Eni, la zona delle piattaforma al largo di Ravenna habitat perfetto per la cozza selvaggia

Fabbri (Eni): “Sinergia con i pescatori molto positiva per un prodotto di alta qualità”

Roma, 26 giu. Si chiama Cozza selvaggia, perché non viene coltivata ma “cresce dove vuole lei”. Questa pregiata varietà di cozza nasce spontaneamente in Romagna, sotto i piloni delle piattaforme Eni e ogni anno nel periodo che va da fine maggio a settembre viene raccolta dai pescatori di due Cooperative locali.
“Eni avrebbe comunque la necessità di raccogliere queste cozze per evitare la resistenza al moto ondoso sui piloni – spiega Stefano Fabbri, Responsabile Permitting Distretto Centro-Settentrionale Eni – e quindi in accordo con l’Amministrazione ma soprattutto con i pescatori, si è trovata questa sinergia che permette di coniugare quello che è l’aspetto industriale ad un aspetto socio economico che può portare un reciproco interesse per la raccolta di questo prodotto. Peraltro è un prodotto di nicchia ma di alta qualità che viene poi commercializzato non solo a Ravenna ma in tutta la Romagna e nelle regioni limitrofe.”
In Romagna ci sono circa una cinquantina di strutture Eni che producono idrocarburi. Altre piattaforme sono presenti nell’area marchigiana. “La raccolta varia di anno in anno – spiega Fabbri – ma solitamente siamo sulle 12.000 – 14.000 tonnellate annue, quest’anno la stagione della raccolta è appena cominciata ma le previsioni, soprattutto per la qualità del prodotto, sono molto positive“.

(Adnkronos)