Sanità: a Treviso rimosse in due tempi 10 metastasi epatiche

Treviso, 15 ott. (Adnkronos) – “Nel sistema sanitario veneto esistono chirurghi capaci di aggredire con successo dieci metastasi epatiche di un paziente ad alto rischio. Significa che quel sistema è al top. Una foresta che cresce senza fermarsi anche se, spesso, fa più rumore un albero che cade, come ogni tanto è inevitabile in un’organizzazione così complessa come la sanità. Oggi ce lo ricordano il Professor Giacomo Zanus e l’intera equipe della Quarta Chirurgia dell’Ospedale di Treviso, ai quali rivolgo i miei riconoscenti complimenti”. Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando l’eccezionale intervento chirurgico portato a termine nel nosocomio trevigiano su un paziente di 76 anni, in gravi condizioni e con gravi patologie pregresse, con la rimozione in due tempi di 10 metastasi epatiche.
“A Treviso – aggiunge il Governatore – hanno accettato la sfida che altre strutture ospedaliere non si erano sentite di affrontare, e anche di questo dobbiamo ringraziare Zanus e la quarta chirurgia, perché hanno dimostrato ancora una volta che i medici veneti hanno una straordinaria capacità di non arrendersi, di andare un centimetro oltre quello che sembra il limite, dimostrando che non lo è. Significativo anche – prosegue Zaia – il fatto che questa complessissima procedura sia stata resa possibile dalla disponibilità di modernissime tecnologie e da un grande know how tecnico, garantito dal programma di collaborazione tra la Quarta Chirurgia di Treviso e l’Università di Padova. Facendo squadra si vince – conclude – come in questo caso”.
“L’impresa” è partita dallo studio volumetrico computerizzato del fegato malato aveva dimostrato che la bonifica completa della malattia metastatica avrebbe comportato il sacrificio del 74% del fegato, lasciando un parte residua non superiore al 26 % del volume epatico globale iniziale, quantità non compatibile con la sopravvivenza del paziente. I chirurghi hanno quindi adottato una strategia innovativa mediante l’associazione della laparoscopia, della termoablazione con micro-onde e della resezione epatica in 2 tempi chirurgici successivi, sfruttando come presupposto biologico la capacità rigenerativa del fegato.

(Adnkronos)