Meloni: “Italia cresce, è la più affidabile dell’Eurozona”


Il presidente del Consiglio all’Assemblea Generale di Assolombarda: “Governo ha idee chiare su sfide, fiera del nostro lavoro”. Sul Pnrr: “È in gioco la credibilità del Paese”
Roma, 3 lug. “L’Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna una economia in crescita oltre le aspettative, con la stima di una previsione al rialzo a +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media Ue, superiore alle principali economie continentali, 0,7% per la Francia, 0,2 quando va bene per la Germania: stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell’eurozona”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’Assemblea Generale di Assolombarda, sottolineando di essere “fiera del lavoro che il governo sta facendo, ma ho il senso della misura, so che questi risultati non si devono al governo, questo piccolo miracolo si deve al vostro lavoro: è la ragione per cui continuo a non comprendere il tentativo di sminuire i risultati della nostra nazione, che purtroppo è congenito nella nostra mentalità. Questo atteggiamento è autodistruttivo, ci penalizza, ci indebolisce e va combattuto”.
“Il mio compito, con il vostro aiuto, è spezzare questa narrazione, ripartire dal valore del nostro modello industriale – ha aggiunto -, con la consapevolezza di ciò di cui questa nazione è capace. Orgoglio, ottimismo, fiducia è quello di cui abbiamo bisogno, e io ho tutti e tre. Ho l’orgoglio di guidare la nazione, l’ottimismo sul fatto che con intelligenza e buona volontà possiamo fare meglio, perché il declino si può invertire, il declino non è un destino ma una scelta”, ha rimarcato la premier assicurando che “i numeri positivi sono una spinta a fare ancor meglio”.
“Dobbiamo e possiamo lavorare insieme. Non sempre saremo d’accordo su tutto, ma su una cosa la vedremo sempre allo stesso modo: questa nazione si può salvare, può ancora stupire, può dimostrare quanto vale”, ha detto Meloni. “Siamo sempre la nave più bella del mondo, saremo sempre la nave più bella del mondo. Il nostro scafo può avere qualche danno ma è sicuro. Non dobbiamo temere alcun tipo di onda indipendentemente da quanto alta possa essere, perché siamo l’Italia”.

Parlando del Pnrr, Meloni assicura che “questi soldi li metteremo a terra, costi quel che costi. Modificheremo le parti che non vanno bene, contratteremo con la Commissione Ue ciò che necessario contrattare e faremo le norme per superare le lungaggini degli enti locali. Faremo quel che va fatto e metteremo tutti ai remi: se qualcuno vorrà restare a guardare, alla fine avrà imparato la lezione”. “Spiace – rimarca il premier – che il Piano di Ripresa e resilienza in Italia sia diventato terreno di scontro, mentre è una partita in cui dovremmo comportarci come se fossimo un sol uomo. Qui non è in gioco il governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità a livello internazionale”.
Il Pnrr, ricorda Meloni, “non è stato scritto dall’attuale governo ma oggi lavoriamo senza sosta per mettere a terra tutte le risorse nei tempi previsti”. E’ un Piano “che ha bisogno di correttivi ma soprattutto di tanto impegno da parte di tutti. E’ una grande occasione e come ogni grande occasione bisogna che tutti remiamo nella stessa direzione”.

“Siamo impegnati sul rinnovo della governance europea. Sul Patto di stabilità e crescita non si può tornare ai parametri precedenti la pandemia. Il nuovo Patto deve privilegiare la crescita, senza la quale è difficile garantire la stabilità”. In Europa “serve ristabilire equità interna” nonché una “piena flessibilità dei fondi europei esistenti”. Per la premier, dunque, “la sfida è sugli investimenti. Se l’Europa fa delle scelte strategiche, su difesa e transizioni, poi non si possono punire le nazioni che investono in questi temi, la sfida è di scomputare le spese per questi investimenti dal rapporto debito/Pil. Per il governo italiano è una sfida prioritaria”.

“Non può ritenersi che noi per avviare la transizione ecologica possiamo smantellare la nostra economia e le nostre imprese. La transizione ecologica e la sostenibilità ambientale devono camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica”, la transizione va fatta “con l’uomo al centro”. “E’ doveroso sottolineare l’importanza dall’industria manifatturiera italiana a livello europeo e mondiale”, con “numeri del settore incontrovertibili” e “sorprendenti”. “Nonostante questi numeri, assistiamo a una tendenza inspiegabile a sminuire il portato dell’industria italiana, mentre si elevano a punto di riferimento realtà esterne ai nostri confini nazionali dai quali non avete nulla da imparare. Semmai, avete qualcosa da insegnare…”.

In Ue “qualcosa non ha funzionato” sin dalla fase “embrionale”, di nascita dunque, “ma oggi c’è un lento ma progressivo cambio di passo”: è “meno miope”, e “inizia a parlare nientemeno di sovranità, cosa impensabile qualche mese fa quando veniva confuso con un approccio autarchico, una pericolosa tendenza dei partiti di destra”, ma “forse era solo realismo contrapposto a utopia”.

Il piano anti-inflazione varato dall’America di Joe Biden “ha un impianto protezionistico, con un rischio di delocalizzazione da parte di diversi produttori, anche europei”, e “non credo che l’Europa possa non reagire, non rispondere, non coordinarsi”, perché “Ue e Usa guardano allo stesso rivale sistemico, la Cina. C’è un’opportunità: gli Usa cercano il decoupling dalla Cina, possiamo offrirci come produttore alternativo almeno di alcune materie prime critiche, che è una delle principali sfide del nostro tempo, soprattutto per la transizione ecologica”, ha detto il presidente del Consiglio ha rimarcato come ogni crisi “offra un’opportunità”.

“La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio, volto a rendere l’Italia competitiva in settori ad alto contenuto tecnologico. Il ramo Hi Tech deve attrarre imprese dall’estero ed evitare la fuga di quelle che operano in Italia”. Su questo fronte, il governo lavora per “varare a breve un Chips Act italiano”, ha annunciato Meloni.

(Adnkronos)