Padova maglia nera per il consumo del suolo

Più di 1600 capannoni inutilizzati in provincia, 680 sono irrecuperabili. Il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio: “Così sprechiamo 1,37 miliardi di euro. Servono più risorse per la riqualificazione e incentivi per il fotovoltaico”.

Sono 1.663 i capannoni inutilizzati nella provincia di Padova. Se fossero riqualificati, potrebbero creare una produzione economica di oltre 1 miliardo di Euro. Ma 680 risultano difficilmente recuperabili, dal momento che si trovano al di fuori delle aree produttive.
E’ quanto emerge dalla mappatura degli edifici inutilizzati, svolta da Smart Land per Confartigianato Imprese Veneto. Rispetto alla precedente analisi, svolta dalla stessa società di consulenza nel 2016, sono diminuiti di 220 unità gli immobili produttivi inutilizzati in provincia.

IL RECUPERO AGEVOLATO DALLA CRESCITA DEL MANIFATTURIERO

Si tratta di un recupero sicuramente agevolato da una crescita del valore aggiunto del 12% del settore manifatturiero, relativa al periodo di osservazione 2016-2021 (non sono ancora disponibili i dati Istat relativi al 2022). Risultano in crescita anche gli addetti del comparto: tra il 2017 e il 2022, la nostra provincia ha registrato un +7,8%.
“Il recupero di capannoni dismessi è una buona notizia ma certo non sufficiente, tenuto conto del fatto che Padova è la provincia con l’incidenza più elevata di consumo del suolo – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio”.

IL CONSUMO DI SUOLO IN PROVINCIA DI PADOVA

A raccontare questo primato negativo sono le percentuali: il consumo del suolo totale nella nostra provincia è del 18,7%. La media nazionale è del 7,1%, la media veneta è del 11,9%. E nel territorio padovano si rileva l’incidenza più elevata di superficie produttiva/commerciale sul totale della superficie provinciale: 3,0% (6.358 ettari). In media, ci sono 1,8 unità produttive inutilizzate ogni 1000 residenti, 10 ogni 100 imprese.
Complessivamente, i fabbricati registrati al catasto come immobili produttivi o commerciali sono in provincia 17.842. Dal 2012, la superficie produttiva veneta si è ampliata di 2.291 ettari. Di questi, 431 interessano la nostra provincia. Percentualmente, si tratta del 7,3%.

DINAMICHE DEL MERCATO DEI CAPANNONI IN VENETO

La crescita dello stock si relaziona alle dinamiche del mercato del comparto. Secondo i dati rilevati dall’osservatorio del mercato immobiliare OMI, le compravendite del settore risultano in crescita esponenziale dal 2016 ad oggi: +53% di transazioni a fronte di valori medi di mercato in diminuzione del 3,1%. In Veneto, un capannone nel 2021 valeva in media 467 euro/mq a fronte di 482 euro/mq nel 2016.

LA DIMENSIONE MEDIA DEL PATRIMONIO INUTILIZZATO

La dimensione media del patrimonio produttivo inutilizzato in Veneto è di 1.880 mq che scende a 1.440 mq se si escludono i grandi complessi produttivi. 1 unità immobiliare su 5 di tale patrimonio sarebbe da demolire in quanto inutilizzabile, mentre un 4% risulta incompiuto.

QUALE FUTURO PER QUESTO PATRIMONIO?

“Un quarto del patrimonio inutilizzato probabilmente potrà essere reimmesso sul mercato con la stessa funzione in breve tempo, ma bisogna individuare soluzioni per il rimanente – spiega Dall’Aglio – che si opti per la demolizione o per la riqualificazione, dovranno essere individuate delle soluzioni che siano convenienti per tutti gli attori coinvolti e per l’ambiente. Noi una possibile strada per la riqualificazione l’abbiamo individuata e proposta un anno fa: utilizzare i capannoni per installare impianti fotovoltaici, con l’obiettivo di avvicinarci all’autosufficienza energetica”.
Il riferimento è all’analisi svolta nel giugno 2022 da Smart Land, secondo la quale l’eventuale installazione del fotovoltaico sui tetti di tutti i capannoni della provincia permetterebbe di coprire l’84,5% del fabbisogno energetico delle aziende padovane.
“Sono due i risultati principali che vogliamo raggiungere con questa nuova indagine -conclude Dall’Aglio. Prima di tutto, stimare il mercato che sarebbe possibile attivare dalla riconversione degli immobili inutilizzati, che risulta essere pari a 1,37 miliardi di euro. Benefici economici che potrebbero derivare da un pieno e totale riutilizzo di queste superfici, ai quali vanno sommati i potenziali benefici sociali ed ambientali ricavabili a livello locale. Vogliamo poi mettere a disposizione un patrimonio informativo unico, che può rappresentare la base utile per far maturare, nel sistema delle imprese e nei Comuni, una maggiore consapevolezza dell’importanza di avviare processi di rigenerazione urbana. Naturalmente, servono risorse, provvedimenti mirati ma, soprattutto, una visione di lungo periodo”.

(Confartigianato Imprese Padova)