto, anche culturale, eventi di grande richiamo”.
Senza contare che l’indotto non si limita al notevole valore generato, ma vi aggiunge anche la promozione della città, prima e dopo l’evento.
“L’ateneo ferrarese – continua Bertin – ha sondato anche la permanenza in città degli spettatori del concerto e dovrebbero bastare i suoi numeri per convincere anche i più riottosi tra i padovani che magari temono uno spreco di fondi pubblici che l’Arena della Musica determinerebbe un allungamento all’intero anno delle possibilità di ospitare grandi eventi e, dunque, lavoro per tutti”.
Fatta la tara al richiamo di un artista come Springsteen, nel senso che non succede tutti i giorni di avere in Europa il “Boss”, per cui ci si muove da Bondeno ma magari anche da Nizza o da Francoforte se non da Tel Aviv, il risultato è che chi è venuto dai Paesi extraeuropei ha speso più di 2500 euro pro capite rimanendo 9 giorni; mentre gli europei sono rimasti 4,5 giorni. Gli italiani che hanno raggiunto Ferrara dalle regioni del sud sono rimasti 3 giorni, da quelle del nord (Emilia-Romagna esclusa) circa 2 giorni e quelli provenienti dal centro 1,5 giorni.

“Non che i dati ci abbiano sorpresi – conclude Bertin – ma vedere studiato, valutato e certificato il ritorno di un grande evento da parte di un’Università è il miglior sostegno a ciò di cui siamo profondamente convinti, ovvero che investire sull’Arena della Musica avrebbe ricadute importanti per tutto il territorio. Su dove e come realizzarla, si può valutare. Su quando no: va fatta subito!”

Padova 18 luglio 2023

(Ascom Padova)